Ventura: "Rammarico per aver dominato la Roma senza fare punti"
Come commenta la sconfitta con la Roma?
“Trovo questa in assoluto una delle sconfitte più immeritate della stagione, perché se è pur vero che avevamo di fronte giocatori di qualità, il gol di Lamela chiarisce il valore dei singoli come Totti quando è entrato, però noi seppur in emergenza, infatti, avevamo solo due centrocampisti, a parte Bakic che è giovane e questa non era forse la partita adatta per lui, e Barreto che si era infortunato nella rifinitura di sabato e qualche altro problema, abbiamo fatto la partita. Nel secondo tempo per larghi tratti l’abbiamo anche dominata al di là dei pali, della parata di Gillet, dei tiri da tre metri, delle svirgolate sulla linea bianca con la palla che esce fuori e i tre-quattro stop di D’Ambrosio nell’area piccola che se stoppati bene avrebbero prodotto forse altri risultati. La sconfitta è assolutamente immeritata, da un lato c’è il rammarico per non aver raccolto punti, ma dall’altro la consapevolezza che se siamo tali tre-quattro punti li faremo poi dove e quando non conta. Adesso incomincia già il tam tam che ci sono solo più otto punti dalla terzultima e (sorride con un pizzico d’ironia, ndr) non riesco ancora a comunicare che non sono gli otto punti il problema, ma i punti che dobbiamo fare noi, potrebbero essere due o dieci e non cambierebbe assolutamente niente, è la nostra crescita, sono le nostre partite, sono i punti che noi faremo che contano. Con chi faremo questi punti non lo so e di partita in partita non posso pensare che se perdo una o due gare sia la catastrofe perché significherebbe veramente parlare lingue diverse in modi diversi, in galassie diverse. Detto questo la gara di oggi ha evidenziato che se siamo tali possiamo fare i punti che ci servono con chiunque, non sempre può girare male come questa volta, perché se sull’uno a uno si fosse segnato in occasione della punizione di Cerci avremmo vinto la partita”.
Anche con il Bologna aveva detto che la gara era girata male.
“Ultimamente sta girando in questa maniera, però il fatto che alla fine tutto il pubblico si sia alzato in piedi ad applaudirci vuol dire che ha capito che alcune parole difficili da dire che sono serietà, professionalità, voglia, crescita hanno un significato. Il pubblico non ha l’anello al naso e sta capendo quello che sta accadendo a Torino”.
Lei non gradisce parlare dei singoli, ma che giudizio dà alla partita di Cerci?
“Questa è stata una buona partita del Torino in generale”.
I tifosi però non capiscono la situazione di Bianchi: ha segnato dieci gol e con pochi altri è in regime di svincolo e sembra che il Torino voglia programmare il proprio futuro senza di lui che è il suo miglior marcatore. Non si può fare definitiva chiarezza su questa situazione?
“Questa è una domanda che deve essere fatta alla società, io faccio l’allenatore. Alcuni stanno marciando sul fatto che ci siano diatribe senza limiti fra me e Sansone o fra me e Bianchi o tra me e Brighi o tra me e D’Ambrosio. L’ho detto prima la gente non ha l’anello al naso e chi segue il calcio e il Torino sa e apprezza la serietà di un gruppo che sta lavorando da diciotto mesi e siamo passati dal Torino-Padova decimi in classifica al rammarico per aver dominato la Roma e non aver fatto risultato”.