Ventura: "Con il Bologna non possiamo permetterci disattenzioni"

10.11.2012 17:02 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Ventura: "Con il Bologna non possiamo permetterci disattenzioni"
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© foto di Federico Gaetano

Dalla gara di domani avremo ulteriori generiche verifiche sul piano della crescita. Ogbonna sta meglio e se avrà ritrovato la piena forma giocherà con la Roma. Un caso che Bianchi e Sansone abbiano giocato poco insieme.

Si torna a giocare in casa dove il Torino ha palesato qualche difficoltà in più, con il Bologna può essere superato questo, prima che diventi un problema?
“E’ quello che vorremmo per non andare a inficiare tutto ciò che abbiamo fatto in trasferta. E’ vero che le sconfitte con Cagliari e Parma sono state frutto anche di episodi discutibili, ma è un dato di fatto che abbiamo la possibilità di migliorare e ne siamo consapevoli. Come siamo consci dei rischi che incontriamo perché non credo che il Bologna ci lascerà tanti spazi e non possiamo permetterci la minima disattenzione poiché la qualità di Diamanti, Gilardino e compagnia, che sono giocatori di spessore, fa sì che se si sbaglia si paga. La partita è delicata sotto tanti aspetti e noi la viviamo con la voglia naturalmente di fare risultato e come un’ulteriore verifica dopo aver fatto una settimana di buon lavoro. Per la classifica è importante il risultato, ma per noi ancora oggi lo è altrettanto la prestazione. A Napoli abbiamo pareggiato al novantesimo, però la prestazione è stata importante. Da un lato abbiamo l’obiettivo di lavorare per crescere e anche questa partita rientra in quest’ottica senza scordare che si devono fare punti perché non bastano le buone prestazioni”.

Quindi si tratta più di una verifica caratteriale?
“No, è una verifica generale, perché ormai l’aspetto psicologico l’abbiamo pagato all’inizio, ma ormai siamo una squadra di questo campionato e quindi giochiamo fra virgolette ad armi pari e per farlo in serie A bisogna essere consapevoli di quello che si è e che si deve fare avendo determinazione, umiltà, voglia, la rabbia di ottenere il risultato attraverso la prestazione perché il novanta per cento dei nostri risultati sono figli della prestazione e mai frutto di singole giocate. Tempo fa ho parlato di pressioni, ma ora non esistono più e tutti sanno cosa significa giocare con la maglia granata sulle spalle. Ho parlato di una tassa da pagare per quelli che esordivano in A, ma ormai lo hanno fatto quasi tutti tranne Diop e Gomis, quindi dobbiamo proseguire nel lavoro per diventare sempre più coesi, compatti e convinti che attraverso il lavoro raggiungeremo gli obiettivi che ci siamo prefissati”.

Basandosi sulla sua esperienza per trovare spazi con squadre che si chiudono è meglio agire sulle fasce o per vie centrali?
“Mediamente il buon senso dice che se si vogliono aprire degli spazi si deve sfruttare tutta l’ampiezza del campo, quindi si ha bisogno degli esterni, però poi questa è solo una piccola parte delle situazioni che si verificano in campo. Non so se il Bologna si schiererà con due punte più Diamanti come ha fatto in alcune occasioni oppure con una punta e Diamanti mettendo un uomo in più a centrocampo, se così sarà occorrerà pazienza (non il giocatore del Bologna), tranquillità e serenità e le somme si tireranno al novantatreesimo perché se si cercherà di ottenere tutto e subito il rischio di raggiungere l’effetto contrario aumenterà. La gara di Napoli ha messo a fuoco che sotto di un gol, su una rimessa laterale assolutamente evitabile, abbiamo mantenuto lucidità e se avessimo fatto cinque passi avanti in più rispetto a quello che facevamo sarebbe successo quello che è capitato al Dnipro (sconfitto 4 a 2 con quattro gol di Cavani, ndr). Con il Bologna non sarà una partita facile e, ripeto, non si potrà ottenere tutto e subito e alla fine vedremo cosa avremo ottenuto”.

Quando la sua squadra ne affronta una con la difesa schierata a tre di solito va in campo con il 4-3-3 mascherato e possibile che questa volta invece utilizzi due esterni alti di ruolo?
“Questo è un cliché, l’anno scorso abbiamo giocato spesso così e nulla vieta che anche domani possiamo farlo. Non abbiamo giocatori per poter variare e non appena abbiamo avuto Suciu disponibile abbiamo variato in questo modo, ma se Sergiu non è disponibile (gioca con la Primavera per ritrovare il ritmo partita e debellare i timori nei contrasti dopo la rottura del legamento crociato accadutagli alla fine della scorsa stagione, ndr) non si può. Spero che Suciu possa essere a disposizione per la partita con il Siena di Coppa Italia del ventotto. Stiamo recuperando Santana, che ha avuto problemi fisici e ora ha di nuovo la gamba che gira, e lui può fare entrambe le cose. Se non si sta bene non si può giocare, la qualità in serie A la contrasti con le idee e con le gambe. Abbiamo recuperato discretamente Cerci e anche altri giocatori, chi a livello di gambe, chi di serenità e chi di testa. In questa settimana c’è stata serenità e disponibilità e tutti hanno lavorato per incamerare e non perché gli veniva detto di farlo e questa è la cosa più importante”.

Come mai Stevanovic non è fra i convocati?
“Come è accaduto l’anno scorso ha bisogno  di uno stacco, è partito bene e ora deve confrontarsi con se stesso: di capire che al cinquanta per cento non serve e che è fondamentale che lui giochi al cento per cento delle sue capacità. Non è facile per un ragazzo di ventuno anni essere sempre sul pezzo, soprattutto per chi a sempre dato come lui. Mi ha detto, frase che mi ha colpito, che deve ritrovare il fuoco negli occhi che è un modo bizzarro di dire avere gli occhi da tigre, deve ritrovare il furore, la voglia e la rabbia di essere quello che è già stato in modo da essere utile al Torino ed essere apprezzato da chi lo tiene d’occhio da quando lo scorso anno si è rivelato una delle sorprese assolute del campionato”.

Meggiorini psicologicamente come sta dopo i fischi che aveva ricevuto nell’ultima gara casalinga?
“Se dovessero fischiare nuovamente Meggiorini non lo voglio neanche commentare, è una cosa che non prendo in considerazione. Meggiorini ha lavorato come tutti gli altri e non vede l’ora di dare il suo contributo come l’ha dato l’anno scorso e come ha sempre cercato di dare”.

Ogbonna anche domani non giocherà, a che punto è il suo recupero?
“Lo dico sottovoce, ma Ogbonna sta decisamente meglio e credo che mercoledì alla ripresa degli allenamenti, perché si giocherà poi lunedì con la Roma, si aggregherà ufficialmente a tempo pieno con noi. Se sarà in forma andrà i campo a Roma, un giocatore importante come lui non può essere mandato allo sbaraglio: gioca se può rendere al meglio, bisogna tutelarlo e tutelare la società che ha in lui un capitale investito”.

Da Rodriguez si aspettava che non facesse rimpiangere Ogbonna?
“Io mi aspetto sempre qualche cosa di positivo dai giocatori perché se c’è qualche cosa che non va lo si cerca di mettere a fuoco e superarlo. Questo è un gruppo di giocatori che dà sempre il massimo. Di Cesare doveva andare allo Spezia e invece ha giocato bene e in serie A. Molti di questi giocatori hanno potenzialità maggiori di quelle che credono di avere, devono solo convincersi di più di quello che sono e che possono dare. E’ un mese che giochiamo senza Ogbonna e abbiamo fatto finta di niente perché Rodriguez aveva lavorato a lungo in silenzio e si è fatto trovare pronto, questo è lo spirito di gruppo. Masiello si è infortunato, Caceres e Agostini erano in ritardo di forma, e D’Ambrosio, che era quello che in B veniva fischiato appena andava in campo, oggi gioca con grande naturalezza sia a destra sia a sinistra. Questi giocatori non mi sorprendono facendo bene, altrimenti quando in estate la società mi ha chiesto se ero favorevole a tenerli non avrei detto di sì. Ad esempio D’Ambrosio se continua a lavorare con umiltà decuplica il suo valore così come altri, Stevanovic, Darmian. Si lavora su due fronti: ottenere i risultati nei limiti delle nostre possibilità e cercare di produrre una situazione economica positiva, perché se alla fine della stagione oltre a ottenere qualche giocatore si riesce a valorizzare i nostri in modo che siano richiesti da altre società questo permetterebbe un discorso più serio e più ampio in termini di programmazione. Se ci sono introiti in sede di mercato ci si può muovere in maniera un pochettino diversa da come si è fatto finora”. 

A proposito di Masiello, come sta?
“Sta recuperando e domani al novanta per cento sarà con noi. Una volta recuperato deve solo trovare il passo per giocare novanta minuti”.

E Gazzi?
“Sta bene, ha recuperato la botta al polpaccio”.

Santana è stato recuperato, Stevanovic ha bisogno di staccare, Cerci non si è ancora visto al cento per cento, i problemi maggiori del Torino sono sulle fasce?
“E’ un insieme di cose, nel secondo tempo con la Lazio abbiamo rischiato di prendere gol, ma potevamo farne quattro, tre su cross di Cerci e uno di Darmian, tutti clamorosi. A Napoli se c’è stata una squadra che aveva la possibilità di segnare eravamo noi con D’Ambrosio, Cerci, Sgrigna. Quindi se si riflette non è un problema di fasce o di punte, ma è un problema generale che con tranquillità dobbiamo affrontare perché se non accadessero situazioni da gol sarebbe drammatico, però visto che ne creiamo prima o poi tre gol li faremo. E’ chiaro che si spera sempre di concretizzare un po’ di più”.

La gara con il Bologna è adatta alle caratteristiche di Sansone?
“A lui come a tutti bisogna dare il tempo per crescere e metabolizzare situazioni e modo di lavorare. Sansone ha qualità e caratteristiche ben precise che sono importanti in alcuni contesti, ma deve crescere sotto altri aspetti. Più lo si grava di responsabilità e più i tempi di crescita si allungano perché ha margini di miglioramento incredibili, questo ovviamente esula dal discorso di domani”.

E’ un caso che finora Sansone non abbia quasi mai giocato con Bianchi? In molti vorrebbero vedere questa coppia in campo.
“E’ una casualità, non ho mai neppure dato peso al fatto che abbiano giocato poco insieme”.