Bentornato Rolando! Questa rimane casa tua

02.11.2014 12:44 di  Marina Beccuti   vedi letture
Bentornato Rolando! Questa rimane casa tua
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© foto di Federico De Luca

Giorno di amarcord intenso per il ritorno all'Olimpico di Rolando Bianchi. Premetto, per chi non sente questa emozione, può fare a meno di continuare a leggere e poi magari mandare mail di dissenso. Perchè questo pezzo è dedicato all'ex capitano granata, che per cinque anni ha dato un po' di gioia ed emozioni ai tifosi in un periodo di certo non felice per il Torino. Oggi, con la squadra che gira, è in Europa e dà soddisfazioni, è il gruppo più che il singolo a fare felice il popolo granata, ma Rolly arrivò in un momento ben distante da questo.

Dunque i numeri dicono che Rolando Bianchi, bomber bergamasco classe '83, in 169 match giocati con la maglia del Toro ha segnato 77 gol e si è posizionato al decimo posto della classifica cannonieri granata di tutti i tempi. Tutto questo basta già a sottolineare l'impronta che ha dato al mondo granata. Ma il calcio non è fatto solo di numeri, che sono importanti, basilari, nel raccontare la storia di una squadra, di un periodo, di un singolo giocatore. Il calcio è fatto anche di passione, emozioni, momenti speciali che si ricordano all'infinito nella memoria di un uomo/donna. Cantona nel film "Il mio amico Eric", rammenta più un assist di un gol, perchè sono gli episodi a cambiare il corso di una partita e di una vita stessa.

Rolly è stato un uomo con la U maiuscola al Toro, lo è ancora ovviamente, perchè la sua modestia, partecipazione, l'essere sanguigno al punto giusto, l'hanno eletto come uno dei giocatori più amati della storia moderna granata. Ci sono le eccezioni, certo, magari di quella parte di curva, in minoranza, che non lo poteva vedere perchè fece il suo dovere in una notte d'inverno, in cui successe una cosa grave in un ristorante e lui non si tirò indietro contro chi quel giorno spaventò anche dei bambini. Chiaro, questi tifosi non dimenticano, perchè in genere nel calcio, nel tifo, vige l'omertà, ma Rolando andò oltre a questa coltre fumosa e lì si dimostrò prima uomo che calciatore. Ed è così che deve essere un campione.

Poi si ruppe qualcosa con il Torino e se ne andò come un peso piuttosto che un valore aggiunto. La sua storia calcistica ha avuto un'involuzione, a Bologna e anche in questo inizio di stagione dov'è tornato alla sua Atalanta. Ma non vogliamo ricordare questo periodo, perchè Rolly ha la forza per rialzarsi e lo farà. Per noi che l'abbiamo amato, capito e spronato rimane sempre il "capitano della mia anima". Alla faccia di chi non l'ha più voluto o lo considera un traditore. Bentornato a casa Rolly, qui sarai sempre il benvenuto, anche se solo per novanta minuti, guardati attorno e vedrai tanta gente che ti ha voluto bene, quelle persone che ai campioni e al Toro non chiedono nulla, se non di poter sognare qualche volta e tu gliel'hai permesso.