Ventura: "Derby gara difficile, ma se letta bene non impossibile"
Domani sarà un passaggio importante sul piano della maturità e del lavoro che è stato fatto. Il Torino non vince perché il singolo fa la differenza, ma perché la squadra ha lavorato nella fase difensiva e in quella offensiva per portare a casa il risultato.
C’è tanta aspettativa da parte dei tifosi per questa partita, quale potrebbe essere la percentuale di successo del Torino?
“Mah, quando c’è una partita se non si avesse neanche la speranza di vincere non avrebbe senso partecipare, quindi è evidente che la si affronterà con la speranza e la convinzione di poterla vincere. Incontreremo in assoluto la squadra più forte che vuoi per il derby vuoi per la gara di quattro giorni dopo di Champions avrà di fronte una settimana importante e hanno avuto il tempo per prepararsi e arriveranno assolutamente determinati e concentrati come del resto hanno fatto quasi sempre. E’ chiaro che per noi sarà una partita difficile e che ci sono delle diversità nei valori fra le due squadre, ma è altrettanto vero, come si sente dire, che il derby non è una partita come le altre. Ieri Chiambretti mi ha detto: “Vinca il peggiore” e questa è stata un’iniezione di grande fiducia e coraggio, però è una partita che in tanto c’è il piacere di giocarla. Sono arrivato l’anno scorso e c’era da una parte depressione e dall’altra tanti punti interrogativi ed è stata un’annata assolutamente importante, dove la Juventus ha dominato il campionato di serie A e il Torino lo ha fatto più o meno in serie B, quindi, credo, che domani sarà veramente la festa di Torino e poi è chiaro che c’è il derby con due tifoserie, con due storie alle spalle ed è bello giocarselo. Siamo onorati di andare allo Juventus Stadium, ma ci andiamo con l’umiltà di chi incontra la squadra più forte e con la consapevolezza che se faremo bene le cose …. aspettiamo il risultato finale e poi si vedrà”.
Che Juventus si aspetta?
“Sono sfortunato perché ero andato a vedere la Juventus con il Chelsea e sono uscito depresso: i bianconeri hanno disputato una grande partita e, come si suol dire, li hanno asfaltati, mentre non ho visto la gara con il Milan neppure in televisione, quindi non sono in grado di dare un giudizio su che partita sarà. C’è voglia di fare, se la Juve è quella vista con il Chelsea sarà veramente difficile, ma sono dell’idea, e lo dico con grande umiltà e con la consapevolezza di chi siano noi e i nostri avversari, che certe partite sono difficili e se le si interpreta male diventano difficilissime, però se le si interpreta bene restano difficili, ma non impossibili”.
Questa è la partita che se vinta - sono diciassette anni (9 aprile 1995) che il Torino non vince un derby e si ricordano ancora i due gol di Rizzitelli che siglarono il successo - potrebbe essere un’occasione professionale e farla entrare ulteriormente nella storia della società?
“Scusate, ma mi è venuto da ridere perché ho letto da qualche parte che Claudio Sala ha detto che vorrebbe che segnasse Meggiorini e se ciò avvenisse entrerebbe nella storia e sarebbe veramente il massimo, lo dico in senso buono. Al di là delle battute è vero che il derby è una partita sentitissima dalle due tifoserie ed è una gara un po’ particolare e che tutti si aspettano di vincere e per farlo bisogna fare gol, che manca da tanti anni (24 febbraio 2002 segnarono Ferrante e Cauet, ndr). I tifosi vogliono una partita da Toro questo vuol dire che la squadra deve sapere quello che si deve fare in campo e deve metterci grande applicazione, determinazione e lucidità. Per usare un’altra frase fatta se non giocassimo con la Juventus, ma con il Barcellona non è comunque contro queste squadre che dobbiamo fare punti, però essendo una partita particolare al di là del risultato sarà fondamentale una prestazione sopra le righe come del resto abbiamo fatto con la Fiorentina altrimenti non avremmo né avuto il rammarico per non aver vinto né avremmo fatto quello che abbiamo fatto. Per me non sarà un’occasione professionale di derby ne ho già giocati altri, più o meno grandi o piccoli, e questo vuol dire che non sono più giovanissimo, ma al di là di questo credo che sia molto più sentito dai giocatori che non ne hanno mai disputato uno prima. Qualcuno potrà anche pagare come è accaduto nei primi minuti al San Paolo di Napoli, poi una volta presa confidenza anche lì la partita è stata disputata sopra le righe”.
Potrebbe essere paradossalmente un vantaggio che quasi nessun giocatore abbia mai disputato un derby?
“Credo che l’esperienza conti, infatti al San Paolo nei primi dieci minuti forse qualcuno guardava gli spalti e abbiamo preso gol su una rimessa laterale, ma a parte questo un po’ di esperienza in positivo e in negativo nelle partite fin qui giocate è stata fatta, quindi avendo già la difficoltà di aver di fronte in assoluto la squadra migliore se poi dovessimo regalare anche un po’ di timidezza o di timore è chiaro che diventerebbe difficilissimo, ma non credo che avverrà perché la squadra ormai ha acquisito consapevolezza dei propri pregi e difetti e quindi ce l’andremo a giocare con grande serenità e poi vedremo come andrà a finire”.
E’ più Conte che si è ispirato al suo modo di far giocare la squadra o viceversa, in tal senso ci sono opinioni differenti?
“E’ il solito chiacchiericcio da bar. Conte sta dimostrando in Italia, e gli auguro di poterlo fare anche in Europa, che ha una delle squadre più organizzate e che sa sempre cosa fare e come farlo e in questo io non c’entro nulla, ma è solo merito suo”.
Allo stadio domani sera ci saranno quasi esclusivamente tifosi della Juve, sembrerà strano dal punto di vista ambientale?
“In proiezione futura ci dovremo abituare agli stadi di proprietà. La bellezza del derby era non solo lo sfottò fra le due tifoserie con lo stadio diviso a metà e le scenografie a confronto che alle volte sono straordinarie, ma nel momento che lo stadio diventa di proprietà questo non esiste più. L’anomalia è che c’è solo uno stadio di proprietà, ma in futuro quando ci saranno altri stadi di questo tipo ognuno si gestirà il suo, da questo punto di vista mancherà la competizione fra le due tifoserie”.
Spesso è capitato che le squadre che affrontano la Juventus perdano già prima di entrare in campo perché assumono un atteggiamento timido nei confronti dell’avversario e dell’ambiente. Ha preparato in tal senso i suoi giocatori?
“Giocheremo alle 20,45 e vorrà dire che arriveremo allo stadio alle quindici così i giocatori potranno adattarsi piano piano. Sono d’accordo che non c’è l’abitudine a vedere uno stadio tutto per una squadra e un pochino può incidere soprattutto per i miei giocatori che sono esordienti nel derby e anche nella categoria e sarà un buon test per questi ragazzi, è un passaggio importante e potrà aumentarne il bagaglio di esperienze. Lo stadio della Juventus ha comunque un’incidenza su molte squadre e se si spera di fare risultato allo Juventus Stadium difficilmente si riesce a farlo, ma se invece si ha la consapevolezza di quello che si è e di quello che si sa e si deve fare contro una squadra come la Juventus allora lo stadio incide un po’ di meno e questo è il passaggio della crescita che deve fare una squadra come la nostra che viene da una categoria inferiore”.
La Juventus è la squadra in assoluto più forte contro la quale ha dovuto preparare una partita?
“Non credo che sia la più forte, ho incontrato l’Inter del Triplete. In carriera mi è già capitato di allenare squadre che hanno battuto la Juventus: tra a uno quando i bianconeri erano allenati da Ferrara e uno a zero con Delneri in panchina, anche se non tutte le Juventus che s’incontrano hanno lo stesso valore qualitativo o le si affronta nel momento di maggiore o minore forma o nel periodo con più o meno impegni importanti. Tutto sommato qualche numero positivo è dalla mia parte, quindi non disperiamo”.
Negli scontri diretti fra lei e Conte però non ha mai vinto, un tabù da sfatare?
“Da allenatori ci siano affrontati pochissime volte, lasciamo stare le statistiche perché in occasione della partita con il Bologna c’era Pioli che non aveva mai perso giocando contro di me e ringraziando il cielo è successo, con la Fiorentina Viviano non aveva mai subito gol da una squadra allenata da me e ne ha presi due”.
Secondo lei la Juventus è la squadra candidata a vincere lo scudetto?
“Sì”.
Fra i bianconeri c’è un giocatore che per le sue qualità potrebbe far cambiare la disposizione tattica del Torino?
“In realtà la disposizione tattica siamo più noi che la facciamo cambiare ai nostri avversari che viceversa, molte squadre inclusa la Fiorentina lo hanno fatto e questo lo vedo come una gratificazione al lavoro dei miei giocatori”.
La qualità della Juventus è indubbiamente superiore a quella del Torino. Concettualmente quando s’incontrano squadre di questo tipo che hanno giocatori come Pirlo, tanto per fare un nome a caso, è meglio marcarli a uomo oppure conviene effettuare un gioco difensivo globale andando a contenere il giocatore man mano che si sposta sul campo?
“Credo che contro la Juventus non si possa fare una sola cosa poiché ci sono delle situazioni che permettono di fare alcune cose e altre nelle quali si è costretti a farne altre. Qualche volta la palla l’avremo noi, ma spesso sarà loro e in base a dove hanno il possesso della palla bisognerà esercitare una pressione, se si è in grado di farlo, e in altre zone del campo non lo si potrà fare assolutamente, e bisognerà giocare di squadra che poi è mediamente quello che tentiamo di fare sempre. Si può cercare di organizzare tutto, cercare di prevedere e prevenire qualsiasi cosa però poi ci sono i giocatori in campo e se il singolo con una sterzata salta due uomini è evidente che tutto quello che si è pensato di fare a priori decade perché è la qualità che fa la differenza. Stiamo parlando molto perché è un derby, ma quello che mi incuriosisce è che per noi questa partita sarà un passaggio importante sul piano della maturità e del lavoro che è stato fatto, non finalizzato a questa partita che non abbiamo avuto neppure più di tanto il tempo per prepararla, avendo giocato mercoledì sera in Coppa Italia, ma non è questo il problema piuttosto che abbiamo un anno e mezzo di lavoro alle spalle e domani dobbiamo metterlo sul piatto della bilancia e vedere chi siamo e se il lavoro fin qui svolto ha avuto un senso o meno, al di là di quello che potrà essere il risultato perché non possiamo essere figli dell’esito di una partita in quanto il nostro obiettivo è raggiungere quaranta punti alla fine del campionato. Sinceramente battere la Juventus sarebbe, come si dice, qualche cosa di storico, però se si vince con la Juventus e poi si perdono le successive cinque partite sarebbe un fallimento, se avessimo la fortuna di non perdere e poi facciamo cinque risultati utili consecutivi allora varrebbe molto di più il non perdere che la vittoria, ma è chiaro che chi sente o legge questa mia dichiarazione dice: “Intanto vinci” perché il concetto è questo. Io devo pensare a trecentosessanta gradi, a un discorso di crescita e di esperienze da incamerare. Senza fare paragoni, ma il Napoli l’anno scorso giocando in Champions ha pagato pegno perché non aveva l’abitudine e poi piano piano si migliora. La stessa Juventus deve gestire il fatto che quest’anno gioca anche la coppa internazionale. Questo vale anche per noi non sul piano delle forze, ma su quello mentale. Domani sarà un’esperienza importante e l’analizzeremo a fine partita”.
Sarà un derby un po’ diverso perché si affronteranno due squadre con una loro idea di gioco?
“Se affrontassimo la Juventus senza un’idea di gioco la partita finirebbe dopo un quarto d’ora. E’ evidente che bisognerà mettere in campo oltre le solite cose necessarie anche delle idee. La vera forza della Juventus è mettere in campo delle idee abbinata alla qualità dei singoli, infatti, ha dominato il campionato scorso e lo sta facendo anche quest’anno, non è un caso. Se si prendono gli stessi undici giocatori e li si manda in campo senza avere un’idea di gioco non avrebbero potuto fare quello che hanno fatto fino ad oggi e lo stesso discorso in piccolo vale per noi. Siamo due realtà diverse, ma credo che sarà un derby giocato”.
Si attende qualche cosa di speciale da Bianchi o da Cerci?
“Non da loro in particolare, ma dalla squadra che se non fa qualche cosa di speciale farà la fine di tutte le altre perché, senza voler paragonare il Torino a nessuno, ma se il Chelsea affronta la Juve e prende tre gol è evidente che o si fa una partita speciale o si rischia di subire”.
Dica un nome di giocatore per ogni squadra che può spostare l’equilibrio della gara.
“Per la Juventus si può scegliere un nome a caso, nel Torino bisogna scegliere per forza il Torino perché se non giochiamo sempre da squadra non riusciamo a fare punti, a prescindere da chi affrontiamo. Un po’ di rammarico c’è per tre-quattro punti lasciati per situazioni veramente un po’ difficili da capire e se li avessimo avremmo una classifica importante per quella che è la nostra dimensione ed è figlia di quello che abbiamo prodotto in campo. Non abbiamo mai vinto partite perché il singolo ha fatto la differenza, ma perché la squadra ha lavorato nella fase difensiva e in quella offensiva per portare a casa il risultato”.
Sia voi sia la Juventus avete da recriminare per qualche decisione arbitrale, domani sera il direttore di gara sarà Rocchi. Siete sereni da questo punto di vista?
“Non ho mai fatto polemiche e ho apprezzato tantissimo le parole di Buffon e Marotta dopo la gara con il Milan perché è vero che il rigore non c’era e questo è una penalizzazione, però è vero che nel corso della partita i rossoneri avevano fatto di più dei bianconeri. L’episodio ha penalizzato la Juventus, ma un singolo caso ci può stare. Però è un dato di fatto che noi abbiamo avuto cinque-sei-sette episodi consecutivi che sono stati determinanti. Nella gara di Coppa Italia un tiro che finiva in porta è stato deviato con la mano e da regolamento c’era rigore ed espulsione e passare in vantaggio con un giocatore avversario in meno in campo probabilmente avrebbe cambiato il risultato. L’episodio è stato visto da tutti, ma non è stato visto allo stesso tempo, la cosa finisce lì per carità. Ma tornando indietro sono tutti stati episodi decisivi quelli che ci hanno penalizzati, come quello accaduto fra Milan e Juventus perché un conto se la partita finisce uno a zero con di mezzo l’episodio un altro se finisce tre a zero poiché può essere decisivo per il fatto che l’episodio stabilisce l’andare in vantaggio però poi vengono realizzati altri due gol. Sono contento che arbitri Rocchi e so che ci sono come assistenti Romeo e Ciampi tutti con anni di esperienza. Per il direttore di gara e i sui assistenti sarà una partita non difficilissima perché le due squadre tentano, la Juve in assoluto e noi ci proviamo, di giocare a calcio e non sarà una battaglia all’arma bianca. Faccio un in bocca al lupo di cuore a chi arbitrerà, ma non ce n’è bisogno”.