Torino, tutto da rifare
La prestazione positiva di domenica è stata praticamente azzerata ieri sera, dove è vero, si è sentita la stanchezza del turno infrasettimanale, ma in casa, contro una diretta concorrente per la salvezza, i tre punti erano necessari perché sono queste le partite da vincere. A questo punto si può cercare di fare un’impresa fuori casa, vincere contro una grande, ma questa è una squadra che appare priva di personalità ed attributi, dove il cambio di allenatore non ha sortito nessun effetto. Dunque non era solo colpa di De Biasi ma di scelte sbagliate nell’ultima campagna acquisti, Bianchi non ha ancora trovato la via del gol e Amoruso l’ha persa. E’ in ripresa Rosina, ma Dzemaili con Novellino non si esprime più come agli inizi, dunque c’è anche il rischio di perdere quel poco di buono che era stato costruito ad inizio campionato.
E’ inutile farsi la domanda di chi è la colpa, perché la risposta è un rebus per tutti, manca un progetto, Cairo continua a cambiare direttori sportivi, Foschi andava preso molto prima, ora si spera non sia troppo tardi, ma allo stesso ci piacerebbe che Cairo un giorno facesse un serio mea culpa, perché va bene dire che qualche giocatore può dare di più, ma se cambiano gli allenatori, i direttori sportivi, i giocatori e tuttavia la situazione non si sblocca, è chi conduce le danze che ha qualche colpa in più degli altri.
Nel 2007 arrivò Antonelli come amministratore delegato, ma non aveva l’esperienza perché fino all’ora aveva fatto il procuratore. Il rapporto è durato un anno, ma dopo pochi mesi la situazione si era già compromessa. Nel luglio 2008 è arrivato Pederzoli, anch’egli non aveva esperienza da ds, ma era consulente di mercato, pur molto preparato. Dopo sei mesi è stato ridimensionato a collaboratore di Foschi, nel quale è stato riposto il futuro di questa stagione. Ma il bravo ex ds del Palermo non ha di certo la bacchetta magica per dare una svolta ad una stagione che non è ancora compromessa del tutto, ma dà la parvenza di essere la peggiore dell’era Cairo. Il Toro è nelle condizioni in cui un qualsiasi mister X può dire la sua, perché sa di poter cavalcare l'onda della disperazione dei tifosi granata, pronti a buttarsi tra le braccia di chiunque gli dia un sussurro di speranza.