LIVE Di Francesco: "Faccio fatica a capire le decisioni sui rigori. A Superga ho capito ancora di più il valore che danno i tifosi del Toro alla Tragedia"

LIVE Di Francesco: "Faccio fatica a capire le decisioni sui rigori. A Superga ho capito ancora di più il valore che danno i tifosi del Toro alla Tragedia"TUTTOmercatoWEB.com
Eusebio Di Francesco
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Ieri alle 23:28Avversarie
di Elena Rossin
fonte Dall'inviata al Grande Torino Olimpico Elena Rossin

Il commento, in conferenza stampa, dell’allenatore del Venezia, Eusebio Di Francesco, sul pareggio con il Torino.

Una partita dalle due facce: nel 1° tempo il Torino ha fatto ben poco, mentre voi ci avete provato e infatti avete segnato e uno dei due gol è stato annullato. Nel 2° il Torino è entrato in campo un po’ più deciso  e dopo il loro pareggio voi non siete riusciti più a segnare. Deluso, arrabbiato o cosa?
“Le due cose messe insieme. Scegliete voi cosa di più. Per tanti motivi nel 1° tempo avremmo meritato il doppio vantaggio per quello che abbiamo mostrato in campo. E nel 2° la squadra non è rientrata in campo nello stesso modo, magari anche per merito del Torino e siamo stati meno bravi nel palleggio e ad andare a cercare le nostre geometrie. Siamo stati anche un po’ frettolosi nel calciare la palla lunga e spesso anche per merito dell’aggressività del Torino e dell’atteggiamento magari diverso che hanno avuto. Il rigore, dal mio punto di vista è rivedibile e discutibile, poi ognuno può avere il suo pensiero. Oggi i nostri difensori le mani non si sa più dove le devono mettere nelle distanze ravvicinate e domenica scorsa un episodio più o meno simile. Oggi obiettivamente il rigore non lo condivido per niente: né la scelta dell’arbitro né quella del Var. Faccio ancora fatica a capire quando è rigore nonostante tutti i discorsi che ci hanno fatto. Faccio fatica a capirlo”.

Nella ripresa ci sarebbe stato il margine per tenere un po’ più in campo Yeboah oppure no?
“Credo che l’unico che è entrato veramente bene è stato Oristanio che ha cercato di ridarci un po’ di brillantezza. Yeboah nell’ultima partita aveva giocato 90’, ma non si è allenato tantissimo e per questo mi serviva un po’ più di freschezza davanti perché il Toro ci stava un po’ mettendo sotto e infatti il cambio è avvenuto sull’1 a 1 e non sull’1 a 0. Avendo la possibilità di mettere un giocatore con caratteristiche simili nell’uno contro uno e un altro attaccante fresco per dare un po’ di vivacità all’attacco perché la direzione della partita stava andando più dalla parte dei granata e volevo cercare di riportarla con un po’ più di brillantezza dalla nostra parte. Abbiamo avuto alcune opportunità specialmente nei seguenti 7-8 minuti dopo l’1 a 1, ma siamo stati poco lucidi nella scelta finale.  E questo è un peccato”.

Quando Vanoli ha avuto il malore lei si è subito avvicinato, come ha vissuto quel momento?
“C’era il rigore, ma il mio pensiero è andato subito a Vanoli perché ho visto una scena che non mi era piaciuta e mi sono preoccupato e volevo accertarmi che fosse tutto a posto. Al di là del rapporto che abbiamo di grande stima, ci conosciamo da tantissimi anni, non dico che siamo amici però ci rispettiamo entrambi e mi sembrava doveroso  per l’uomo che sono io: il primo pensiero va alla salute degli allenatori e dei calciatori”.

Questa mattina lei e una delegazione del Venezia siete andati a rendere omaggio al Grande Torino a Superga. Cosa ha provato?
“Una bellissima sensazione. Andando a Superga ho capito ancore di più cosa significa il vecchio cuore granata e il rispetto e il valore dei tifosi del Toro per quello che è accaduto tantissimi anni fa, davvero una Tragedia. In più fra i caduti c’era un calciatore, Castigliano, che ha il mio stesso nome Eusebio. Non sapevo che si chiamasse così e la cosa mi è rimasta un po’ impressa perché questo nome è un po’ raro. E’ stata una visita piacevole, anche quella alla Basilica. Lo abbiamo fatto con la società che ci teneva a onorare la Tragedia e le persone che non ci sono state più dopo Superga”.

Mancano tre partite e si ha l’impressione che la squadra sia con lei. Può ottenere qualche cosa in più? Manca ancora qualche cosa nella sua idea di gioco? Questo è l’atteggiamento che si aspetta sempre dai suoi giocatori?
“Se ci fermiamo al 45’-47’c’è una squadra in campo che sapeva quello che voleva e forse avrebbe meritato anche di più di quello che ha avuto. Questa squadra ha fato così in tante partite e ovviamente voi giornalisti vi basate molto sul risultato perché il calcio è fatto anche di risultati, però se parliamo di prestazioni la squadra ha deluso raramente. Se analizziamo a 360° quello che ci è mancato è stata la continuità in questa gara e in generale. Però io sfido chiunque, se analizzate il Toro e in generale le partite di tutte le squadre si basa su un tempo e un tempo, 60 e 30 minuti, ma qual è la differenza? Quando si domina una gara bisogna cercare di fare male che significa cercare di concretizzare al meglio le occasioni  e in questo manchiamo ancora un po’”.

Lei non parla mai dei singoli, ma per Zerbin, che è un italiano, può fare un’eccezione?
“Sì. Alessio è venuto da noi e dove è stato ha giocato sempre con pochissima continuità e si sta ricavando un suo spazio con grande continuità e prestazioni grazie a come si allena e al suo modo di stare in campo e per come aiuta i compagni. Credo che abbia trovato un insieme, un gruppo di lavoro, sia da pare dello staff sia da parte dei compagni, che cerca di valorizzare al massimo le sue qualità e lui sta cercando di metterle in campo. Oggi ha fatto gol e ha avuto un’altra occasione e ne ha avute 3-4 in altre partite, però anche lui è mancato un po’ il guizzo per poter determinare le sue partite rispetto alle prestazioni”.