Ventura: “Vogliamo ferocemente prendere quello che riteniamo ci spetti di diritto”
Il tecnico granata commentando la gara con il Parma l’ha definita uno spareggio dove il Torino ha avuto le carte in mano e forse avrebbe potuto giocarle al meglio. Ventura è orgoglioso della squadra e si è sentito gratificato dal colore granata.
Bisogna completare l’opera e il Torino dispone di un punto in più sulla prima concorrente che resta il Parma, piccolo ma significativo vantaggio?
“Eh sì, per tutta la scorsa settimana si era letto che il Milan e il Parma si giocavano l’Europa e invece oggi si dice che se domenica vinceremo ci andremo noi. E’ stata una scoperta bellissima, forse qualcuno non lo sa ma i numeri dicono così. Questo per dire che pensieri cattivi di inizio campionato …. Oggi abbiamo avuto la possibilità di chiudere con una domenica d’anticipo il discorso Europa e sarebbe stato straordinario farlo in casa davanti al nostro pubblico che è stato fantastico. E’ stato un campionato assolutamente importante, però manca l’ultimo passaggio per far si che da importante diventi memorabile. Prepareremo la gara con la Fiorentina lavorando in settimana e poi andiamo a vedere se ci riusciremo allora bene e se non ce la faremo avremo comunque gettato delle basi importanti per il futuro di questa squadra e di questa società. Basta vedere lo stadio oggi che era figlio del lavoro di questo gruppo di giocatori, della loro serietà, professionalità, della loro voglia di essere squadra e di appartenere alla maglia granata e di trasmettere emozioni. Oggi è stato veramente lo stadio di questo gruppo di giocatori”.
E’ giusto che si prenda anche lei i meriti, parlano delle cellula granata da ricostruire il percorso è ultimato?
“Se io ritenessi ultimato il lavoro dovrei anche soprassedere un attimino sul mio futuro qui”.
Ultimato il percorso nel senso che il primo step è stato raggiunto.
“Non lo dico con polemica, ma quando si raggiunge il massimo dell’obiettivo si sa che soprattutto a Torino basta un niente per cancellare tutto, questo fa parte di un discorso generale. Io penso che il percorso non sia ultimato intanto ci manca ancora una partita, vedremo quale sarà il risultato finale e dove saremo arrivati. Il mio merito, secondo me, è di essere riuscito in questi tre anni, sono lunghi tre anni a Torino, di resistere alla tentazione di fare l’allenatore infatti non ho mai fatto l’allenatore, ma ho sempre collaborato con il gruppo dei giocatori e questo mi ha permesso di resistere altrimenti sarebbe stato obiettivamente difficile per mille motivi, però non voglio parlare di questo. Voglio, invece, fare i complimenti perché oggi mi sono sentito gratificato dal colore granata dello stradio, mentre tre anni fa il Torino era decimo in serie B e non era riuscito ad entrare nei play off e in tre anni abbiamo riempito lo stadio con la consapevolezza che basta vincere per andare in Europa la prossima stagione e ci saremmo potuti riuscire anche con una giornata di anticipo. E’ gratificante vedere questo gruppo di giocatori sapendo che ci mancano i due terzini sinistri da tre mesi e si va avanti come se niente fosse con calciatori che giocano fuori ruolo perché non ce ne sono altri per sostituire chi manca. Lo ridico è gratificante vedere la voglia e l’abnegazione di questi giocatori. Credo che oggi il tifoso granata sia orgoglioso della propria squadra e che insieme a noi proverà domenica a centrare l’obiettivo”.
Parlando della partita con il Parma il pari può essere tutto sommato giusto o ai punti avrebbe meritato di vincere il Torino?
“Questa non era una partita che si può dire che ai punti qualcuno poteva vincerla, era una o che si vinceva o che non si vinceva, più che una partita di campionato era uno spareggio, infatti se una squadra vinceva l’altra era fuori. In questo spareggio abbiamo avuto le carte in mano e forse avremmo potuto giocarle al meglio … però oggi mi alzo in piedi e con grande umiltà applaudo questo gruppo di giocatori, il mio applauso è ininterrotto perché io so che cosa hanno fatto, molti di voi non c’erano però io si e so la miriade di cose che hanno fatto e che nessuno s’immagina. Oggi è stata veramente la loro giornata, abbiamo solo rimandato di una settimana … speriamo”.
Il Torino non ha un rigore a favore dalla seconda giornata del girone di ritorno, la scorsa gara l’arbitro ha avuto una prestazione incolore e oggi ci sono stati più episodi discutibili. Come giudica l’arbitraggio?
“Dopo quello che era successo con il Milan non entro più nel merito delle questioni arbitrali, non ne parlo più. Non ha importanza quello che è successo anche se mi hanno detto che il rigore c’era (su Cerci nel secondo tempo, ndr). Secondo me l’arbitro ha diretto benissimo la gara, ripeto che non voglio entrare nel merito di queste cose. Ciò che conta e come arriveremo alla partita di domenica: con quale determinazione, convinzione, lucidità e serenità. Al novantesimo della partita con la Fiorentina tireremo le somme, vi costringiamo ad aspettarci al ritorno da Firenze”.
Con la Fiorentina giocherete senza Bovo e Immobile perché saranno squalificati, un problema in più per decidere la formazione?
“In questo campionato in altre occasioni abbiamo giocato senza Glik e Moretti, senza Cerci e già anche senza Immobile quindi non sarà un problema. Il gruppo quello che ha da dare darà, andremo a Firenze a giocarci la partita e vedremo in settimana come farlo al meglio, poi alla fine tireremo le somme come abbiamo sempre fatto”.
Lo stadio di Firenze non sarà sicuramente ostile.
“Questo non lo so”.
I tifosi del Torino e della Fiorentina sono gemellati e amici fraterni, sarete accolti bene.
“Se le tifoserie sono gemellate, cosa che non sapevo, sarà positivo. Andiamo a giocarcela come è giusto che sia sapendo che sarà una partita difficile, ma sapendo anche che abbiamo una voglia feroce di andarci a prendere quello che riteniamo ci aspetti di diritto per quello che abbiamo fatto in questa stagione, il campionato va avanti però basta solo ricordare le vicissitudini che abbiamo avuto nel girone d’andata e i punti che abbiamo dovuto lasciare per capire che avremmo già dovuto esserci”.