E adesso non rovinateci la festa

18.05.2012 09:34 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: Gian Pietro Bossina per TorinoGranata
E adesso non rovinateci la festa
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La roboante e meritatissima vittoria con il Sassuolo ha spianato la strada verso la serie A. Anche i tifosi, categoria notoriamente avvezza alla scaramanzia, si sono lasciati andare con una invasione di campo pacifica nonostante i due punti ancora necessari per raggiungere l’aritmetica promozione. Una partita, quella di martedì, interpretata dalla squadra di Ventura alla perfezione, sia dal punto di vista tattico ma soprattutto da quello agonistico. Carica agonistica che è stata trasmessa dai giocatori agli spettatori e viceversa, tanto da far dichiarare al mister che le due entità gli sembravano essersi fuse in una sola. Ci voleva una vittoria. E vittoria è stata.  Domenica manca solo l’ultimo passo per coronare una stagione con i fiocchi e per colorare la città di quel colore che più gli si addice, il granata.
La festa sul campo, però, potrebbe essere rovinata dalla sentenza sulla famosa partita di Padova in arrivo domani, venerdì 18 maggio. Ora, il discorso è molto semplice, gli eventuali tre punti sarebbero dovuti essere stati assegnati alla squadra granata in tempi molto più brevi data la chiarezza della situazione e i numerosi precedenti a favore. Ma, purtroppo, nel nostro paese nulla funziona come dovrebbe, e figuriamoci se una semplice sentenza su una “insignificante” partita di calcio avrebbe potuto sottrarsi a questa regola. Quindi, giunti a questo punto, che il Padova si tenga questi benedetti tre punti conquistati ingiustamente e che non gli serviranno neanche a raggiungere i playoff. Il Toro ha dimostrato sul campo, se ancora ci fosse qualche dubbio, di essere superiore alla squadra patavina e al resto delle compagini cadette. Vedersi assegnare la serie A “a tavolino” senza giocare non andrebbe giù a molti tifosi e crediamo neanche al mister e alla squadra. Il popolo granata vuole festeggiare, ma vuole farlo domenica, allo stadio, nelle piazze e dopo un’altra grande vittoria conquistata sul campo e non nelle aule giudiziarie.