Ferri ripercorre la sua carriera: "Il miglior giovane che ricordo? Bertoneri"
Giacomo Ferri è tornato indietro nel tempo in un'intervista fatta al sito di calcio della zona di Crema (città dov'è nato il team manager del Torino) www.baloocalcio.it: "Ai miei tempi era tutto diverso e l'oratorio formava i giovani. C'erano allenatori che arrivavano dopo otto ore di lavoro. E' stato importante per me. Col passare del tempo gli oratori si sono quasi estinti, si sono cercate altre strade, ma negli ultimi anni stanno tornando nuovamente importanti".
Come la maggioranza dei giovani del suo periodo, la scelta di portarlo al Toro è stata fatta da due personaggi simbolo: "Al Toro sono arrivato per merito di Cozzolino e Ellena che mi vennero a vedere e mi presero. Radice, dopo il periodo dello scudetto, costruì una grande squadra inserendo anche noi giovani, ma sul traguardo finale ci superò il Verona. Nel calcio bisogna avere tanta fortuna, ma anche avere qualità importanti. Come Maradona non ce ne sono al mondo, anche Messi e C. Ronaldo non sono al suo livello".
Ferri ricorda: "Dopo quarant'anni al Torino ne sono anche tifoso, perchè non puoi farne a meno quando stai in quest'ambiente. Perchè mi hanno soprannominato Big Jim? Fu Terraneo che mi diede questo nomignolo per un affondo che feci e lui arrivando da dietro mi disse che sembravo appunto questo personaggio".
Tra i giovani che ha visto crescere al Fila, ne cita uno: "Bertoneri esordì a 18 anni nel Torino e aveva delle qualità incredibili, fu uno dei giovani che mi impressionò di più. Peccato che poi la sua carriera non sia andata come meritava. Era già nel giro della nazionale".
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