Torino, Gorobsov: "Non so niente del mio futuro"
Nicolas Gorobsov contro il suo passato. Infatti il giocatore russo-argentino è ancora in comproprietà con il Vicenza e a giugno si deciderà il suo futuro. Intanto il giocatore avrebbe una gran voglia di giocare questa partita ma difficilmente sarà in campo a causa di una caviglia che fa le bizze, ma per fortuna non ci sono lesioni gravi. Il giocatore, intervistato dal Giornale di Vicenza dice: "Peccato, era tornato tutto a posto dopo quel periodo in cui non ero stato bene a causa di una piccola distorsione, sempre alla caviglia. Anche se, infortunio a parte, non è che negli ultimi mesi sia stato impegnato molto, purtroppo vado tanto in panchina".
Una situazione non felice la sua: "Per forza, a chi fa piacere finire in panchina? Oltretutto fino a gennaio avevo giocato quasi sempre, vero che la squadra non andava bene, ma il mio rendimento era stato buono ed invece col mercato di gennaio sono stati presi parecchi nuovi giocatori e io sono stato messo un po' da parte".
La famiglia di Gorobsov è rimasta a Vicenza ed il giovane centrocampista ancora non conosce il suo futuro: "Nessuno mi ha ancora detto nulla, penso ormai si andrà a fine campionato, vediamo anche cosa fa il Torino, noi ci crediamo ai playoff. A gennaio il Torino sembrava deciso a prendere pure l'altra metà del mio cartellino, ma alla fine non se n'è fatto niente, magari a giugno si fa avanti qualche altra squadra, vai a sapere certe cose".
Sia il Torino che il Vicenza hanno cambiato mister durante il campionato, ma Gorobsov non ama questo tipo di scossoni: "Noi giocatori nel giro di pochi giorni dobbiamo abituarci a nuove persone, nuovi metodi, non è facilissimo soprattutto quando la situazione è già di suo assai delicata. Insomma è sempre un rischio cambiare allenatore a stagione in corso, però è anche vero che noi dobbiamo accettare le scelte della società". Il Torino ha avuto un momento disastroso in inverno mentre ora si è ripreso: "Stabilito che a gennaio abbiamo cambiato molti giocatori, io infatti sono uno dei pochi "sopravvissuti", credo che molto merito del nostro cambiamento vada al nuovo direttore sportivo Petrachi, è stato lui a rendere lo spogliatoio unito, a darci una mentalità di gruppo forte".