Certi prestiti e comproprietà sono veri affari?
In tempi di crisi è fondamentale stare attenti a spendere soldi, lo è ancora di più se si è un presidente di una squadra di calcio e si è alle prese con il calciomercato di riparazione di gennaio. Chi vorrebbe in questo momento essere nei panni di Cairo o anche solo di Petrachi? Ben pochi o forse nessuno, perché trovarsi primi in classifica vuol dire che la squadra è ben assortita e in più si è disputato un ottimo girone d’andata facendo fronte a parecchi infortuni, però si sa che il campionato di serie B è lungo, che le squadre che inseguono e vogliono veramente tentare di salire in serie A faranno di tutto per dare ai loro allenatori i giocatori che servono, quindi il rischio di privilegiare il mantenimento degli equilibri, evitando l’immissione di giocatori che a priori per quanto bravi non è detto che riescano ad ambientarsi e rendere per quanto valgono, potrebbe rivelarsi se non un boomerang uno sforzo economico inutile. D’altra parte trovarsi poi a fine maggio a rimpiangere di non aver rinforzato la rosa sarebbe anche peggio.
Il calciomercato di gennaio di solito non porta a grandi compra-vendite, spesso si avvale di formule più prudenti: prestiti o comproprietà. Esborso minimo di denaro ed eventuale possibilità di riparlarne a campionato concluso. Questo è un modo per temporeggiare e non sempre alla lunga si rivela un affare per chi non detiene da una posizione di forza il cartellino del giocatore, se questo ha dimostrato di valere. Emblematico, anche se si tratta di un calciatore arrivato nella sessione estiva del calciomercato, potrebbe essere il caso di Darmian, terzino destro di belle speranze che è a metà fra il Milan e il Palermo, ma che gioca in prestito al Torino. Matteo in granata ha dimostrato di valere e di saper crescere e solo l’infortunio lo ha fermato, ma per sua fortuna il recupero è stato più breve del previsto e potrà continuare a far vedere quanto vale. Ovviamente a fine stagione se continuerà su questa strada e il Toro sarà in A tutti vorrebbero che rimanesse in granata, ma bisognerà fare i conti con le altre due società che hanno il possesso del suo cartellino. Sicuramente sarà più facile trattare con il Milan, perché per quanto sia bravo Darmian non è ancora pronto per affrontare la massima divisione lottando per lo scudetto e calcare i campi internazionali cimentandosi in Champions League, quindi i rossoneri potrebbero facilmente accordarsi con il Torino, dove il ragazzo si è trovato bene, per fargli disputare un altro campionato, questa volta in A, giocando da titolare. Discorso molto differente per il Palermo che potrebbe volerlo utilizzare o monetizzare la cessione della metà del suo cartellino e si sa che quando si ha a che fare con società, come quella rosanero, che prendono vagonate di giovani calciatori di belle speranze lo fanno per guadagnare, quindi il primo anno accettano di buon grado di dare anche ragazzi particolarmente barvi in prestito in modo che possano giocare con continuità e mettersi in luce, e una società con la visibilità del Torino è il miglior palcoscenico possibile, soprattutto se in panchina c’è un allenatrore come Ventura molto capace a valorizzare i giovani, e poi passano all’incasso. Morale a fine campionato il Palermo, nel caso non intendesse utilizare il giocatore per la sua rosa, potrebbe chiedere al Torino un bel gruzzoletto per cedergli Darmian e se la società granata non potesse spendere quanto chiesto allora il ragazzo sarebbe messo sul mercato, per sfruttare la sua valorizzazione avvenuta indossando la maglia del Toro, a disposizione del miglior offerente e il Torino si ritroverebbe a bocca asciutta.
Che Ventura abbia bisogno di un giocatore di fascia sinistra è indubbio, come è risaputo che vuole calciatori che già conoscano la sua concezione del gioco del calcio. Alle esigenze dell’allenatore devono però sposarsi anche quelle della società che deve tere d’occhio il bilancio, indubbiamente impoverito da tre anni di militanza in serie B. La soluzione potrebbe essere Salvatore Masiello terzino sinistro naturale, ma in grado di agire anche come esterno alto, è già stato allenato da Ventura ed è fuori rosa al Bari per il famoso lancio di un piatto dopo la lite con Zlamal che ha colpito Crescenzi: ovvero il giocatore che serve a un costo contenuto. A prima vista un affare, ma sarà tale se: il giocatore terrà a freno la sua irruenza e Ventura riuscirà a gestirlo come ha già fatto in passato (e questa è una garanzia); il Torino, visto che il Bari vuole darlo via ed è in scadenza di contratto a giugno, può ottenere di averlo in prestito con diritto di riscatto a fine stagione, così si tutelerebbe nel caso di eccessi di esuberanza da parte di Masiello, visto che anche Conte nel febbraio 2009 lo mise fuori rosa dopo che si era fatto espellere per un fallo di reazione. Sul calciatore di origini napoletane potrebbero sorgere però dei dubbi a chi ritenesse che gli innesti devono anche essere fatti tenendo conto del prossimo campionato: Masiello non è giovanissimo, compirà trent’anni il trentun gennaio e in serie A ha giocato con continuità solo in due stagioni nel 2006-2007 con il Messina (trentasei partite su trentotto) e nel 2009-2010 con il Bari (ventotto su trentotto). A fronte delle obiezioni degli scettici si può dire che il giocatore ha indubbie doti tecniche ed è capace di far fronte alla fase difensiva come a quella offensiva sia da terzino sia da centrocampista e che trent’anni non sono un’età così vetusta.