Sirigu e N’Koulou sono punti fermi, ma alla difesa del Torino non basta un restyling
Il Torino nel girone di ritorno con Mazzarri in panchina ha subito diciannove gol, otto in meno rispetto al girone d’andata quando l’allenatore era Mihajlovic, però, anche diciannove gol non sono pochi perché equivalgono a uno a partita. Complessivamente la difesa granata è risultata l’ottava del campionato alla pari di quella della Fiorentina, hanno incassato 46 reti entrambe le squadre, meglio, invece, hanno fatto Juventus (24), Roma (28), Napoli (29), Inter (30), Atalanta (39), Milan (42) e Genoa (43) e solo la Lazio, che nella graduatoria finale si è piazzata davanti al Torino chiudendo al quarto posto alla pari con l’Inter, ha fatto peggio (49) e la Sampdoria, arrivata come i granata a cinquantaquattro punti, che di gol ne ha subiti addirittura 60. Per il futuro, quindi, la squadra di Mazzarri dovrebbe porsi come obiettivo blindare ancora di più la sua porta.
Gli allenatori, e giustamente Mazzarri non fa eccezione, non amano parlare di difesa, ma di fase difensiva nella quale devono essere coinvolti tutti i giocatori a iniziare dagli attaccanti. Non si può però prescindere dal fare un discorso sul reparto che naturalmente e peculiarmente è preposto a impedire agli avversari di segnare. Il reparto difensivo del Torino nella stagione appena conclusa ha avuto problemi principalmente perché più di un giocatore ha dovuto marcare visita a causa di infortuni che di fatto hanno costretto l’allenatore di turno a utilizzare quasi sempre gli stessi calciatori. Lyanco, Barreca, Molinaro e Bonifazi molte volte, infatti, non erano a disposizione e avere ben quattro giocatori sui nove complessivi out non è poco, a prescindere che si giocasse con la retroguardia a quattro come faceva Mihajlovic o a tre come predilige Mazzarri e con i terzini avanzati sulla linea dei centrocampisti. Per la prossima stagione è evidente che allenatore e dirigenti dovranno tener conto maggiormente dei possibili imprevisti quali sono gli infortuni nel formare il reparto.
Il Torino poi deve anche fare i conti con l’età dei singoli giocatori poiché ci sono fra gli attuali difensori più di un over trenta. Burdisso, che di anni ne ha trentasette e un contratto in scadenza a fine giugno, si sa già che non vestirà più la maglia granata. Moretti, che l’undici giugno anche lui compirà trentasette anni, sta trattando con al società per prolungare di un anno la sua permanenza. Molinaro, che il trenta luglio festeggerà le trentacinque primavere e anche per lui c’è il contratto in scadenza, molto probabilmente dirà addio al Torino. N’Koulou è stato riscattato e si è legato al club granata con un contratto pluriennale. Poi c’è il giovane Lyanco che il dieci maggio scorso è stato operato per risolvere il trauma contusivo/distorsivo al piede sinistro dopo mesi di terapia conservativa che non aveva dato gli esiti sperati, senza contare gli altri problemi fisici che aveva avuto in precedenza a iniziare dalla tonsillite con conseguente operazione durante il ritiro della scorsa estate. Barreca, altro giovane di belle speranze, è stato tormentato per buona parte della stagione da sindrome pubalgica. Bonifazi tra un affaticamento muscolare e l’altro si è trovato anche chiuso dai più esperti N’Koulou, Burdisso e Moretti. Per fortuna che il trentunenne Ansaldi, nonostante l’operazione all’ernia nella pausa invernale del campionato, e il trentenne De Silvestri, che per una botta in partita ha dovuto sottoporsi a intervento chirurgico per risolvere la rottura del naso, sono sempre riusciti a tirare la carretta.
Discorso differente per i portieri perché si sa che il primo è quello che gioca sempre se non commette errori così clamorosi da perdere il posto e gli altri possono solo sperare in squalifiche, infortuni del compagno o di essere utilizzati in altri tornei come la Coppa Italia. Al più una comparsata come premio nell’ultima giornata di campionato se non ci sono più obiettivi da raggiungere, com’è successo al giovane Milinkovic-Savic che con il Genoa ha preso il posto di Sirigu. Ichazo, invece, si è dovuto accontentare solo di partitelle d’allenamento e qualche amichevole.
Il quadro del reparto difensivo è chiaro e tra chi andrà via per questioni d’età e chi perché giovane e bisognoso di giocare con continuità, e si spera senza essere tormentato da problemi fisici, per poi magari fare ritorno non ne dovrebbero rimanere molti. Non bisogna, quindi, essere grandi esperti di calcio per capire che il Torino non potrà limitarsi a un restyling, ma dovrà intervenire massicciamente per dare a Mazzarri difensori affidabili e funzionali al gioco che vorrà proporre l’allenatore, tanto più se l’intenzione è quella di allestire una rosa che possa a fine del prossimo campionato aver raggiunto un posto utile per l’Europa League.