Sirigu o Hart e con o senza Belotti l’asticella del Torino non si è ancora alzata

Rispetto allo scorso avvio di campionato il Torino ha incassato più reti e ne ha realizzate meno e ha anche un punto in meno in classifica a parità di partite disputate.
18.10.2017 11:29 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Sirigu o Hart e con o senza Belotti l’asticella del Torino non si è ancora alzata
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Confrontando l’inizio di questo campionato con lo scorso i numeri dicono che non c’è stato miglioramento, anzi, se proprio si vuole essere fiscali un lieve peggioramento, infatti, il Torino dopo otto giornate ha un punto in meno, tredici a quattordici, ha incassato quattro gol in più, tredici a nove, e ha segnato tre reti in meno, quattordici a diciassette. Oltretutto il calendario in questa stagione era più favorevole poiché Juventus a parte i granata hanno incontrato tutte squadre alla portata, Bologna, Sassuolo, Benevento, Sampdoria, Udinese, Verona e Crotone, mentre l’anno passato dopo le stesse giornate disputate gli avversari più forti erano già stati tre, Milan, Roma e Fiorentina, con l’aggiunta dell’Atalanta che finì la stagione al quarto posto, e le squadre abbordabili quattro, Bologna, Empoli, Pescara e Palermo.

L’arrivo in porta di Sirigu al posto di Hart non ha migliorato la voce gol subiti, così come non è servito cambiare più della metà dei difensori, sono andati via Zappacosta, dopo le prime due giornate di questo campionato, Rossettini, Castán, Ajeti, Avelar, Carlão, nel mercato estivo, più Bovo, che era passato al Pescara il quattro gennaio scorso, e sono arrivati Ansaldi, Lyanco, Bonifazi, N’Koulou e Burdisso. Confrontando le due stagioni e tenendo conto che nella scorsa nelle prime due giornate in porta c’era Padelli, poi finito in panchina con l’arrivo di Hart, i numeri, purtroppo, non sorridono a Sirigu. Tolti i quattro gol subiti da Padelli con Milan (tre) e Bologna (uno), Hart nelle sue prime sei partite in granata incassò cinque gol e mantenne la sua porta inviolata solo due volte con Empoli e Pescara. Sirigu, che ha sempre giocato in queste otto giornate di gol ne ha presi tredici e anche lui in sole due occasioni è riuscito a mantenere la sua porta inviolata, con Sassuolo e Benevento. Facendo una prima deduzione, in quanto non si è ancora arrivati a concludere il primo quarto del campionato, non incide più di tanto chi è il portiere, se si tratta di un estremo difensore di discreta qualità, sia Sirigu sia Hart non sono né dei fenomeni né degli scarsoni, infatti, più o meno si equivalgono, perché è il gioco della squadra che non supporta o finora non ha ancora supportato a sufficienza la fase difensiva.   

Anche la permanenza di Belotti in attacco non ha coinciso con almeno un numero pari di gol segnati, così come i cambi effettuati nel reparto non hanno apportato fino a questo momento miglioramenti. Non sono più attaccanti del Torino Maxi López e Iturbe, che era arrivato il quattro gennaio scorso, più Martinez, che era stato ceduto il due febbraio, e sono stati presi Niang, Berenguer, Sadiq e Edera, quindi, anche in attacco c’è stata una mezza rivoluzione. E sempre confrontando gli inizi delle due stagioni c’è da evidenziare che se quest’anno Belotti dagli ultimi minuti della partita con il Verona e out a causa dell’infortunio, lesione primo/secondo grado del legamento collaterale e capsulare mediale del ginocchio destro, anche per due giornate e circa mezza, rientrò al sessantaseiesimo della gara con il Pescara, non fu a disposizione e non giocò con l’Atalanta e l’Empoli a causa di un’importante elongazione al retto femorale della coscia destra. Altra deduzione è che, finora, la fase offensiva del Torino non è superiore, anzi un pochino inferiore, a quella degli inizi del passato campionato.

Hart non era inferiore a Sirigu e Belotti da solo non fa la differenza, ma è il gruppo nel suo insieme che deve cambiare marcia e alzare l’asticella. Il campionato sta entrando nel vivo e nessuna squadra è in grado di recuperare più di qualche punto lasciato per strada e, pur tenendo conto degli infortuni che hanno messo parecchi giocatori ko, Lyanco, Barreca, Acquah, Obi e Belotti sono tuttora in infermeria, e di alcune decisioni arbitrali risultate oggettivamente sfavorevoli al Torino gridano vendetta i pareggi con Crotone e Verona, ma lasciano del rammarico anche quelli con Sampdoria e Bologna. Otto punti in più il Torino poteva averli, ma stando pure un po’ più stretti almeno sei sicuramente e se oggi quei sei punti fossero stati conquistati i granata in classifica ne avrebbero diciannove, ben cinque in più dello scorso campionato a quest’epoca, e non sarebbero ottavi, ma terzi con Lazio e Juventus.