Tenerci troppo al derby ovviamente, ma serve il vero Dna granata per vincere e non basta la veemenza per rimontare il Pisa pareggiando
Come dice Baroni il derby è La Partita e come dicono tanti calciatori che l’hanno giocato è una gara che si prepara da sola, ma negli ultimi 20 anni è diventato un tabù per il Torino che è riuscito a vincerne uno solo, sui 32 disputati (30 in campionato e 2 in Coppa Italia), nell’ormai lontano 26 aprile 2015 e per il resto 7 pareggi e 24 sconfitte (2 in coppa) con solo 16 gol fatti e 57 subiti (51 in campionato). Anzi più che un tabù un vero e proprio incubo. Spesso si è anche visto un Torino arrendevole, altro che il Toro del passato che non solo sapeva farsi rispettare ma che incuteva paura, mai ovviamente ammessa dai bianconeri. Un Toro che se anche era qualitativamente inferiore si batteva e magari riusciva anche a spuntarla o comunque vendeva carissima la pelle.
Cairo ha detto che ci tiene troppo al derby, pare ovvio visti i risultati che ha ottenuto da quando ne è il patron (2 settembre 2005). Ed è per questo che farà di tutto per andare a trovare la squadra due volte al Fila, mercoledì e venerdì. “Dobbiamo pensare bene alla partita di sabato, quella è veramente fondamentale. È fondamentale prepararla bene, andrò dalla squadra più volte in settimana perché ci tengo troppo”. Ha detto ieri Cairo e ha aggiunto: “Baroni parla già tutti i giorni con la squadra però andrò anch’io, spero di farlo sia mercoledì sia venerdì. La squadra sa già quanto sia importante la partita, non è che c’è bisogno di dire la mia, però comunque anch’io voglio essere con loro e dire una parola giusta a tutti quanti. C’è il mister che basta e avanza, però se posso dare l’1% perché no?”. Intanto Baroni domani pomeriggio, porte aperte del Filadelfia dalle ore 14,50, accoglierà di nuovo i tifosi, come era accaduto il 22 ottobre e come era successo negli anni scorsi.
Toccherà però ai giocatori in campo sabato allo Stadium avere il vero Dna granata per essere degni del granata che indossano. Non si tratta solo di fare tutto per vincere, cosa che non guasterebbe e permetterebbe a Cairo di camminare a 10 metri da terra, ma si tratta di dimostrare che tutti quegli alti e bassi visti finora in questa stagione, anche all’interno della stessa partita, almeno per una volta vengono messi da parte, meglio se per sempre. Che la concentrazione e il non mollare mai possono durare dal fischio iniziale a quello finale. Solo così si può restituire un po’ di quell’amore che nonostante tutti i tifosi continuano a dare, anche a fronte di prestazioni non buone o solo parzialmente decenti. Poi si può anche perdere, ma c’è modo e modo di farlo.
Due cose sono davvero fondamentali: il derby si deve vincere non per far gongolare il presidente. E va bene rispettare l’avversario, ma scambi di maglie e abbracci in campo è meglio evitarli, tanto più in caso di sconfitta, e comunque basta una stretta di mano.
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