Toro, quanti rimpianti

29.11.2010 08:52 di  Marina Beccuti   vedi letture
Toro, quanti rimpianti
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© foto di Giacomo Morini

Flavio Bacile

Una partita quella di Piacenza che lascia agli uomini di Lerda tanti, troppi rimpianti, perché, non si può dominare la prima frazione di gara, costruire almeno quattro limpide occasioni da gol e sprecarle una dopo l’altra, e pensare di arrivare al novantesimo senza pagare dazio. I rimpianti aumentano se si guarda poi alla classifica, il Toro poteva essere lì, a ridosso delle prime, un quinto posto che, anche ricordando l’inizio stentato dei granata in campionato, con il tecnico che non è finito sulla graticola per una quisquilia, sarebbe stato un giusto premio per Lerda ed i suoi ragazzi.


La partita del Garilli ha visto un primo tempo dei granata finalmente convincente, anzi ottimo, sia per quanto riguarda l’approccio alla partita, autentico tallone d’Achille in queste prime giornate di campionato, sia per il gioco espresso. Questo almeno fino ai sedici metri finali, dove si sono buttate al vento non meno di quattro occasioni importanti nella prima frazione, con il Piacenza che stava praticamente a guardare, ed almeno due nella ripresa. Ripresa che si è aperta con un Piacenza in crescita, che alla fine ha meritato il pareggio, ma con il Toro che ha risposto colpo su colpo, riuscendo a sprecare due nitide occasioni, una addirittura clamorosa, con Belingheri che a due metri dalla porta, invece di tirare di prima, cerca di controllare il pallone favorendo il ritorno dei difensori. Per il Toro, ottima la partita di Bassi, a dimostrazione che si è lavorato bene in quel ruolo, eccellente quella della difesa, che si è fatta sorprendere, forse, in occasione del gol di Cacia, ma nel calcio è praticamente impossibile non concedere nulla all’avversario, di livello la prestazione del centrocampo, con De Feudis e De Vezze supportati nella maniera giusta da Scaglia, mediocre, per non dire altro, quella degli avanti, con Sgrigna praticamente assente, ancorché fuori ruolo, Belingheri convincente solo nei primi venti minuti, e Lazarevic che si è dimostrato, nuovamente, tanto bravo nel costruirsi l’occasione, quanto nel sciuparla. Alla fine un pareggio che muove la classifica, ed in serie B non è mai una cosa negativa, che conferma di fatto alcune idee che avevo espresso, e che “costringe” i granata a cercare il bottino pieno contro la capolista. Questa partita ci permette anche di fare alcune considerazioni sulle scelte di Lerda, in primis, e su quanto abbiamo visto in queste ultime giornate, in secundis.


Il fatto che Lerda abbia ripresentato la stessa formazione che aveva battuto il Modena, pur avendo a disposizione sia Pellicori sia Iunco, ci permette una duplice riflessione. La prima suona come una bocciatura per Pellicori, non definitiva è ovvio, ma se il ragazzo di Cosenza non gioca dall’inizio in una partita dove al Toro manca il centravanti titolare, contro una squadra che occupa le ultime posizioni della classifica, dove Sgrigna, e questa volta per scelta tecnica non obbligata dalle circostanze, torna ad occupare una posizione non sua, ci si può legittimamente chiedere, quando potrà giocare? La seconda su Iunco è forse forzata, visto che non si conosce bene la condizione fisica del giocatore, ma alzi la mano chi non si aspettava di vederlo in campo almeno negli ultimi venti minuti, e ci porta a pensare che i dubbi tattici sulla sua posizione in campo, fermo restando questo schieramento, non siano solo i nostri. Quanto al Toro di queste ultime giornate, diventa sempre più convincente, ed il motivo è presto detto, il centrocampo è cresciuto, è cresciuto il Toro, il motivo è più pratico che fisico, infatti, i due mediani hanno una maggiore copertura da parte degli esterni, quindi, non sono costretti a sdoppiarsi in copertura, e possono non solo garantire un maggiore filtro alla difesa, ma anche permettersi il lusso di appoggiare la fase offensiva, senza aprire una voragine in mezzo al campo. Quanto al modulo, questo 4-2-3-1 di Lerda, che è stato il vero tormentone di quest’ultimo periodo, quasi a dire che il modulo possa determinare il risultato di una partita, è evidente che con Scaglia e Lazarevic a presidiare le fasce, assomiglia sempre di più ad un 4-4-2 classico, e lo diventerà sempre di più, parere personale, con il ritorno di Bianchi, affiancato da una seconda punta che può essere Sgrigna o all’occorrenza Iunco.


Dubito, e quindi mi aspetto l’immediata smentita, di poter rivedere dall’inizio i tre attaccanti puri, anche perché la squadra ha dimostrato di supportare male questa variante tattica, e con i terreni pesanti dell’inverno pretendere qualità offensiva ed un massiccio lavoro di copertura, da qualsiasi giocatore, mi sembra un esercizio di fede difficilmente praticabile.
Avanti con il Siena, il Toro c’è.