Concentrazione e intensità
di Paolo d'Abramo
Ci sarà qualche calciatore che si esalta con le contestazioni a carico? Camolese di certo deve fare il pane con la farina che ha a disposizione, anche valutando gli aspetti psicologici. Il mister ha riscoperto Franceschini ed affermato una fisionomia tattica che può non piacere ma - visti i risultati - ha un suo perché soprattutto nelle gare casalinghe mentre fuori il rischio che spesso si tramuta in realtà è la prospettiva d’uno schiacciamento verso il basso.
La responsabilità può esser condivisa tra mister, coperta corta, capacità dei professionisti in pantaloni, sempre corti. Normale che non piaccia a tutti, pure Mourinho è stato contestato in qualche occasione a Milano ma il portoghese ha una rosa ampia come quella di re Urbano epperò con qualche atout in più, jolly di denari, in tutti i sensi. Ingeneroso fare paragoni rispetto alle gestioni tecniche precedenti, i risultati - e non solo per i tifosi -sono sempre la somma matematica dei punti conquistati sul campo più la simpatia, il tremendismo granata, l’efficienza. I pragmatici diranno che son tutte storie, contano i risultati e basta. Non è proprio così in toto, Camola eredita scelte non sue, architetture e rifacimenti, insomma restauri successivi e sull’impianto ha fatto le modifiche, ognuno ha un carattere e se va bene lo trasmette ai giocatori, se va ancora meglio i giocatori recepiscono e mettono in pratica per 93, 94, 95 minuti. La bacchetta magica continua a non esistere e se proprio si vuole definire un trainer dedito al lavoro, alla razionalità ed allo studio del caso, cioè della partita volta per volta, questo è proprio Camolese. Certo, per esempio c’è chi se la prende con Colombo, protagonista di qualche errore di troppo con la conseguenza di qualche punto pesante per strada. Ma non solo. Sbavature difensive, incertezze di centrocampo, astrazioni offensive senza il conforto della realtà. E ancora, una disposizione tattica volta a rompere più che costruire, dicono i detrattori.
Si ritorna all’inizio, come nel gioco dell’oca quando si capita nella casella sbagliata, la farina e il pane, ovvero la concentrazione e l’intensità, sugli aspetti qualitativi se ne parla sempre e già molto. Una settimana di tempo per spostarsi nella casellina giusta delle tre che compongono le variabili dei risultati contro i rossoblu emiliani, uno ics e due, scegliamo la prima, non solo un auspicio o la speranza, la sola possibile per rivedere il prossimo anno ancora il Toro in A.