Silenzi: "Un pareggio potrebbe accontentare entrambe".
Intervista esclusiva della redazione di Tuttonapoli all'ex gigante buono, Andrea Silenzi. Punta di grossa stazza e dai piedi buoni, ha riscosso i suoi maggiori successi proprio con le maglie di Torino e Napoli, squadre che si affronteranno nella prossima giornata di campionato. Protagonista della vittoria in supercoppa del Napoli ai danni della juventus, vanta anche una presenza nella nazionale maggiore.
Il diciasettesimo turno di campionato mette di fronte Torino-Napoli, piacevole amarcord per Andrea Silenzi, che partita sarà?
"Il Torino è entrato in un vortice di risultati negativi dal quale è difficile uscirne senza le ossa rotte, neanche il cambio tecnico sembra aver dato la svolta giusta, ma la voglia di riscatto è grande, cercherà di sfruttare il fattore campo. Mentre dall'altra parte c'è un Napoli terzo in classifica con entusiasmo a mille, un pareggio potrebbe accontentare entrambe le squadre ed anche me che sono molto legato ad entrambe le piazze".
Lavezzi salterà questa sfida poichè squalificato per somma di ammonizioni. Secondo lei il Napoli è troppo "Pocho" dipendente?
"Non credo che i risultati del Napoli dipendano esclusivamente dal solo Lavezzi. La squadra azzurra ha dimostrato in queste due stagioni di aver acquisito una mentalità vincente, ha risposto nei momenti difficili con grande forza e compattezza facendo trasparire il grande valore del gruppo. I meriti dei successi vanno suddivisi equamente tra tutti i componenti della rosa".
La strada per la qualificazione per la prossima coppa dalle grandi orecchie, è lunga e tortuosa. Tra Roma e Fiorentina chi è l'antagonista del Napoli per questo piazzamento?
"Entrambe. Sono due squadre ben attrezzate con un organico capace di sopperire anche agli impegni nelle coppe europee, la lotta sarà dura".
Nonostante le sette reti siglate in questo primo scorcio di stagione peraltro senza rigori, c'è ancora chi storce il naso sulle prestazioni di Denis. Secondo lei è il "Tanque" è l'attaccante giusto per il salto di qualità?
"Forse per caratteristiche tecniche non è il tipico giocatore che esalta il pubblico partenopeo, forse per questo motivo è oggetto di critica da parte dei tifosi. A volte sbagliano a trarre conclusioni affrettate, valutando le singole prestazioni. Sotto questo profilo la tifoseria partenopea deve ancora maturare".
Sempre in tema di grandi attaccanti, parliamo di Ibrahimovic che per estetica e per movenze le somiglia molto. Attualmente lo svedese è la punta più forte in circolazione?
"Assolutamente si. Fa la differenza".
Capocannoniere in B con la Reggiana e successivamente il suo approdo in maglia azzurra. Chi architettò questa trattativa?
"Luciano Moggi. Grazie alla grande stagione disputata a Reggio ebbi la fortuna di poter valutare offerte di molte squadre blasonate tra cui il Napoli e Inter. Sposai la causa azzurra per potermi confrontare con grandi campioni come Maradona e Careca. Pagai lo scotto del salto di categoria e soprattutto la concorrenza di Careca, giocai pochissimo, ma la parentesi azzurra aumentò il mio bagaglio d'esperienza, ed in seguito si rivelò utilissima".
Il suo esordio in maglia azzurra fu col botto.. doppietta alla Juventus nella supercoppa italiana, nella sfida vinta dagli azzurri per 5-1. Che ricordo ha di quella magnifica partita?
"Lo stadio era una bolgia, la sfida contro la Juventus era sentitissima, c'era il tutto esaurito. Bigon mi schierò titolare, andai a formare un tridente atipico con Maradona e Careca, giocai esterno destro, nel ruolo che aveva occupato negli anni precedenti Andrea Carnevale. La partita si pone subito sui binari giusti, assist di Careca e dopo soli 8' depositai la palla in rete: il tripudio. La Juventus cercò di reagire con Baggio ma incassò nella prima frazione altre 3 reti. Alla fine il risultato sul tabellone del San Paolo fu emblematico: Napoli 5 Juventus 1. Avevamo scritto la storia".
La sua stagione in maglia azzurra fu anche l'ultima di Maradona con la maglia del Napoli. Durante la stagione nello spogliatoio echeggiava già lo spettro del doping sul talento argentino?
"Assolutamente no, fu un episodio che sconvolse tutti anche perchè Diego era un ragazzo facile da amare, era amichevole con tutti".
La consacrazione di Andrea Silenzi avvenne in maglia granata. Parentesi che le permise anche di indossare la maglia della nazionale, che ricordo ha di quell'esperienza?
"Furono degli anni straordinari sotto il profilo realizzativo. Nella prima siglai le reti che permisero al Torino di conquistare la Coppa Italia nella doppia sfida al cardiopalma contro la Roma. Nell'anno successivo realizzai addirittura 17 reti, grazie agli assist di Benny Carbone. Nel febbraio della stessa stagione conquistai anche la maglia della nazionale, e feci l'esordio nell'amichevole persa al San Paolo per 1-0 contro la Francia".
Il futuro prossimo di Andrea Silenzi...
"Ormai da anni mi dedico alla mia famiglia e alla mia attività di costruttore edile. Ho accantonato un po il calcio in questi anni, ma proprio in questo periodo ho iniziato a collaborare con la Cisco Roma. Vorrei ritornare nel calcio professionistico gradualmente e non in modo traumatico".