Samp, Quagliarella: "Ritirarmi? Ci ho pensato, ma la passione è troppa"
Fabio Quagliarella si è raccontato intervistato da Diletta Leotta: “Diventare capocannoniere a 36 anni suonati è stato un traguardo pazzesco! Però non vedevo l’ora che finisse la stagione, è stata molto stressante. Tra me e me mi sono sempre detto ‘fisicamente sto bene’, quindi non ci ho pensato al ritiro, anche se scherzando con la mia fidanzata e con la mia famiglia qualche volta abbiamo parlato della possibilità di fermarsi chiudendo così in bellezza... però il problema è che la passione per questo sport è troppa, non smetteresti mai!”.
Conte o Giampaolo?
"Antonio Conte ti migliora sotto tutti i punti di vista, caratteriale e mentale, quella mentalità che vuole solo ed esclusivamente vincere. Lui lo dice subito: se perdo o pareggio non mi rivolgete la parola. Lui è un vincente, ha la sua metodologia ed è tosta, ti assicuro è dura dura. Noi dicevamo sempre: a Conte manca il joystick tipo Playstation, lui detta tutti i passaggi, si fa trasportare dall’entusiasmo, però è un vincente e io credo che quest’anno l’Inter sta lì e può dare molto fastidio.
Giampaolo, come persona, è molto più introverso, più chiuso: in tre stagioni qua alla Samp avremo parlato 5-6 volte, infatti ero io che andavo a parlargli. Lui mi diceva sempre che era tutto perfetto. Poi nel modo di lavorare Conte e Giampaolo sono simili, nel senso che non lasciano nulla al caso, controllano tutti i dettagli, sono i dettagli che fanno la differenza te lo ripetono sempre, nel tipo di approccio alle gare sono molto simili".
Sui trascorsi con il Napoli.
"Da bambino avevo fatto provini per il Napoli... è sempre stato il mio sogno. L’anno di Napoli poi ho giocato bene, sono andato in doppia cifra e eravamo andati in Europa, quindi non avevo nulla da rimproverarmi, i problemi venivano da fuori dal campo. Sono stati momenti difficili per me e la mia famiglia. Ricordo che chiamai il mio amico Giulio per condividere il mio disagio, non ce la facevo più in quel periodo dello stalker. E lui chiamò mio papà e lo avvisò che c’era qualcosa che non andava. Così una volta papà venne a prendermi a Castelvolturno, me lo ritrovai davanti, mi portò in macchina e mi disse: ‘stai tranquillo, fossero vere le cose che dicono ti direi di preoccuparti, ma sono solo stupidaggini, tanto primo o poi lo becchiamo'. Quella chiacchierata lì mi ha dato un po’ di serenità. E’ stato un incubo quel periodo, quell’uomo ha deciso di intromettersi nella mia vita e dare fastidio, ma lo prendo come una cosa che ha fatto parte del mio percorso, le soddisfazioni che potevo prendermi prima me le sto prendendo alla fine".
Sul rapporto con i tifosi.
"I tifosi del Napoli ce l’avevano un po’ con me ma io li ho sempre giustificati perché non sapevano la verità... poi quando è uscita, è stato come se fossi tornato a giocare al Napoli, mi vogliono un bene dell’anima. Quando hanno esposto quello striscione c’è stata la pace, è stato come se avessi vestito la maglia del Napoli di nuovo. Riabbracciarmi con loro? Beh sotto il profilo romantico, sarebbe la giusta fine, ma il Napoli sta facendo un percorso con giovani forti, io poi ho la fortuna di essere amato ed essere capitano di una piazza fantastica come la Sampdoria. Ho la fortuna di avere questo amore da due piazze".