Sacrificare Darmian per Zapata basterebbe a risollevare la squadra?
Matteo Darnian a giugno dirà sicuramente addio al Torino, anticiparne la fuoriuscita per sistemare l’attacco prendendo Duvan Zapata dal Napoli e quindi scambiandolo con lui e guadagnando anche qualche soldino sarebbe un sacrificio accettabile? D’istinto alla domanda verrebbe da rispondere assolutamente no! E anche ragionandoci su si finisce per arrivare alla stessa conclusione. Prima di tutto perché con l’arrivo del solo Zapata non si risolverebbero tutti i problemi in attacco e poi perché si dovrebbe sostituire Matteo e dove lo si trova a gennaio un terzino di buon livello e con ancora margini di miglioramento, Nazionale, capace di giocare sia a destra sia a sinistra e per di più abbastanza giovane, non bisogna scordare che Darmian ha venticinque anni da poco compiuti (2 dicembre). Già è difficile riuscirci in estate - do you remember la telenovelas Ghoulam, il terzino sinistro francese naturalizzato algerino finito poi al Napoli - figuriamoci nel mercato di riparazione, ecco appunto. E nessuno è così sempliciotto da pensare che con Bruno Peres e magari una sua riserva la fascia destra sia a posto e che a sinistra con Molinaro e Masiello non serva nessun altro. Allora perché molte volte Ventura ha dirottato sulla sinistra Dramian, solo perché Masiello era infortunato? Assolutamente no, se ha spostato Matteo è perché non riteneva che Molinaro fosse del tutto adatto, malgrado Cristian appena è giunto al Torino quest’estate si sia subito integrato bene e non abbia avuto particolari problemi fisici, quindi escluderlo era solo una volontà dell’allenatore, così come tenere fuori Peres dopo il gol nel derby perché aveva ricevuto troppi complimenti e non si montasse la testa, tanto più che in fase difensiva qualche lacuna l’ha palesata.
C’è da giurarci che Ventura a gennaio non vorrebbe che Darmian fosse ceduto anche se in cambio si ritroverebbe Duvan Zapata, che nelle ultime partite ha dimostrato un rendimento e una condizione più che buone, però per quanto in crescita non può dare garanzie assolute di risolvere il problema del gol al Torino, anche se in otto presenze e per un totale di 286 minuti ha realizzato 4 reti, con una media di un gol ogni 71,5’, e un assist. Magari il colombiano s’integrerebbe rapidamente in granata e magari segnerebbe anche, però non potrebbe giocare in Europa League poiché lo ha già fatto con il Napoli e per regolamento non può più essere inserito nella lista Uefa di un altro club per questo torneo. Il Torino non ha bisogno di “magari” perché con diciassette punti incamerati in sedici partite e il tredicesimo posto in classifica, in coabitazione con Empoli e Verona, non sta disputando un campionato particolarmente esaltante, senza parlare dei soli dodici gol segnati e il Cagliari terz’ultimo è distante solo cinque lunghezze che sarebbero anche un margine che permette di non sentirsi il fiato sul collo se dopo la vittoria con il Genoa alla ripresa, il giorno della Befana, vincesse anche con il Chievo che ha solo un punto in meno. Se malauguratamente però nelle prossime partite qualche cosa andasse storto quel margine di cinque punti si esaurirebbe in fretta e tornerebbe lo spettro zona retrocessione a un passo.
La squadra va rafforzata non indebolita e cedere a gennaio Darmian sa più di aumentare i problemi che già ci sono e non di rendere la squadra più competitiva. E poi i tifosi che ne direbbero? Se già gli spettatori sono in calo cosa accadrebbe mai se ritenessero che dopo aver già parzialmente fallito nel mercato estivo la società non rimediasse a gennaio? Nell’arco di sei mesi perdere il capocannoniere della serie A, Immobile, l’assist-man con vizietto del gol, Cerci, e anche il gioiellino della Nazionale, Darmian, è decisamente troppo. Il Torino vuole Zapata? Allora faccia un’offerta congrua al Napoli e porti a Torino il giocatore senza cedere in cambio Darmian e nel caso i dirigenti partenopei e Benitez non vogliano privarsi del vice Higuain, Cairo, Petrachi e Ventura virino immediatamente su un altro attaccante senza tergiversare e sperare di acchiappare qualcuno a buon prezzo o peggio ancora ritrovarsi a gennaio inoltrato senza aver concluso nulla e in fretta e furia prendere un attaccante per provare a colmare le lacune dell’organico, di giocatori scommessa non se ne sente il bisogno, si è già dato in estate. A Ventura è già andata bene lo scorso campionato con Immobile e Cerci, sfidare troppo la propria buona stella può rivelarsi un boomerang, inizi a mettere nelle migliori condizioni per segnare Quagliarella, Amauri e Mattinez e non pretenda troppo dai nuovi lasciandoli un po’ liberi di sfruttare le proprie doti naturali, piuttosto pretenda che la società gli dia i rinforzi di cui ha bisogno.