LIVE Di Francesco: "Faccio fatica a capire le decisioni sui rigori. A Superga ho capito ancora di più il valore che danno i tifosi del Toro alla Tragedia"

Il commento, in conferenza stampa, dell’allenatore del Venezia, Eusebio Di Francesco, sul pareggio con il Torino.
Una partita dalle due facce: nel 1° tempo il Torino ha fatto ben poco, mentre voi ci avete provato e infatti avete segnato e uno dei due gol è stato annullato. Nel 2° il Torino è entrato in campo un po’ più deciso e dopo il loro pareggio voi non siete riusciti più a segnare. Deluso, arrabbiato o cosa?
“Le due cose messe insieme. Scegliete voi cosa di più. Per tanti motivi nel 1° tempo avremmo meritato il doppio vantaggio per quello che abbiamo mostrato in campo. E nel 2° la squadra non è rientrata in campo nello stesso modo, magari anche per merito del Torino e siamo stati meno bravi nel palleggio e ad andare a cercare le nostre geometrie. Siamo stati anche un po’ frettolosi nel calciare la palla lunga e spesso anche per merito dell’aggressività del Torino e dell’atteggiamento magari diverso che hanno avuto. Il rigore, dal mio punto di vista è rivedibile e discutibile, poi ognuno può avere il suo pensiero. Oggi i nostri difensori le mani non si sa più dove le devono mettere nelle distanze ravvicinate e domenica scorsa un episodio più o meno simile. Oggi obiettivamente il rigore non lo condivido per niente: né la scelta dell’arbitro né quella del Var. Faccio ancora fatica a capire quando è rigore nonostante tutti i discorsi che ci hanno fatto. Faccio fatica a capirlo”.
Nella ripresa ci sarebbe stato il margine per tenere un po’ più in campo Yeboah oppure no?
“Credo che l’unico che è entrato veramente bene è stato Oristanio che ha cercato di ridarci un po’ di brillantezza. Yeboah nell’ultima partita aveva giocato 90’, ma non si è allenato tantissimo e per questo mi serviva un po’ più di freschezza davanti perché il Toro ci stava un po’ mettendo sotto e infatti il cambio è avvenuto sull’1 a 1 e non sull’1 a 0. Avendo la possibilità di mettere un giocatore con caratteristiche simili nell’uno contro uno e un altro attaccante fresco per dare un po’ di vivacità all’attacco perché la direzione della partita stava andando più dalla parte dei granata e volevo cercare di riportarla con un po’ più di brillantezza dalla nostra parte. Abbiamo avuto alcune opportunità specialmente nei seguenti 7-8 minuti dopo l’1 a 1, ma siamo stati poco lucidi nella scelta finale. E questo è un peccato”.
Quando Vanoli ha avuto il malore lei si è subito avvicinato, come ha vissuto quel momento?
“C’era il rigore, ma il mio pensiero è andato subito a Vanoli perché ho visto una scena che non mi era piaciuta e mi sono preoccupato e volevo accertarmi che fosse tutto a posto. Al di là del rapporto che abbiamo di grande stima, ci conosciamo da tantissimi anni, non dico che siamo amici però ci rispettiamo entrambi e mi sembrava doveroso per l’uomo che sono io: il primo pensiero va alla salute degli allenatori e dei calciatori”.
Questa mattina lei e una delegazione del Venezia siete andati a rendere omaggio al Grande Torino a Superga. Cosa ha provato?
“Una bellissima sensazione. Andando a Superga ho capito ancore di più cosa significa il vecchio cuore granata e il rispetto e il valore dei tifosi del Toro per quello che è accaduto tantissimi anni fa, davvero una Tragedia. In più fra i caduti c’era un calciatore, Castigliano, che ha il mio stesso nome Eusebio. Non sapevo che si chiamasse così e la cosa mi è rimasta un po’ impressa perché questo nome è un po’ raro. E’ stata una visita piacevole, anche quella alla Basilica. Lo abbiamo fatto con la società che ci teneva a onorare la Tragedia e le persone che non ci sono state più dopo Superga”.
Mancano tre partite e si ha l’impressione che la squadra sia con lei. Può ottenere qualche cosa in più? Manca ancora qualche cosa nella sua idea di gioco? Questo è l’atteggiamento che si aspetta sempre dai suoi giocatori?
“Se ci fermiamo al 45’-47’c’è una squadra in campo che sapeva quello che voleva e forse avrebbe meritato anche di più di quello che ha avuto. Questa squadra ha fato così in tante partite e ovviamente voi giornalisti vi basate molto sul risultato perché il calcio è fatto anche di risultati, però se parliamo di prestazioni la squadra ha deluso raramente. Se analizziamo a 360° quello che ci è mancato è stata la continuità in questa gara e in generale. Però io sfido chiunque, se analizzate il Toro e in generale le partite di tutte le squadre si basa su un tempo e un tempo, 60 e 30 minuti, ma qual è la differenza? Quando si domina una gara bisogna cercare di fare male che significa cercare di concretizzare al meglio le occasioni e in questo manchiamo ancora un po’”.
Lei non parla mai dei singoli, ma per Zerbin, che è un italiano, può fare un’eccezione?
“Sì. Alessio è venuto da noi e dove è stato ha giocato sempre con pochissima continuità e si sta ricavando un suo spazio con grande continuità e prestazioni grazie a come si allena e al suo modo di stare in campo e per come aiuta i compagni. Credo che abbia trovato un insieme, un gruppo di lavoro, sia da pare dello staff sia da parte dei compagni, che cerca di valorizzare al massimo le sue qualità e lui sta cercando di metterle in campo. Oggi ha fatto gol e ha avuto un’altra occasione e ne ha avute 3-4 in altre partite, però anche lui è mancato un po’ il guizzo per poter determinare le sue partite rispetto alle prestazioni”.
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