Trasportare in campionato ciò che si fa in campo internazionale

Dopo il passaggio del turno in Europa League il Torino ha l’obbligo di risollevarsi in campionato allontanandosi dalla zona retrocessione.
12.12.2014 11:24 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Trasportare in campionato ciò che si fa in campo internazionale
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L’aria di Coppa fa tanto bene al Torino, infatti, quando i granata la respirano si trasformano e sembra che in campo scendano i fratelli gemelli più forti e determinati di quelli che in campionato stentano troppo, anche con squadre alla portata. Qualcuno dirà che il Torino in Europa non ha incontrato formazioni di grande livello, sarà, ma sono pur sempre squadre che nei loro campionati si collocano con assiduità nei primi posti e non è pensabile che siano inferiori al Verona, all’Atalanta, al Sassuolo o al Palermo, tanto per citare avversari che hanno battuto o costretto al massimo al pareggio il Torino. Quindi perché la squadra di Ventura fatica così tanto in Italia? Mancanza di vetrina internazionale? Se fosse così sarebbe grave poiché si tratterebbe di presunzione snobbare chi disputa lo stesso campionato. E’ vero che all’estero le squadre giocano senza troppi tatticismi e lasciando maggiori spazi, però sarebbe riduttivo individuare solo in questo la causa delle difficoltà granata.

 

Il Torino è riuscito a qualificarsi ai sedicesimi di finale d’Europa League quindi può benissimo e deve riuscire a risollevarsi in campionato, perché è assurdo che stazioni a ridosso della zona retrocessione. Dimenticare la cinquina rifilata al Copenhagen e il passaggio del turno e concentrarsi sull’Empoli, che in Europa, Coppa Uefa, è transitato una sola volta nella sua storia fra la fine di settembre e gli inizi d’ottobre del 2007, ma che in campionato ha due punti in più del Torino e che nell’ultimo turno ha pareggiato due a due con il Napoli in trasferta, mentre i granata al San Paolo poco più di un mese fa avevano perso due a uno. La squadra di Sarri nelle ultime quattro partite ha conquistato otto punti, vittorie con Lazio e Parma e pareggi con Atalanta e Napoli, facendo decisamente meglio della compagine allenata da Ventura che nello stesso periodo ha racimolato un solo punto pareggiando domenica scorsa con il Palermo e perdendo le tre gare precedenti con Juventus, Sassuolo e Roma.

 

Non concedere un tempo agli avversari scendendo in campo determinati e concentrati è la prima cosa che si richiede al Torino, perché troppe volte in campionato ha sbagliato l’approccio alla partita oppure nella ripresa, soprattutto nei finali, ha gettato alle ortiche quanto aveva fatto in precedenza, subendo gol evitabili che hanno avuto grandi ripercussioni sulla classifica. Avere un atteggiamento non rinunciatario che induce la squadra troppo spesso a rintanarsi nella propria metà campo è un’altra cosa che non si vorrebbe più vedere, perché il più delle volte quando il Torino ha attaccato gli avversari è riuscito a metterli in difficoltà, quindi farlo con maggiore continuità porterebbe benefici. Soprattutto non commettere errori individuali grossolani che consegnano la palla agli avversari e finiscono regolarmente per essere pagati a caro prezzo subendo gol, se non si riesce almeno in questo non si può parlare di crescita o attendere con trepidazione di cimentarsi con squadre di alto livello in Europa. Con l’Empoli lunedì il Torino deve disputare una partita di qualità e ottenere punti. Si chiede troppo? No, è il minimo sindacale.