Torino, le ragioni del risultato

08.03.2009 12:55 di  redazione TG   vedi letture
Torino, le ragioni del risultato
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di Paolo d’Abramo


Di ritorno dalla partita si cercano le ragioni del risultato, della prestazione, si ascoltano le parole del pubblico che sciama via dallo stadio. Si pensa a come sarebbe andata schierando un altro undici, decidendo altri cambi. E si recrimina sulle occasioni fallite, sugli errori commessi, sui torti arbitrali ( e le partite del sabato danno a tre squadre il diritto di replica sulle decisioni assunte).
Cuore, tecnica, tattica, se si distinguono le componenti si analizza forse meglio.

L’anima è stata spesa, questo è ciò che i giocatori potevano e possono dare anche se forse qualche tifoso si aspettava (e si aspetta) più “cattiveria agonistica” .

Sulla tecnica dei singoli possiamo dire che gli errori fanno parte del gioco così come le abilità: per esempio l’errore di Stellone sull‘occasione da rete, l’indecisione di Sereni (per altro bravissimo) e Colombo sul goal subìto.

Sulla tattica le parole di tifosi e giornalisti stanno correndo come acqua dalla sorgente. Chi pensava ad un altro undici, chi sperava altri cambi. Il gioco del Torino è così, l’ha detto anche Ranieri in maniera “neutra” ed anzi ha elogiato la prestazione granata.

Non esiste una sola ragione per la sconfitta, si può ragionare sul funzionamento dei singoli e dei reparti. In difesa, in una delle poche disattenzioni, il Toro è stato castigato. A centrocampo, il peso dei giocatori, la loro fisicità è questa, di più in termini di qualità - forse - non si poteva fare, in termini di uomini e di cambi - forse - sì. In attacco, i problemi si conoscono anche se la teoria dei cross spesso sterili poteva essere interrotta dalla ricerca di una maggiore verticalizzazione palla a terra, visto che di testa non se ne sono prese molte e quelle prese non hanno avuto una sorte eccellente. Resta l’enorme delusione nei cuori di tifosi, presidente, mister.
Ma la prossima settimana si riparte, l’invito per tutti è quello di buttare i cattivi pensieri alle spalle e fare tesoro dell’esperienza, si può e si deve arrivare a raggiungere il traguardo-salvezza, occorre crederci sempre e lottare con tutte le forze in ogni partita come fosse l'ultima, con lucidità e coraggio, con la determinazione e lo spirito del gruppo che si è consolidato in questi mesi.