Verdi, scoccano i 29. Nabucco o Rigoletto granata?

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Ventinove anni compiuti oggi, per Simone Verdi, arrivato a Torino, come cavallo di ritorno, poco meno di due anni fa, il suo ritorno in granata ha finora rappresentato, in prevalenza, una grande occasione persa. Quella che si profilava come la chance per mostrare nuovamente al mondo i livelli toccati tra 2016 e 2018 a Bologna, alla corte di Roberto Donadoni, dopo l'anno da comprimario vissuto a Napoli, si è trasformata in un'esperienza professionale ben poco proficua, per Verdi stesso e per la compagine granata. Un eufemismo, a dir poco, al di là dei pochissimi momenti di gloria, e di un quadrimestre agli ordini di Davide Nicola, lungo il quale, riscoperto dall'ormai ex-tecnico di casa Toro come mezzala, si è solo in parte riscattato da un cursus honorum rimasto piuttosto striminzito, in termini di rendimento. 

Per citare un suo omonimo appena più celebre, Verdi resterà ora a combattere tra i ranghi granata, magari come uno dei nuovi condottieri della squadra, negli eroici e stoici panni di Nabucodonosor, oppure, da autentico Rigoletto, cederà alla disperazione, cercando di rivalutarsi, ancora una volta, altrove? Difficile ipotizzare una cessione a titolo definitivo, a meno di incappare in una quasi certa minusvalenza, Verdi è una risorsa che Juric potrebbe voler sfruttare appieno. Da alternativa sulla trequarti - per quanto sia ormai chiaro come il suo modulo ideale sia il 4-3-3, ma, da gasperiniano vero, Juric sa come far funzionare quei movimenti senza palla a tutela del gioco offensivo di trequartisti ed esterni offensivi, - oppure, come di recente ipotizzato sulle nostre pagine, da laterale vero e proprio, in maniera non dissimile da come, tra i ranghi scaligeri, aveva utilizzato Darko Lazovic (https://www.torinogranata.it/primo-piano/juric-con-te-il-toro-puo-cambiare-tre-possibili-novita-nello-scacchiere-123836). A ventinove anni, Verdi, con tanto sacrificio, la china può continuare a ritrovarla.