Mou non perdona Adriano. "E il Milan vince coi rigori"

01.11.2008 12:42 di  Raffaella Bon   vedi letture

José Mourinho non cambia idea. Dopo averlo ignorato per la trasferta di Firenze, non ha convocato Adriano nemmeno per la partita contro la Reggina in programma domani alle 18 al Granillo. Resta a casa anche Julio Cruz, ma almeno ufficialmente per infortunio. L'allenatore dell'Inter, in conferenza stampa, ha ribadito concetti a lui cari: "La mia filosofia è che i giocatori devono saper adattarsi al modo di pensare dell'allenatore". Poi per tre volte ripete: "Non so se Adriano capirà stando fuori, non lo so. Posso dire che se c'è qualcuno che si è dedicato a lui con il cuore come allenatore, ma anche come compagno di lavoro, sono stato io".

IL GRUPPO - Mourinho approfondisce con una lunga dissertazione: "Ma dopo arriva il momento in cui io sono il leader di un gruppo di 29 giocatori, un gruppo in cui ci sono regole e dove un allenatore non può avere un giocatore diverso che può permettersi di fare quello che gli altri non possono fare. Il mio affetto nei suoi confronti è lo stesso, non cambia, ma io devo difendere prima di tutto, come indica la mia storia di allenatore, prima il club, poi la squadra e alla fine noi, il gruppo. I miei principi di squadra sono fondamentali, i giocatori devono capire che questo per me è fondamentale. Domani sarebbe stato importante averlo con la Reggina, ovviamente sì, ma per me è più importante il rispetto dei professionisti e della società. Ci sono cose che per me non è possibile accettare. La strada per ritornare è lunga, ma non impossibile".
MANCINI - Mou è troppo intelligente per rimanere turbato davanti a chi fa già paragoni con Roberto Mancini. "Se vogliamo fare paragoni, facciamoli a maggio" dice. "Lo scorso anno, al primo di novembre, l'Inter non aveva vinto la Supercoppa e aveva perso la prima partita di Champions League. Aveva 3, 4 o 5 punti in più in campionato rispetto a ora. Non 20". Poi fa dietrofront e aggiunge: "Non è possibile fare paragoni, non è corretto. Ma se vogliamo farli, facciamoli...". Ragiona: i campioni d'Italia sono quarti in classifica, a 2 punti dalla coppia di testa formata da Udinese e Napoli. Davanti ai nerazzurri, c'è anche il Milan. "Quanti punti avevano lo scorso anno Udinese e Napoli? - afferma -. Non si possono confrontare due campionati, sono situazioni completamente differenti".
MILAN - Incalza: "Serve equilibrio nei giudizi. Quando il Milan era in difficoltà e non aveva questi rigori per vincere dicevo che era una grandissima squadra che presto o tardi arrivava al successo, quando la Juve era in una situazione difficile ho detto sempre che era una questione di tempo. Non ho mai detto 'siamo davanti, siamo campioni, gli altri sono morti', sono sempre stato equilibrato con gli altri, lo sono anche con la mia squadra". E si congeda ammettendo: "Se poi mi chiedete se sono contento, dico di no. Non sono felice di essere dietro al Milan e di non aver segnato nelle ultime 2 partite".