Parma, Donadoni sul Torino: "Dobbiamo essere bravi a non scoprirci"
Conferenza stampa del tecnico Roberto Donadoni per presentare la partita di domani tra il Parma ed il Torino. Queste le sue parole riguardo agli avversari, come affrontarli al meglio vista la loro forza in difesa.
Il Torino gioca con un modulo spregiudicato, come va affrontata dal punto di vista tattico questa gara?
“E’ una squadra che ha un modo di giocare che può far pensare ad un atteggiamento spregiudicato, e invece mantiene costantemente 6 o 7 giocatori in fase difensiva e ciò chiaramente rende meno spregiudicato il loro modo di giocare. Il Toro ha consolidato bene questo atteggiamento, ha un ottimo temperamento, una difesa arcigna, concede poco e lotta molto. Le suddette caratteristiche richiamano quello che è lo spirito che ha sempre contraddistinto la maglia granata. Domani sarà una gara complicata da questo punto di vista, non dobbiamo farci prendere dalla frenesia di voler risolvere tutto subito. Sarà una partita dove servirà pazienza, trovando il bandolo della matassa senza dare loro le prerogative per giocatori bravi nelle ripartenze e nel fare le sponde che permettono gli inserimenti da dietro.”
Con gli esterni del Torino molto alti, bisognerà prendere delle particolari precauzioni?
“Bisognerà essere bravi nella rapida lettura di quella che può essere una situazione di ripartenza offensiva. Noi dobbiamo essere bravi a non scoprirci e non concedere loro questa opportunità perché con gli esterni alti qualche problema ce lo possono creare. Abbiamo lavorato in settimana, abbiamo valutato quello che può essere l’accorgimento tattico in fase di uscita. La cosa fondamentale sarà non pensare soltanto al dispositivo tattico che il Torino ha, ma a quello che possiamo fare noi per metterli in difficoltà.”
Lei parlava prima di una sana incoscienza per risolvere il problema del gol. Sansone in questi mesi ha fatto gol pesanti, può essere un esempio in tal senso?
“Si, sono d’accordo. Lui ha un po’ questa attitudine che a volte lo porta ad esagerare in senso opposto. Come ho detto anche ai ragazzi la scorsa settimana dopo la partita con il Catania, l’atteggiamento che mi piace è quello del secondo tempo contro i siciliani. E' vero, abbiamo rischiato, perché abbiamo concesso delle ripartenze e delle situazioni di contropiede pericolose, però quando si è troppo timorosi secondo me si produce poco e si dà poca soddisfazione a chi interpreta la gara. Io voglio che ci sia questo tipo di atteggiamento e Sansone lo ha. E’ chiaro che bisogna trovare il giusto mix, essere equilibrati in un senso e nell’altro.”
Un 4-2-4 si affronta meglio con il 3-5-2 o con il 4-3-3?
“E’ chiaro che i quattro difensori sui quattro attaccanti rimarrebbero bene, ma è un po’ il discorso della coperta corta, poi soffri da qualche parte. Se giochi con i tre difensori, se non ti muovi bene, puoi avere qualche difficoltà in più, però hai la superiorità numerica a centrocampo e questo ti permette di essere più pericoloso. Io sono convinto che si debba pensare a come svolgere noi la nostra gara, in funzione anche dell’avversario che ha determinate caratteristiche, però senza fermarsi perché questo ci complica la vita. A Torino se non sbaglio giocammo con il 3-5-2 e poi cambiammo strada facendo anche in funzione del fatto che poi fu espulso un giocatore loro. E’ fondamentale il nostro tipo di atteggiamento e il nostro tipo di proposta in fase di stimolo e volontà nel fare le cose. Quando hai gli stimoli giusti il modulo non fa la differenza, quando non sei propositivo diventa tutto difficile con qualsiasi modulo tattico.”