Serve l’esorcista per scacciare l’oscura forza maligna che si è insinuata nel Toro

06.12.2020 08:00 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Nkoulou, Ronaldo, Lyanco
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Nkoulou, Ronaldo, Lyanco
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Al gol di Nkoulou chissà quanti hanno pensato che sarebbe andata in scena l’ennesima rimonta tanto più che si era al minuto 9, poi con il passare del tempo e vedendo che la Juventus era una delle meno performanti affrontate negli ultimi anni qualcuno avrà pensato che magari era la volta buona. Ma al pareggio di McKennie i sogni si sono dissolti e la cruda realtà si è palesata alla rete di Bonucci. Settima rimonta in dieci partite con ben 19 punti buttati via da situazioni di vantaggio e 19° derby perso negli ultimi quindici anni.

Ma che cos’ha questo Torino che riesce puntualmente a distruggere ciò che di buono crea? Sembra posseduto da un’oscura forza maligna che si è insinuata dentro di lui e che lo fa andare in tilt sul più bello. Che una partita vada storta ci può stare, anche duo o tre, ma che diventi una costante ha dell’incredibile. Non ci si capacita. Giampaolo al termine della partita in conferenza stampa alla domanda ha sottolineato che “Per uscire da questa situazione bisogna essere forti e avere fede”. Ma anche una fede granitica di fronte alla settima rimonta subita viene meno. E su quale spiegazione si sia dato il mister ha detto: “Questa rimonta, a mio avviso, è diversa dalle altre subite. Questa rimonta è stata subita con una squadra che comunque c’era e che non ha subito il contraccolpo psicologico. L’abbiamo persa per un paio di dettagli  soprattutto su calci piazzati ed entrambi i gol sono scaturiti su calcio d’angolo, diretta, respinta et cetera. Mentre le rimonte subite nelle partite precedenti avevano un altro marchio: erano più emotive. Questa è stata diversa e accomunarla alle altre sarebbe sbagliato”. Diversa o uguale resta il fatto che il problema non si risolve e che questo Torino ne ha sempre una che sia una questione emotiva o che sia un problema che scaturisce da errori di singoli e/o collettivi alla fine il risultato non cambia sia che l’avversario sia alla portata sia che lo sia meno.

Il tempo passa e si accumulano i punti persi e il Torino rimane inchiodato al fondo della classifica. A questo punto a un quarto del campionato la ricerca del bel gioco non serve perché diventa un vezzo eccessivo. E’ invece impellente badare al sodo che tradotto significa conquistare punti anche giocando male e con le cattive, prima che sia troppo tardi. E tanto per cominciare potrebbe essere utile marcare gli avversari dentro l’area di rigore e non mangiarsi i gol che sono più facili da farsi che da sbagliare.