Torino punito dalla legge del contrappasso: niente rinforzi e gennaio e il centrocampo perde i pezzi
Ieri in allenamento Acquah si è fatto male e il bollettino medico recita: “trauma distorsivo al ginocchio sinistro. Le indagini strumentali effettuate presso la clinica Fornaca hanno escluso lesioni meniscali o legamentose importanti. Ai fini del recupero verrà valutata l’evoluzione clinica”. Si può, quindi, ipotizzare che il centrocampista non potrà essere a disposizione di Mazzarri per un mesetto circa, magari un po’ meno, ma comunque qualche partita la salterà, verosimilmente quelle con Cagliari, Crotone e Inter e poi si vedrà. Una bella tegola tenuto anche conto che Obi ha una tale fragilità che spesso lo costringe a marcare visita, infatti, l’ultimo problema che ha avuto risale all’otto marzo scorso, risentimento muscolare alla coscia destra, che lo ha costretto a svolgere un programma personalizzato per sette giorni e a sedersi in panchina nell’ultima partita giocata dei compagni con la Fiorentina.
Alla chiusura del mercato estivo il Torino alla voce centrocampisti annoverava il nuovo arrivato Rincon più Acquah, Baselli, Obi, Gustrafson e Valdifiori ed erano stati ceduti Benassi e Lukic. Da un punto di vista numerico con Mihajlovic che puntava sul 4-2-3-1 sei giocatori potevano anche bastare poi, però, nel corso del girone d’andata il modulo ha dovuto essere cambiato e il Torino è passato al 4-3-3 e già qualche dubbio c’era che gli uomini a centrocampo fossero appena sufficienti. A gennaio con l’esonero di Mihajlovic e l’arrivo di Mazzarri che predilige il 3-5-2 era evidente che il centrocampo aveva bisogno di rinforzi, ma dopo aver inseguito a lungo Donsah non se ne fece nulla e in più Gustafson fu mandato in prestito al Perugia. Non va assolutamente scordato che l’esonero di Mihajlovic avvenne il tre gennaio, stesso giorno dell’apertura del mercato invernale, quindi la dirigenza granata aveva tutto il tempo per implementare numericamente e qualitativamente il centrocampo, però, alla fine Mazzarri si ritrovò con soli cinque giocatori in quel settore del campo e questo ha comportato che quasi mai ha potuto utilizzare il 3-5-2, solo durante parte della ripresa delle gare con Sassuolo e Udinese, e in più spesso a utilizzato l’eclettico Ansaldi a centrocampo.
I fatti quindi dicono che nel mercato di gennaio aver diminuito il numero dei centrocampisti è stato un errore. E si sa che gli errori si pagano e infatti puntualmente è arrivata la “punizione”: si è fatto male Acquah, così il numero dei centrocampisti di ruolo è sceso a quattro. Ma già in precedenza qualche acciacco lo aveva riportato anche Rincon, trauma contusivo-distorsivo alla caviglia destra a fine febbraio e affaticamento alla coscia sinistra un paio di settimane prima, acciacchi che si erano risolti velocemente, ma comunque campanelli d’allarme. E anche Obi prima del risentimento muscolare alla coscia destra aveva subito una contusione muscolare al fianco durante la partita contro la Sampdoria e in precedenza con il Bologna aveva dovuto uscire dal campo anzitempo. A tutto questo va sommato che altri giocatori sia in difesa sia in attacco hanno avuto guai fisici su tutti i lungodegenti Molinaro, che si sta riprendendo dalla frattura composta della testa del perone sinistro, e Lyanco.
Alla legge del contrappasso non si sfugge, si spera almeno che serva da lezione per il futuro perché gli infortuni ai giocatori attengono alla sfera d’influenza della sfortuna, ma avere gli uomini contati o quasi in un determinato reparto dipende dalle scelte che si fanno quando si forma la rosa. Oltretutto non si può non mettere in conto quando si forma una rosa che è sempre possibile che capiti qualche infortunio, soprattutto, se alcuni giocatori sono costretti a non riposarsi quasi mai perché l’allenatore non ha alternative che ritiene sufficientemente valide o si prendono giocatori che in carriera hanno avuto già più di un infortunio di una certa entità.