Tra voci e chiacchiere di mercato occhio alle cifre: il Torino bada ai conti

Sopra un certo tetto il club granata non compra, e non elargisce stipendi principeschi. Se vende, lo fa solo per cifre importanti
16.06.2019 18:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Urbano Cairo
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Urbano Cairo
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

È il tempo delle indiscrezioni e delle chiacchiere di mercato, anche perché le compravendite vere e proprie, salvo qualche eccezione, si faranno dal primo luglio, giorno dell’apertura ufficiale del calciomercato. È indubbio, però, che i sondaggi e le trattative si svolgano per tutto l’arco dell’anno, e che alla fine del campionato s’intensifichino, in un crescendo rossiniano. Per cui non c’è da stupirsi che, anche per quel che riguarda il Torino, ci siano voci riguardo a potenziali rinforzi per la rosa a disposizione di Mazzarri, e altrettante relative a calciatori granata nelle mire di altri club. Per quanto riguarda questi ultimi, Cairo è stato chiaro: non venderà alcun giocatore tra quelli che costituiscono lo zoccolo duro della squadra, a meno che non sia il giocatore stesso a chiedere di essere ceduto. Nella logica di non trattenere chi non vuol restare. Le dichiarazioni del presidente sono rafforzate dal fatto che l’allenatore è sempre lo stesso, con un’idea di gioco ben precisa, e, avendo già a disposizione un’ossatura della squadra affidabile, non vi sarebbero ragioni valide per modificarla. C’è solo bisogno di potenziarne un po’ la qualità, nell’ottica di migliorare quanto fatto quest’anno, e centrare, con i risultati ottenuti sul campo, l'agognata qualificazione in Europa League. Per la Champions è meglio rimandare: più saggio fare un passo alla volta.

Discorso differente e più complesso quello dei giocatori in entrata. Non ci sono dubbi: le priorità sono quelle legate a un uomo di fascia e a un attaccante che abbia caratteristiche idonee a interagire con Belotti, senza essere doppione di Falqué. Non guasterebbe, poi, l'arrivo di un interno di centrocampo di comprovata qualità, capace al contempo di interdire e di spingere. Per il resto servono solo seconde linee per completare l’organico, di qualità non troppo dissimile dai titolari.

Come noto, sono stati accostati al Torino Mario Rui e Simone Verdi, terzino sinistro e attaccante esterno, entrambi in forza al Napoli. Come profili, più il primo del secondo per la verità, rientrano nelle priorità del club granata, ma le richieste partenopee li rendono decisamente inaccessibili, quanto meno rispetto al tetto di spesa finora mantenuto da Cairo. Aurelio De Laurentiis valuta Mario Rui circa 18 milioni, e Verdi sui 25, come riportato oggi da Tuttosport. È evidente che, a queste cifre ben ,difficilmente il Torino li acquisterà visto che il giocatore finora più costoso è stato Zaza, pagato 15 milioni e 600 mila euro, tutto compreso. Certo, Cairo potrebbe decidere di innalzare il tetto massimo per acquistare un singolo giocatore, ma fino a che punto? Sarebbe disposto, il presidente, ad avvicinarsi, o addirittura a superare i 18 milioni? E se lo è, lo farebbe per un terzino, che peraltro, tra Roma e Napoli, non ha confermato del tutto quanto mostrato con la maglia dell'Empoli? E, ancora, riguardo a Verdi, l'ex-Bologna vale davvero la cifra richiesta (e già spesa dal Napoli un anno fa)? Dubbi ce ne sono, e non pochi. Senza dimenticare Cutrone, per il quale il Milan chiede 30 milioni: scommessa affascinante, ma decisamente costosa, e, ancora una volta, fuori dai parametri. ​​​​Discorso analogo per quanto concerne gli stipendi:​ ​​Juan Jesus o Perotti, riserve di casa Roma, anch'essi periodicamente indicati come possibili obiettivi del Torino, guadagnano rispettivamente 2,2 e 1,9 netti (fonte Panorama). Più di un certo capitan Belotti, che non supera il milione e otto. Per tutti i nomi menzionati, dunque, un eventuale approdo in casacca granata, salvo clamorosi cambiamenti di direzione da parte della società, dovrebbe essere accompagnato da un significativo abbassamento delle pretese economiche. Sia da parte dei club, per quanto riguarda i cartellini, sia dal punto di vista dell'ingaggio richiesto. Per il resto, almeno per il momento, ci si ferma al pour parler.