Samp, l'ex patron Mantovani: "La mia ricetta? Via Iachini e Palombo e un aiuto a Sensibile"
L'ex numero uno della Sampdoria, Enrico Mantovani, figlio del grande Paolo, era in tribuna a Marassi venerdì ad osservare lo scempio andato in onda sul campo. Blucerchiati ancora ko, dopo un'altra prova sconcertante. Ecco il suo pensiero su quanto accaduto al "Ferraris: "Ero ospite, sono andato a salutare Vittorio Garrone prima di andare via. C’era la gente che li stava ricoprendo d’insulti, mi ricordo quando capitava a me. Poi ho pensato di dire qualche parola a Sensibile, che conosco di vista ma non di persona. So che in certi momenti una parola fa bene. Ma l’atmosfera era troppo tesa. L’ho pensato ma non l’ho fatto, non era il momento. È un anno solare che va tutto alla rovescia, da tifoso sampdoriano come sono, è difficile sentirsi più depressi". Mantovani fa un focus sulla compagine guidata da Iachini: "E una squadra che non mostra mai capacità di reazione, un giocatore sampdoriano che finisce la partita e abbraccia un avversario. Sarà pure fair play, sarà stato un amico ma certe cose ai tifosi fanno male. Li vedi e riesce difficile non pensare che a loro, in campo, freghi molto meno che a te, che ti mastichi il fegato in gradinata, nei distinti o in tribuna. E poi vedi la squadra e non capisci che progetto tecnico ha, se ne ha uno: vedi tre dietro e cinque nel mezzo fermi, che non si smarcano, non fanno cose elementari. Mai".
L'ex patron dei ligure ha una ricetta per raddrizzare una stagione sino ad ora drammatica: "E' necessario cambiare molto. Per dire: l’obiettivo dev’essere avere uno spogliatoio a larga maggioranza di facce nuove. Diciamo che devi far arrivare sei giocatori e farne andare via dodici. Soprattutto se hai detto al mondo che vuoi fare la rivoluzionem cambiando eventualmente anche l'allenatore, Se lo dici, poi la devi fare perché se no, non ti segue più nessuno, ti ritrovi solo gente demotivata. Faccio due conti: almeno tre milioni per far arrivare i nuovi, altrettanti per far andar via giocatori di cui ti vuoi liberare, e tutti lo sanno. A Sensibile darei un supporto, sarebbe il primo ad esserne felice. Il caso Palombo? È facile dire che ci vuole qualcuno che sappia attaccare i compagni al muro dello spogliatoio, è facile dire che Palombo non ha queste caratteristiche. Sicuro che fra quelli che devono andare via, oggi come oggi, c’è anche lui. Oppure può restare: lui e una squadra nuova. Se no, non tornerà mai a essere il vero Palombo".