Toro in cerca del terzo inizio d'anno col botto. Ma a Bergamo sarà dura
Due anni fa, poco prima che il Covid avvolgesse il calcio e il mondo nella sua morsa, fu l'ultima vittoria di Walter Mazzarri sulla panchina. Un anno fa, l'ultima delle poche, pochissime soddisfazioni piene date ai tifosi da Marco Giampaolo. Ora, con tutt'altro entusiasmo e tutt'altra birra a sospingere squadra e (persino) società, Ivan Juric è chiamato a cercare il terzo inizio d'anno solare col botto, ancora una volta lontano dalle mura amiche. Impresa improba, contro una delle prime quattro forze del campionato, l'Atalanta, e contro il suo maestro di calcio per eccellenza, Gian Piero Gasperini.
I bergamaschi, reduci da una chiusura di 2021 tutt'altro che brillante, arrivano alla gara contro il Toro, in cui ritrovare quella vittoria interna che, coppe incluse, latita dal 30 novembre, un po' malconci. Mancheranno titolari del calibro di Zapata, Gosens, Musso, e Toloi, insieme a Freuler e Maehle, mentre il mercato chiama l'avvicendamento tra Boga e Miranchuk, e forse qualche altra sorpresa.
Certo, agli orobici, per rendersi temibili, le soluzioni non mancano. Una cerniera di centrocampo come quella composta da De Roon e Koopmeiners può limitare profondamente l'efficacia di Brekalo e Pjaca - che comunque non devono avere paura di alcunché né di alcuno, - mentre Ilicic e Pasalic, come armi dalla panchina, fanno impallidire le alternative a disposizione di tante "quasi-big" d'Europa. L'anello debole - non ce ne voglia, - per l'Atalanta, potrebbe essere rappresentato dall'opposizione di Pezzella a Singo: il granata è un esterno decisamente più esplosivo dell'ex-Udinese, che può patire il perenne "su e giù" sulla corsia di riferimento - e in generale la capacità di attaccare qualsivoglia spazio disponibile - proprio dell'ivoriano classe 2000 di casa Toro. I tre punti saranno tosti da ottenere, ma i margini per far bene, contro i neroazzurri di Sir Gasperson, ci sono.