Sirigu o Hart? L’importante è che il Torino non resti con il cerino in mano

Con Sirigu c’è l’accordo, ma non con il Paris Saint Germain. Per Hart non sono pervenute offerte interessanti al M. City che per cederlo nel Regno Unito chiede non meno di 15 milioni.
14.06.2017 09:41 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Sirigu o Hart? L’importante è che il Torino non resti con il cerino in mano
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© foto di Federico Gaetano

La porta del Torino è desolatamente vuota, sguarnita, infatti, non ha neanche un portiere perché Joe Hart per fine prestito è tornato al Manchester City, Padelli, che era a fine contratto, si è accasato all’Inter per essere il secondo di Handanovic e il giovane Cucchietti andrà in prestito per farsi le cosiddette ossa. Essendo alla ricerca di ben tre portieri il Torino si è mosso per tempo e ha individuato in Sirigu il possibile portiere titolare. L’estremo difensore di origini sarde da due stagioni non è più il numero uno nel Paris Saint Germain e nell’ultimo campionato prima è stato mandato in prestito al Siviglia e poi all’Osasuna e ha il contratto con il club francese in scadenza nel 2018. Per questi motivi il Torino ha contattato il portiere e con il suo entourage ha raggiunto un accordo che prevede un ingaggio di tre o quattro anni con uno stipendio di 1,5 milioni, un po’ meno nel caso del quadriennio. Per concludere l’affare, però, serve il benestare del Psg che non è disposto, come vorrebbe il Torino, a cedere gratuitamente il cartellino del giocatore poiché vorrebbe almeno un po’ monetizzare e in alternativa se riuscisse ad aggiudicarsi Donnarumma del Milan terrebbe Sirigu come secondo e gli proporrebbe un ingaggio importante e molto più vicino all’attuale che è di 2,5 milioni più bonus.

Dovesse sfumare Sirigu il Torino aveva già da tempo messo nel mirino altri portieri. Skorupski che ha giocato nell’Empoli ma che è di proprietà della Roma, però, costa 8 milioni e il club granata non vuole spendere tanto e in alternativa Tatarusanu in uscita dalla Fiorentina e Gabriel del Milan. Nel frattempo Hart, tornato alla base per fine prestito, ha fatto sapere che teme di perdere il posto come titolare della Nazionale inglese se non giocherà e che finora non c’è stato un club in patria che abbia intavolato con il Manchester City una trattativa per averlo. Anche perché i Citizens, che l’hanno scaricato già dall’anno scorso, chiedono non meno di 15 milioni di euro per lasciarlo andare a una squadra nel Regno Unito e questa cifra scoraggia e non poco le potenziali pretendenti. Il portiere inglese vista la situazione potrebbe anche accettare un ingaggio decisamente più ridotto rispetto all’attuale di 4,5 milioni a stagione e questo potrebbe essere un fattore determinante per far sì che il Torino torni alla carica con il Manchester City per riaverlo. L’estate scorsa il club granata riuscì ad ottenere Hart in prestito gratuito e con il 75 per cento dell’ingaggio pagato dagli inglesi e, se ci dovesse essere un ritorno di fiamma, la trattativa potrebbe essere intavolata dal Torino per un rinnovo del prestito e l’accollarsi una parte maggiore dell’ingaggio, che sarebbe di conseguenza più basso degli attuali 4,5 milioni. A oggi non si può dire che Hart tornerà al Torino, però, ci sono premesse differenti rispetto a qualche settimana fa.

In tutto questo scenario la cosa importante è che il Torino per i portieri non si trovi con il cerino in mano. Se il Paris Saint Germain dovesse farcela per Donnarumma o si tiene Sirigu come secondo oppure è il Milan a chiedere che il portiere di origini sarde arrivi all’ombra della Madonnina. Nel frattempo Hart potrebbe essere comunque preso da qualche club del Regno Unito o anche estero disposto a dare al City e allo stesso giocatore più soldi del Torino. Stesso discorso vale per Skorupski e Tatarusanu e perché no per Gabriel, che comunque fra i tre è quello che parte nelle retrovie poiché nella scorsa stagione il Milan lo aveva dato in prestito al Cagliari e in Sardegna era la riserva di Rafael. Il Torino non solo ha assoluto bisogno di colmare il vuoto che ha alla voce portieri, ma deve puntare su uno affidabile che dia sicurezza al reparto difensivo, che oltretutto va potenziato poiché i sessantasei gol subiti nello scorso campionato gridano vendetta. Se il Torino vuole andare in Europa League deve aver un portiere e ovviamente anche una difesa all’altezza perché non basta un estremo difensore forte a evitare i gol se poi i compagni di reparto non ergono davanti a lui una buona diga. Tutti i portieri, anche i migliori, nell’arco della stagione qualche errore lo commettono, ma se per aver visto sfumare tutti gli obiettivi principali ci si accontenta di uno che non è particolarmente forte si può stare certi di partire in salita, quindi, investire su un portiere non è meno importante che farlo su altre tipologie di giocatori e al Torino dovrebbero saperlo bene.