Ventura: “I tifosi ci aiutino e noi dobbiamo lavorare in silenzio. Giochiamo per vincere”

26.11.2014 17:39 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Ventura: “I tifosi ci aiutino e noi dobbiamo lavorare in silenzio. Giochiamo per vincere”
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

L’allenatore del Torino alla vigilia della partita d’Europa League con il Club Brugge ha analizzato il momento della squadra. Ecco le sue risposte:

 

In questo momento di difficoltà che cosa può dare la partita di domani con il Club Brugge alla squadra del Torino e all’ambiente granata?

“La partita di domani è importante naturalmente per i punti, ma oggi come oggi qualsiasi tipo di risultato non ci garantirebbe la qualificazione a meno che non ci sia una vittoria e una sconfitta della squadra avversaria e per squadra avversaria intendo il Copenhagen. Quindi al di là del risultato numerico credo che sia importante per noi fare una prestazione che dia tra virgolette fiducia all’ambiente e che dia anche ulteriore fiducia ai giocatori, che però credo che ce l’abbiano, e che serva a unire perché domenica c’è stato un leggero sbavamento. Siamo in Europa League, ma abbiamo in assoluto bisogno del pubblico non solo domani bensì sempre, il Torino non può prescindere dai propri tifosi. Mi auguro che i tifosi prendano per mano i giocatori e che si sentano protagonisti loro del passaggio del turno, è un sogno che al Torino mancava da vent’anni e sarebbe bello che si riprendesse insieme questa strada, per la verità non si è mai interrotto nulla, però credo che in tante occasioni sia stata la squadra a coinvolgere i tifosi e questa volta sarebbe il caso che il pubblico prendesse per mano la squadra, sarebbe un segnale importante”.

In questi giorni durante gli allenamenti ha visto nei giocatori la voglia di fare un qualche cosa di più per allontanare i dubbi che poco alla volta si sono accumulati nell’ultimo periodo?

“Dubbi non ne abbiamo, magari qualche difficoltà. Ieri è stato fatto un buonissimo allenamento con grande partecipazione da parte di tutti. Il calcio è fatto di situazioni e credo che i primi settanta minuti di domenica siano stati importanti, poi il risultato ci ha penalizzato e quindi nascono i dubbi, ma questo fa parte del gioco. Credo (e si rivolge a Bovo che è seduto al suo fianco, ndr) che all’interno dello spogliatoio non ci siano dubbi e quando riusciamo a fare ciò che sappiamo alle volte riusciamo a portare a casa anche qualche cosa di buono. Mentre sappiamo con certezza assoluta che quando dovesse esserci sufficienza e presunzione, due fattori che possono incidere in qualsiasi squadra, non portiamo a casa niente. Ne abbiamo avuto le prove negli anni passati e anche quest’anno. E’ un momento, potremmo dire tante cose, che abbiamo gli stessi punti dell’anno passato e siamo in Europa League, ma in realtà abbiamo realizzato meno gol e questo è un dato fuor di dubbio. Credo che oggi sia fondamentale da parte nostra lavorare, possibilmente in silenzio, perché tutto ciò che abbiamo ottenuto è sempre stato attraverso il lavoro e non con le dichiarazioni. Ripeto, adesso l’aiuto del pubblico serve, abbiamo sempre ricevuto affetto dai tifosi, i giocatori hanno bisogno d’affetto, è un dare e avere. Ci sono dei momenti … l’anno scorso Immobile all’inizio non faceva gol e si chiedeva se era adeguato alla serie A e noi abbiamo cercato di fargli capire che il calcio è fatto di momenti positivi e negativi e che non era inadeguato e poteva ritagliarsi uno spazio importante e poi attraverso il lavoro è riuscito effettivamente a ritagliarsi uno spazio importante. Sappiamo che a volte si è incudine e altre martello e oggi noi siamo incudine e speriamo di tornare ad essere martello come lo siamo stati direi negli ultimi anni quando eravamo noi a martellare. Con grande serenità e consapevolezza stiamo passando un momento particolare, lo sappiamo e lavoriamo, non c’è nessun tipo di problema. Domani incontreremo una squadra che in Belgio è seconda in classifica e che non ha mai perso una partita in campionato e che nelle ultime tre partite è andata a fare quattro gol a Copenhagen e cinque in casa e prima altri quattro, questo perché è una buona squadra. Sappiamo che sarà una partita difficile. Da una lato c’è la consapevolezza delle difficoltà di questa gara, ma dall’altro c’è la voglia di metterci in discussione, di verificarci, andremo a vedere chi siamo e che cosa vogliamo fare. Questo è un aspetto perché tre giorni dopo ci sarà una partita particolare (il derby, ndr) dove si dovranno affrontare altre tematiche. Dobbiamo fare un passo alla volta e quello di domani è importante. Non è se vinciamo oppure no perché se la mettiamo in questi termini allora stiamo sempre sotto la spada di Damocle, ma se siamo o non siamo, se facciamo una partita vera o … se si gioca contro una squadra che sta meglio è normale che sia lei ad avere più chance. Quello che conta è che cosa si fa per superare il gap, se gap c’è, e come si cerca di superarlo: questa è la tematica della partita”.

Come mai Gaston Silva non è fra i convocati visto che era presente alla rifinitura di questa mattina?

“Gaston Silva non è stato convocato perché è reduce da un tour de force aereo con la sua Nazionale ed ha avuto un po’ di … e poiché sulla carta domani non avrebbe giocato allora è meglio che lavori per mantenere e ritrovare la condizione. Se stesse benissimo probabilmente avrebbe anche giocato, ma non essendo così a questo punto era inutile fargli fare la rifinitura oggi e lasciarlo a riposo domani, è meglio che lavori in questi due giorni in modo che sia pronto venerdì”.   

In attacco schiererà due punte oppure un attaccante di ruolo con a supporto due centrocampisti offensivi?

“Se mi date la formazione del Brugge lo dico, altrimenti mi mettete un po’ in imbarazzo facendomi questa domanda. Immagino che il Torino giocherà con tre difensori e due esterni, quindi do questo vantaggio gigantesco a Preud’homme dicendogli che giocheremo a cinque”.

In un’intervista a Tuttosport ha detto che Larrondo e Sanchez Miño sono due giocatori da recuperare mentalmente, avranno un periodo di soli allenamenti com’è accaduto a Padelli oppure saranno rilanciati domani sera?

“Non è certo una partita che può dare o togliere qualche cosa. Domani, tenendo presente che in questa settimana ci sono tre gare, giocherà la squadra che ci dà più garanzie in questo momento sotto tutti gli aspetti. Nell’intervista ho detto certe cose per far capire alla gente che a volte la difficoltà di un calciatore è dovuta perché si dice che non è adatto alla categoria e alle volte le difficoltà derivano proprio dall’aspetto psicologico, chiedetelo a Bovo. La serenità è fondamentale e permette di osare la giocata, di sentirsi convinto di poter segnare quando capita l’occasione e di fare qualsiasi tipo di cosa. Faccio l’esempio di D’Ambrosio, quando sono arrivato a Torino il giocatore non era sereno e ogni volta che entrava in campo era in grandissima difficoltà e questo non significava che non aveva qualità, infatti oggi gioca nell’Inter e se non avesse avuto qualità non sarebbe stato preso da questo club. Nessuno quando sono arrivato al Torino pensava che D’Ambrosio potesse essere un giocatore importante e tutti mi dicevano come potevo schierare D’Ambrosio, il suo problema non era tecnico, ma semplicemente di ritrovare o trovare convinzione nei propri mezzi. Abbiamo lavorato sei mesi e poi D’Ambrosio è entrato in campo e concettualmente non è più uscito fino a quando non si è trasferito all’Inter. Questo è un esempio chiarissimo di cosa s’intende per serenità e non è una critica al calciatore, ma una comunicazione all’esterno per dire che la serenità può essere data non solo con le parole ma anche dall’ambiente in generale e più l’ambiente è sereno e più è veloce la crescita di un giocatore”.

Domani potrà essere la serata di Amauri?

“Se significa che fa gol lo speriamo. Se gioca, la serata di un calciatore è perché fa qualche cosa d’importante altrimenti sarebbero serate per tutti. Me lo auguro, me lo auguro”.

Dando per scontato che domani Amauri giocherà, perché lei dopo la gara con il Sassuolo ha detto che non aveva giocato per essere disponibile con il Club Brugge, al suo fianco sarebbe possibile per caratteristiche tecniche vedere Larrondo?

“Sì certo, la stessa domanda mi potrebbe essere fatta per Martinez e risponderei sempre di sì. Amauri e Larrondo possono giocare insieme soprattutto in alcune partite dove ci possono essere molti cross”.

La partita di domani è a tutti i costi da vincere per riprendere il primo posto nel girone oppure si può anche solo pareggiare e quindi puntare a passare il turno ugualmente magari rimanendo secondi?

“Gestire il risultato nelle partite di coppa è fuori luogo, è la nostra prima esperienza dopo tanti anni in Europa e a volte ci riusciamo e a volte no, ma giochiamo assolutamente per vincere, è un dato di fatto. Potremmo pure perdere ventisette a zero e pareggiare a Copenhagen per passare il turno, ma questo è l’ultimo dei problemi. Oggi noi sappiamo di essere e lo sapevamo anche l’anno scorso il punto è che dobbiamo solo capire qual è la strada per centrare gli obiettivi uno alla volta, perché ci sono obiettivi iniziali e altri successivi. La partita di domani dobbiamo giocarla per vincere perché ci deve dire se questa è la strada giusta per centrare gli obiettivi come abbiamo fatto l’anno passato”.

Bovo si è dato disponibile per battere i calci di rigore, ma quando in campo non c’è Quagliarella che è il rigorista designato che deve assumersi l’onere e l’onore di calciare il rigore?

“Se in campo non c’è Quagliarella c’è un altro delegato a battere il rigore, non si decide sul momento chi deve calciarlo ovviamente. I rigori sono belli e particolari. Larrondo aveva segnato dagli undici metri con il Brommapojkarna e poi ha sbagliato con l’Inter, El Kaddouri aveva segnato con lo Spalato e poi ha sbagliato con il Verona, Sanchez Miño sappiamo tutti com’è andata, è stata un po’ particolare. Ora aspettiamo come andrà”.

Quagliarella non ha mai sbagliato finora ed è appunto il rigorista, ma c’è un altro oltre a Bovo che si è offerto di prendersi questa responsabilità?

“C’è uno che in allenamento calcia benissimo i rigori … ma è meglio che non dica chi è (ride, ndr). Alle volte in allenamento si fa veramente bene poi davanti a trentamila persone si sbaglia. Comunque tre su tre sbagliati in campionato mi sembrano un po’ esagerati come numeri e sarebbero tre-quattro punti in più in classifica, se si aggiungono anche i due rigori sbagliati da Cerci e Immobile la passata stagione diventano cinque consecutivi in campionato, sono tanti … quindi è meglio non batterli più”.

Allora il nome di un altro rigorista non lo fa?

“Bovo (indicandolo, ndr).