Si parla del mercato di gennaio ma prima va valutata l’attuale rosa

Trequartisti, mezze ali o falsi nueve che dir si voglia e attaccanti sono sotto osservazione per i risultati finora non brillanti in campionato. Già circolano nomi di potenziali acquisti nel mercato di riparazione.
09.10.2014 14:17 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Si parla del mercato di gennaio ma prima va valutata l’attuale rosa
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Cinque punti in sei partite con quattro gol realizzati e sette subiti e due rigori calciati non bene e quindi non trasformati in reti è quanto ha fatto il Torino in questo avvio di campionato, mentre in Europa League il percorso finora è stato decisamente positivo infatti è stata raggiunta la fase a gironi e dopo due gare c’è la coabitazione con il Club Brugge al primo posto. Il Torino pare quindi viaggiare a due velocità: lento in campionato e decisamente più veloce in Europa. Complice la sosta per gli impegni della Nazionale ecco che tornano in auge le chiacchiere sul calciomercato, anche se i battenti saranno riaperti lunedì 5 gennaio 2015, esattamente fra ottantatre giorni. Che le società debbano muoversi per tempo è indubbio, ma prima occorrerebbe un’estrema chiarezza su quali tipologie di giocatori servono, altrimenti si rischia o di parlare a vanvera oppure di sprecare soldi prendendo giocatori non funzionali o doppioni di chi già c’è.

 

Il Torino in questo avvio di stagione non è stato ancora amalgamato del tutto un po’ perché sono arrivati dodici giocatori nuovi, parecchi dei quali giovani e provenienti dall’estero (Castellazzi, Jansson, Gaston Silva, Bruno Peres, Molinaro, Nocerino, Benassi, Ruben Perez, Sanchez Miño, Quagliarella, Amauri e Martinez), un po’ perché ci sono stati infortuni che hanno impedito l’utilizzo di qualche calciatore o hanno costretto qualcuno a interrompere la preparazione estiva (Basha, Farnerud, Maksimovic, Ruben Prez, Barreto, Nocerino, Masiello e Bovo). Queste due motivazioni, che vanno tenute in considerazione, non possono però giustificare completamente l’avvio stentato dei granata in campionato perché buona parte dei giocatori nuovi sono arrivati per tempo in estate, quindi il lavoro ha potuto essere programmato e impostato senza particolari stravolgimenti. Infatti, i soli Castellazzi e Amauri sono arrivati a fine agosto, non va dimenticato che persino Bruno Peres e Sanchez Miño, seppur tesserati a poche ore dalla chiusura del mercato estivo, erano presenti già il primo giorno del ritiro il 1 luglio, così come Jansson, Molinaro, Benassi e Martinez e che Nocerino e Ruben Perez si sono aggregati ai compagni due giorni dopo, Quagliarella si allena con il Torino dal 18 luglio e Gaston Silva si è unito al gruppo il 22 sempre di luglio. Quindi è più di un mese e mezzo che Ventura ha quasi tutti i giocatori a disposizione poiché dal computo possono essere lasciati fuori solo Castellazzi e Amauri.

 

I risultati però già fanno dire che servono un trequartista e una punta. Eppure nella rosa anche se non proprio trequartisti puri il Torino annovera El Kaddouri e Sanchez Miño che sono mezze ali, ma possono agire anche in mezzo alle linee fra centrocampo e attacco e Ventura ha anche già utilizzato Ruben Perez in questo ruolo. E’ evidente quindi che prima di tutto bisogna stabilire se questi tre giocatori, soprattutto i primi due, non possono fare al caso altrimenti prenderne un altro per un ruolo parecchio simile significherebbe avere troppi pretendenti per una sola maglia. Oltretutto questo si ripercuote anche sull’attacco e sulla mediana perché per far posto al trequartista si deve sacrificare un centrocampista o una punta e anche pensando a un Torino che da gennaio corre su tre fronti (campionato, Europa League e Coppa Italia), quindi che gioca in media ogni tre giorni, si rischia di avere uno spogliatoio troppo affollato con conseguenti malumori per chi è escluso dalla lista Uefa o chi deve starsene in panchina per non dire in tribuna in campionato e in Coppa Italia. Anche alla voce attaccanti numericamente gli uomini non mancano essendo in cinque a contendersi al massimo due posti: Quagliarella, Amauri, Martinez, Barreto e Larrondo.

 

Bruno Fernandes dell’Udinese, Giovinco della Juventus, Salatic del Grassoper, più qualche ragazzo molto giovane sudamericano come Combe del Velez sono entrati o continuano a essere nomi accostati al Torino e c’è da giurarci che tanti altri ne salteranno fuori nelle prossime settimane. Se a gennaio la società dovesse prendere un trequartista e un attaccante vorrebbe dire che quest’estate qualche cosa non ha funzionato nel mercato e sono state fatte scelte che non sono risultate funzionali spendendo non benissimo i soldini, capita per carità altrimenti non ci sarebbe il mercato di riparazione. Verrebbe però da domandarsi: era giusto puntare su El Kaddouri, Barreto e Larrondo oppure era meglio lasciarli rispettivamente al Napoli, Udinese e Siena? Prendere Ruben Perez, Sanchez Miño, Martinez e Amauri è stata la scelta giusta? E poi in rosa c’è anche Farnerud che è in procinto di rientrare dall’infortunio accaduto prima della fine dello scorso campionato. In ballo ci sono ben otto giocatori e si sta ragionando solo sul trequartista e sulle punte. Qualcuno è di troppo o fra chi già c’è o su chi si ipotizza che serva. Una cosa però è certa: i gol non può farli solo Quagliarella, servono più idee e inserimenti di chi ha il compito di imbeccare le punte e tutti devono essere più precisi sottoporta e nei passaggi.  
Il Toro deve raggiungere degli obiettivi e non può solo essere una palestra per far crescere giovani di più o meno belle speranze o dare l’opportunità di giocare a calciatori volenterosi ma non funzionali o discontinui. Modificare l’impianto di gioco o cambiare gli interpreti? Risolto alla radice questo dilemma tutto può diventare più facile e magari si finisce anche per fare il bene del Toro.