CCTC, lettera aperta ai tifosi del Toro
Cosa dovremmo fare?
Nell’odierna situazione, deprecabile sotto ogni punto di vista, è giunta l’ora delle scelte. Scelte e decisioni obbligate che dovranno essere prese, pena una retrocessione che potrebbe essere definitiva e devastante, per la società e per la nostra tifoseria.
E’ sotto gli occhi di tutti il naufragio calcistico e mediatico della nostra squadra, strapazzata dagli avversari sul campo e zimbello per certi media e taluni turpi avvoltoi, a causa di una permanente debolezza, oltre che tecnica, societaria.
Inoltre sotto gli occhi di tutti è lo sfascio che questa situazione ha contribuito a creare all’interno della tifoseria, andando a incrinare e deteriorare pesantemente il rapporto tra tifoseria e società, rapporto negativo che della mancanza di compattezza tra i tifosi è causa e conseguenza.
Inoltre, nonostante la buona volontà di alcune persone che cercano di ridare lustro e dignità alla nostra Maratona, continuano a persistere altre persone e situazioni che tendono a minare le nostre residue e oneste speranze di continuare il cammino iniziato verso la fine degli anni ’50, da leggendari personaggi quali ginetto, cucciolo e in seguito giovanni.
Oggi, come scrivevo prima, siamo a un punto di non ritorno. Solo il nostro istinto di sopravvivenza può salvarci (forse anche da una probabile, nuova caduta in serie B). Molto, se non tutto, dipende da noi tifosi.
Nonostante questi ultimi quattro anni, ancora una volta, purtroppo, siamo costretti a renderci conto che il Toro continuiamo ad essere sempre e soltanto noi. Chi finalmente avrebbe dovuto prendersi carico di gran parte delle responsabilità, ancora una volta non l’ha fatto o almeno non abbastanza.
In questo momento lo sprone alla squadra può arrivare solo dai tifosi, dagli unici cioè, che realmente hanno a cuore il Toro nella sua essenza. Come a cuore, il Toro, lo ha il mister Camolese, al quale ciascuno di noi non può che dare il proprio benvenuto ed il proprio sostegno.
Quello che chiedo e spero, è che noi puri e onesti tifosi granata, con i nostri difetti e pregi, si sia in grado per l’ennesima volta, nonostante le fratture createsi in forum, ritrovi, bar, allo stadio stesso, di prendere quelle responsabilità che altri non sono stati in grado di prendere.
Il Toro siamo noi, ormai adulti e consapevoli che sia il momento di guardare finalmente al futuro, rispettando ora e per sempre il nostro passato, ma superando il mito di questo. Superandolo per poter scendere finalmente sulla terra, a confrontarci e scontrarci con quel mondo reale che per troppo tempo abbiamo confuso nelle nebbie dei nostri ricordi. In questi ricordi abbiamo la nostra storia, da questa storia nasce la nostra schiatta, ma è ormai il tempo di incominciare a camminare, guardando avanti. Avanti con la matura coscienza che il passato non può tornare, ma che il futuro non debba essere necessariamente dolore, odio, prostrazione e rabbia. E che i primi a dover credere in un futuro migliore, seppur diverso, dobbiamo essere proprio noi.
Contestare, in questo momento, fintanto esiste ancora la possibilità di salvarsi, non ha senso, ora è il tempo di stare uniti. Il tempo in cui dovranno essere tirare le somme, quello in cui chi ha responsabilità dovrà finalmente assumersele, verrà dopo. Allora sarà necessario che ciascuno ammetta i propri errori, cosa mai successa sinora, ed eviti di compierli ancora.
Ricordando quello che noi, come tifoseria, siamo stati, mettiamo da parte gli antichi e gli odierni asti e incomprensioni, facciamo ancora una volta quadrato, dimenticando per un attimo le scelte sbagliate, le pagliacciate dette e fatte da tutti, dal presidente in giù, fino a noi tifosi talvolta. Dimostriamo, ripeto, che il toro siamo noi, nonostante in questi ultimi anni il nostro presidente abbia deciso che il toro fosse soltanto lui.
E’ ora che noi tifosi ci facciamo sentire, non insultando, ma facendo capire a questa squadretta che, almeno noi, non molleremo mai. Nonostante se ne abbiano tutti i diritti. Ma alle volte prima dei diritti, ricordiamolo, vengono i doveri e prima di tutto quelli nei confronti di noi stessi.
E’ nostro dovere crederci e provarci fino alla fine.
E’ ora di andare in trasferta, è ora di zittire tutte quelle tifoserie che ci vedono come spacciati. Perché trasferte come quella di milano con l’inter, lecce, roma, siena, firenze in coppa italia, non sono adeguate allo spirito del tifoso granata.
La società deve mantenere aperte le porte della sisport e noi dobbiamo essere vicini alla nostra maglia, in casa e in trasferta. Così facendo nessuno potrà più avere alibi, ognuno dovrà aver provato e creduto, fino all’ultimo, all’ennesimo miracolo granata.
La nostra storia contribuiamo noi a scriverla, uniti, consapevoli e maturi. Non lasciamola totalmente nelle mani di chi del Toro ne capisce poco… o nulla.
Direttivo Curva Maratona
Direttivo Curva Primavera
Centro Coordinamento Toro Clubs