Tra sogni e realtà la certezza della parte sinistra della classifica
Buon Anno, in casa granata lo si può dire con la convinzione di chi si è lasciato alle spalle un periodo difficile dove regnava l’incertezza ed era arduo vedere la luce in fondo al tunnel. Oggi il Torino ha di fronte a sé un percorso diverso, sempre in salita, però con un allenamento che permette di non inciampare rovinosamente e scivolare verso il basso e anzi consente di scalare ulteriormente la montagna con la possibilità di raggiungere il belvedere che non sarà quello posto in cima alla vetta, ma comunque si trova in quota.
Dove potrà arrivare il Torino non è facile da prevedere, in fin dei conti non è neppure terminato il girone d’andata, però il solco formato dai cinque punti che piazzano i granata in modo saldo al settimo posto garantisce un piccolo, ma significativo margine di sicurezza e pongono Parma, Genoa, Lazio, Udinese e Cagliari e ancor di più Milan, e Sampdoria e Atalanta ed anche Chievo e Bologna per non parlare di Sassuolo, Livorno e Catania nella condizione di dover inseguire e provare a riacciuffare la truppa di Ventura che è in fuga. Un banco di prova importante sarà la gestione di questo calciomercato che riaprirà i battenti fra due giorni. E’ evidente che il Torino non ha bisogno di grandi innesti, ma è altrettanto chiaro che deve colmare alcune lacune a prescindere da eventuali cessioni, su tutte quella di D’Ambrosio: non ci sono né un vice Darmian, né un vice Vives e neppure un vice El Kaddouri. Sistemate queste tre priorità si può pensare se è meglio cedere alcuni giocatori che finora sono rientrati meno nei piani tecnici, Masiello, Gazzi, Bellomo, Barreto e Meggiorini, per individuarne di più funzionali e adatti ai due moduli che fin qui sono stati utilizzati il 3-5-2 e il 3-4-1-2.
Mantenendo l’attuale media punti il Torino chiuderebbe il campionato a quota 55 punti (calcolati per difetto, il conto preciso sarebbe 55,88) quindi con un risultato non solo molto al di sopra delle più rosee aspettative, ma forse persino eccessivo rispetto al potenziale dell’organico. Realisticamente adesso i granata hanno il dovere verso se stessi e verso i tifosi di continuare sulla strada intrapresa in modo da mantenere la parte sinistra della classifica e togliersi qualche altra soddisfazione, magari provando con grande convinzione a vincere il derby di ritorno, così da consolidare i risultati raggiunti e programmare il prossimo campionato con l’obiettivo iniziale di piazzarsi fra il decimo e il sesto posto e non dover pensare più che prima di tutto c’è da raggiungere la salvezza.