Servono giocatori che diano certezze e non delle scommesse
Il calcio d’estate sta finendo e con lui le amichevoli dove vincere, pareggiare o perdere non ha grande importanza poiché non ci sono in ballo i tre punti, in campo comunque anche in questi casi si scende sempre per vincere e magari si riesce anche a farlo però i risultati positivi non cancellano le lacune e le mancanze che ci sono nell’organico, che si notano a prescindere anche dalle gambe imballate dei giocatori dovute ai carichi di lavoro. Alla chiusura del mercato mancano venti giorni di per sé il tempo ci sarebbe per ingaggiare i giocatori che sono indispensabili a Ventura per avere un organico che possa lottare per la salvezza, come da obiettivi stagionali.
Il problema però rimane sempre lo stesso: i giocatori che servono al mister sono gli stessi che servivano prim’ancora dell’inizio del ritiro, perché quelli che sono arrivati hanno colmato solo in parte le lacune della rosa. Se i giocatori necessari non sono arrivati in quarantadue giorni riuscire a portarli in granata nei prossimi venti non solo non è più facile bensì molto più difficile e forse anche dispendioso. Difficile perché quelli che erano stati individuati come prime scelte nel frattempo si sono accasati altrove, ad esempio Maxi Lopez e Canini, e quindi giocoforza si deve passare alle alternative, com’è stato con Caceres e Rodriguez, senza nulla togliere ai due uruguaiani, ma la chiarezza va messa davanti a tutto. Più dispendioso perché i giocatori validi e non reduci da infortuni non diminuiscono di prezzo, anche se si avvicina la fine delle trattative. Il discorso sul maggior risparmio più passa il tempo vale per chi ha poco mercato, non è in buone condizioni fisiche, caratterialmente può essere di non facile gestione, ha ingaggi troppo elevati ossia è una scommessa e non una certezza.
Le sentenze di primo grado (si spera che non ci siano ricorsi in appello per Vives e Masiello da parte di Palazzi) su scommessopoli hanno fatto tirare un gran respiro di sollievo al Torino che può contare sui due giocatori, Vives e Masiello, che erano stati indagati. Il nuovo filone d’inchiesta della Procura della Repubblica di Bari lascia margini di tempo dovuti alle indagini in corso e la Procura Federale al momento è in attesa di questi sviluppi e di conseguenza Gillet e Gazzi, se mai dovessero essere a qualche titolo coinvolti (loro si dichiarano del tutto estranei e innocenti esattamente com’era stato per Vives e Masiello) non verrebbero “sottratti” a Ventura prima dell’inverno e quindi a ridosso del mercato di gennaio. Tutto ciò non toglie che oggi mancano almeno un centrocampista, due esterni alti e una punta. Alla luce anche del fatto che: De Feudis, Gorobsov e Pagano sono sempre in partenza; sulle condizioni fisiche e sulla tenuta per l’intera stagione di Brighi (il contratto del romanista non è ancora stato depositato) e Santana qualche dubbio rimane; Stevanovic, Sansone e Verdi sono giovani e sarebbe ingiusto per la loro carriera far ricadere sulle loro spalle l’intero peso delle fasce; manca un attaccante che garantisca quella quindicina di gol indispensabili per la permanenza in A.
A sette giorni dall’esordio in Coppa Italia e a quindici dall’inizio del campionato tergiversare non si può più. L’anno scorso gli obiettivi stagionali sono stati raggiunti per buona parte grazie al fatto che a Ventura erano stati dati quasi tutti i giocatori per l’inizio del ritiro, quest’anno alla fine della preparazione pre-campionato manca una settimana e l’organico non è ancora completo. Provare a essere ottimisti non è facile: l’azzardo darà adrenalina, ma alla fine può risultare un harakiri e nella storia anche recente del Toro più di un harakiri c’è già stato.