Un giorno arriverà un Percassi al Torino, ma fino ad allora resilienza cari fratelli granata

13.08.2020 12:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Urbano Cairo
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Urbano Cairo
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

L’Atalanta é motivo di speranza, ma suscita anche dolorosa rabbia e un po’ d’invidia per chi ha a cuore il Toro. Ha una rosa che vale 266,50 milioni (dato Transfermarkt, come i successivi) eppure é arrivata terza in campionato a pari punti con la Lazio (la Juventus prima classificata vale 610,20; l’Inter seconda 586,05; la Lazio quarta 304,80; la Roma quinta 355,33; il Milan sesto 355,15; il Napoli settimo 354,60) e ai quarti di finale in Champions League, seppur sia doloroso per la Dea l’essere stata eliminata dal Paris Saint Germain, che ha un parco giocatori che vale 801,45 mln, e non aver raggiunto la semifinale alla sua prima partecipazione alla massima competizione europea non é un risultato così negativo come può apparire a caldo e tenuto conto che parteciperà alla parteciperà alla prossima edizione. E in Coppa Italia si è fermata agli ottavi. Non ha giocatori primedonne, ma funzionali al gioco di Gasperini e dediti alla causa, preziosi quindi quasi quanto i top player dei grandi e ricchissimi club. Questo perché Antonio Percassi, che non é un nababbo ma comunque un solido imprenditore, si è circondato di collaboratori esperti messi tutti nelle migliori condizioni per lavorare ed esprimere le proprie capacità a iniziare dal responsabile dell’area tecnica Giovanni Sartori. Collaboratori che hanno scelto un allenatore competente senza essere un fenomeno e giocatori validi creando un ottimo mix fra giocatori provenienti dal vivaio (ben organizzato e adeguatamente finanziato) e altri presi dopo attenta selezione in Italia e all’estero. Negli anni pur vendendo qualche calciatore pregiato la squadra comunque é stata migliorata e quando ci sono stati dei problemi tutti hanno fatto quadrato senza sbracare individuando ciò che non andava e cambiando senza stravolgere e così sono passati dall’essere una “provinciale” a diventare una realtà consolidata. Ora la sfida é mantenersi su questi livelli, ma la strada sembra tracciata.

Ecco perché vedere dov’è arrivata l’Atalanta é motivo di speranza, ma anche di dolore rabbioso e di un po’ d'invidia per i veri tifosi del Toro. Se il proprietario del Torino fosse un imprenditore come Percassi la squadra granata potrebbe ripercorrere lo stesso cammino che ha fatto e sta facendo l’Atalanta. Non che Urbano Cairo non possa fare altrettanto visto che le possibilità economiche le ha, ma i fatti comprovati da 15 anni di presidenza provano, al di là di ogni possibile confutazione, che non ne ha finora avuta la volontà. Ed è questo che lo rende inviso e scatena critiche e contestazioni contro di lui, che lo infastidiscono molto, ma che per il momento non lo hanno smosso a cambiare rotta e chissà se lo farà in questa sessione di mercato visto che le premesse non portano a pensare a una svolta di questo tipo stante le trattative per arrivare a giocatori richiesti da Giampaolo e non costosissimi bloccate per una differenza di qualche milione di euro, leggasi Rodriguez e Linetty su tutti.

Cosa fare allora? Purtroppo i tifosi del Toro non possono fare nulla oltre il dissentire civilmente, rodersi il fegato e sperare che qualche cosa muti in meglio. Un giorno arriverà un Percassi al Torino e allora le cose cambieranno, ma fino a quando non capiterà resilienza cari fratelli del Toro.