Toro sciupone, agganciato in vetta
Solitamente non mi fascio la testa prima di essermela rotta, perciò sostengo che questo Toro, che sta soffrendo un periodo di forma non proprio smagliante, continua ad essere la squadra da battere in questo campionato. Assodato questo, si può fare un’analisi che reputo corretta, del momento difficile dei granata. Al Toro servono dei correttivi, che poi sono quelli stessi che avevo suggerito ad apertura della campagna acquisti, in pratica una punta che possa giocare con Bianchi o Antenucci, ed è arrivato Meggiorini, due esterni a sinistra, uno altro ed uno basso, che possano dare adeguati tempi di recupero a Parisi e Guberti.
A queste priorità si è aggiunta quella del portiere con l’infortunio di Coppola. Trovare un estremo difensore che sappia anche giocare con i piedi mi sembra una cosa tanto banale che vale la pena ricordare, anche per non snaturare ulteriormente il gioco di Ventura.
Bisognerà capire quanto vuole spendere il Toro, anche perché oggi come oggi nessuno è inarrivabile, basta avere gli argomenti giusti. Stessa identica cosa vale per gli esterni, quelli buoni costano, nessuno te li regala, ed in prospettiva promozione penso che valga la pena spendere, perché potrebbero essere utili anche per il prossimo campionato, quello di massima serie s’intende.
Per quanto attiene alla partita contro il Cittadella, l’andamento della gara ha dimostrato come Stevanovic a sinistra renda la metà, ma forse anche meno, di quanto non faccia sulla destra. Con Steva a sinistra il gioco del Toro è meno spumeggiante, più laborioso e meno efficace di quello che si potrebbe legittimamente attendere. Nel primo tempo il gioco sugli esterni non è praticamente mai esistito. Surraco che avrà anche fatto quello che viene comunemente detto il lavoro sporco, in realtà si è visto pochissimo in fase offensiva, mentre Stevanovic sacrificato sulla sinistra, ha raramente dato profondità all’azione dei granata. Che poi nè Parisi, nè Darmian, abbiano supportato i due esterni alti è cosa altrettanto evidente. Non è un caso che le migliori occasioni da gol il Toro le abbia avute con l’ingresso di Meggiorini, lo spostamento di Antenucci sulla fascia sinistra, con Darmian più alto e con il serbo riportato sulla fascia di competenza.
Chiedersi perché Ventura abbia voluto iniziare la partita in quel modo è una domanda lecita, regalando, di fatto, per tutto il primo tempo le due fasce all’avversario. Poco conta il fatto che in attacco ci fossero Antenucci e Sgrigna, due che non devono essere serviti con palloni alti, anche perché non è detto che raggiunta la linea di fondo si debba forzatamente rimettere al centro il pallone cercando la testa degli attaccanti.
Flavio Bacile
Detto che il Toro continua ad avere un attacco atomico, non solo per la cadetteria, date uno sguardo a tante formazioni della massima serie per averne la riprova, bisognerà trovare un modo per rimetterlo in moto. Un attacco che, oggi come oggi, sembra essere una Ferrari costretta a girare nel giardino di casa. Per quanto attiene alla sindrome del gol che sta attanagliando gli avanti granata, sembra veramente non avere una spiegazione logica. Antenucci, che ha segnato un gol, anche bello, contro il Cittadella, ne ha sbagliati altri due, uno nel primo tempo su lancio di Sgrigna, difficile forse, ma non impossibile, uno clamoroso nella ripresa, solo, soletto, davanti al portiere. Sgrigna nell’unica occasione che gli è capitata sul piede, invece di tirare un fendente di rara potenza è precisione, ha consegnato la palla nelle mani di Cordaz cercando un tiro piazzato. Lo stesso Meggiorini appena entrato ed al suo esordio in maglia granata, si è divorato un gol con la porta praticamente vuota e Cordaz in uscita disperata. Tanto spreco, quindi pareggio giusto, aldilà del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno, i punti persi cominciano a pesare anche in classifica, nonostante un girone d’andata concluso con 42 punti.
Ora tutto passa nelle mani di Cairo e Petrachi, rinforzare questa squadra diventa un obbligo, per non buttare alle ortiche tutto il lavoro fatto finora, che non è proprio poca cosa, giacché nell’ultima stagione è stato miseramente fallito anche quello che era l’obiettivo minimo, quello di raggiungere i playoff. Riconoscere il lavoro di Ventura significa alla fine dargli i pezzi migliori per continuare l’avventura.