Derby, il giorno dopo. Grande vigilia, ma il risveglio è stato doloroso
La vigilia del derby è stata piena di aspettative, Mihajlovic ha portato alla conferenza stampa il mondo granata, che ha risposto con il Grande Torino strapieno, battendo tutti i record precedenti con 26.300 spettatori. Coreografia splendida e anche la partenza del Toro è stata esemplare, stile vecchi tempi. Si è cercato di battere la Vecchia Signora con il tremendismo, soprattutto quello di Belotti che al 16' ha permesso ai granata di sognare la vittoria, un urlo ha scandito il gol del bomber dei bomber, mister cento milioni di clausola, come Higuain, suo dirimpettaio del derby. Sembrava una partita perfetta ma non si erano fatti i conti che il vecchio cuore granata e gettare il cuore oltre l'ostacolo, al cospetto di una Juventus tecnicamente un palmo superiore (anche per l'esperienza che ha), nulla hanno potuto. Questo è un calcio diverso di quello che giocavano Ferrini & C. e anche i bianconeri, pur essendo anche anni fa fortissimi, potevano perdere al cospetto delle furie granata. Oggi no, purtroppo, la tecnica fa la differenza, come dire che non sempre chi spende di più vince, ma chi ha i giocatori più forti sì. Succede ogni venti, venticinque anni la favola Leicester, che infatti è già finita e sta facendo i conti con le reali forze della Premier League. Oppure del Lipsia, neo promossa in Bundesliga che si è permessa di stare in testa per un bel po'.
Dove ha sbagliato il Torino di Miha? Innanzitutto partire a testa bassa nei primi venti minuti, mettendo in campo tutta la grinta possibile, per poi calare alla distanza, proprio la tattica che si aspettava la Juve, lasciare sfogare l'avversario senza troppo dispendio di energie per colpire quando l'avversario sarebbe calato, anche se il pareggio è arrivato, più o meno dodici minuti dopo. Poteva bastare il pari al Toro di Miha? Niente affatto e allora giochiamoci tutto, o si vince o si perde. E la Juve, che conta anche molto su una buona dose di fortuna, perchè il tiro di Ljajic all'incrocio del palo urla ancora vendetta, ha colpito quando non c'era più tempo per riparare al danno.
Un altro errore di mister Mihajlovic è stato quello di fare tre cambi di seguito, smembrando l'assetto offensivo in poco tempo, senza permettere ai tre neo entrati, Boyè, Acquah e Martinez di inserirsi che la Juve è arrivata sull'1-3. Anche perchè i cambi bianconeri sono stati di tutto rispetto se consideriamo che sono entrati Dybala e Pjanic, due titolari di quelli tosti (più Lemina in precedenza).
Alla luce dei fatti non si possono dare troppe colpe al Toro, ha fatto la sua partita, l'ha giocata senza porsi limiti, l'ha persa perchè l'avversario è stato più forte e cinico. E' stata una bella vigilia, il risveglio è stato deludente, perchè solo il cuore granata purtroppo non basta a vincere. Gennaio è alle porte e allora se si vuole fare il salto di qualità, importante, occorre acquistare qualche giocatore più esperto e tecnico. Non ci vuole molto a crescere un altro po'.