Sanabria con Brekalo e Pjaca: Juric fa le prove di una squadra sempre più straniera

11.09.2021 09:30 di  Emanuele Pastorella   vedi letture
Sanabria con Brekalo e Pjaca: Juric fa le prove di una squadra sempre più straniera
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Sarà un Toro senza Belotti, il recupero del Gallo in vista di domani appare una missione sempre più impossibile. Il mirino del capitano granata si è spostato decisamente su Reggio Emilia: per rivederlo in campo dal primo minuto, infatti, sembra inevitabile dover aspettare la sfida di venerdì prossimo contro il Sassuolo. Così, il tecnico Juric continua a fare gli esperimenti di un Toro anti-Salernitana senza Belotti. E si va verso un tridente tutto straniero: Brekalo da una parte, Pjaca dall’altra, Sanabria dall’altra. E per fortuna che il paraguayano è rientrato anticipatamente sotto la Mole dopo le gare con la sua Nazionale, visto che anche Zaza è indisponibile e Verdi si è fermato ai box. Le prove al Fila proseguono, mentre Juric si ritrova tra le mani un Toro che non è mai stato così internazionale.

Sedici paesi rappresentati, venti stranieri in totale: soltanto la Lazio, con 26, e l’Udinese, a quota 23, hanno in rosa più stranieri rispetto alla squadra a disposizione del croato. Un dato che, negli ultimi anni, ha subito una netta impennata: nel 2019 erano 13, l’anno scorso 14, in questa stagione rappresentano oltre il 65 per cento dell’intero parco giocatori. Su dieci difensori, ad esempio, gli unici italiani sono Izzo e Buongiorno, nemmeno dei punti fissi per l’allenatore ma valide alternative. D’altra parte, le trattative concluse durante l’ultima sessione di calciomercato sono andate in questa direzione: sette entrate in totale, sei stranieri acquistati. L’unico italiano ad essere un volto nuovo è Tommaso Pobega, tra l’altro al momento destinato a tornare al Milan a fine stagione perché in prestito secco, poi la ricca colonia di stranieri. 

Dal belga Praet ai croati Pjaca e Brekalo, passando per l’albanese Berisha fino ad arrivare a due trasferimenti in qualche modo storico: Zima è il primo calciatore ceco a vestire la maglia del Toro, mentre con Warming i granata sono tornati ad accogliere un danese a distanza di oltre trent’anni dall’ultima volta, quando sotto la Mole sbarcò Berggreen. E anche tra chi è tornato dai vari prestiti ed è rimasto, eccezion fatta per il lungodegente Edera, sono stranieri, alias Djidji e Aina. 

Poi c’è la panchina, che non parla più italiano dopo che nel post-Mihajlovic si erano alternati Mazzarri, Longo, Giampaolo e Nicola: dagli anni Sessanta ad oggi, il croato è il quarto straniero dopo l’argentino Santos, allo scozzese Souness e al serbo attualmente al Bologna. Il dato che risale alla prima giornata di campionato, inoltre, ha del clamoroso: eccezion fatta per Mandragora, la formazione che ha iniziato la sfida contro l’Atalanta era composta da stranieri per dieci undicesimi.