Rinunciare a Falque è una scelta non del tutto comprensibile e anche non più di tanto conveniente

22.09.2020 12:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Iago Falque
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Iago Falque
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Sembra proprio che le strade del Torino e di Iago Falque si separino. Lo spagnolo  piace e non poco al Benevento e il club granata, che gi aveva rinnovato il contratto nell’estate 2018 fino al 2022 e la scorsa gli aveva affidato la maglia numero 10, lo lascerebbe partire ben volentieri, anche se i numeri di Falque al Torino parlano da soli perché solo a cavallo fra due stagioni fa e la scorsa a causa di infortuni la sua resa non è stata all’altezza di quanto aveva fatto precedentemente cosa che poi  a gennaio 2020 portò al prestito al Genoa perché aveva bisogno di giocare con continuità e Mazzarri non lo vedeva più di tanto, oltretutto così il presidente Cairo avrebbe risparmiato qualche mese sull’ingaggio che è tra i più alti, 1,7 milioni di euro netti all’anno.

Per capire la situazione è giusto ricordare quanto ha fatto Iago da quando veste la maglia granata. Considerando campionato e Coppa Italia, il primo anno, 2016-2017, 12 gol e 6 assist, il secondo 14 reti e 9 assist, il terzo, nel finale condizionato appunto da problemi fisici, 6 gol e 6 assist e nel quarto praticamente non ha quasi mai giocato prima di passare al Genoa, 75’ con il Debreceni nella prima gara dei preliminari d’Europa League prima dell’infortunio alla caviglia e poi 101’ in campionato (dati Transfermarkt). Un bottino non male per un attaccante che non è una prima punta, infatti lo ha reso dopo Belotti il giocatore con più gol all’attivo ed è stato anche quello che si è rivelato il miglior partner per il “Gallo”.

Falque è un esterno destro d’attacco che può agire anche a sinistra e da seconda punta e con il 4-3-1-2 di Giampaolo non c’entra molto. E su questo non ci sono dubbi perché servirebbe un vero trequartista e un’altra punta dal fisico più “imponente” e che quando occorre faccia a “sportellate” con gli avversari, alla Zaza tanto per essere chiari che però commetta meno errori e sia più prolifico.
Nell’attuale rosa del Torino a parte Belotti nel gruppo degli attaccanti ci sono lui, Verdi, Berenguer, Zaza, Rauti, Millico e Edera, ma quest’ultimo Giampaolo ha già detto che andrà via. Nessuno è un vero trequartista poiché Verdi è anche lui un esterno d’attacco, può agire a destra o a sinistra e fare anche la seconda punta, stessi identici ruoli di Falque, e Berenguer può essere collocato a sinistra sia a centrocampo sia in attacco e all’occorrenza agire da seconda punta. Zaza è una punta centrale e in alternativa seconda punta. Rauti è una punta centrale e può giocare anche come ala destra o sinistra. Millico è un’ala sinistra che può stare anche a destra e fare la seconda punta. Edera è un’ala destra e all’occorrenza seconda punta.
Fra tutti, sempre lasciando a parte Belotti, Iago Falque è quello che ha una visione del gioco superiore e la capacità d’impostare la manovra offensiva, è preciso nei cross, veloce, e sa agire senza palla smarcandosi o portando via un avversario. Non ultimo, sa saltare l’uomo essendo dotato di doppio passo, mette i compagni nella condizione di segnare o lo fa lui stesso. Per cui è quello che può essere adatto a fare il trequartista, se non fosse preso uno che lo è già di suo. Giampaolo però non sembra proprio essere dello stesso avviso perché lui predilige i calciatori che giocano a uno o al più a due tocchi e Iago, invece, di tocchi tendenzialmente ne fa qualcuno in più.

Per il Torino sarebbe anche conveniente tenere Falque perché con Belotti ha dimostrato di saper interagire bene, è un professionista serio, conosce già l’ambiente e la sua permanenza permetterebbe di non spendere una cifra importante poiché un trequartista che non sia scarso costa e parecchio sia dal punto di vista del cartellino sia da quello dello stipendio. Certo l’ingaggio di Falque non è fra i più economici per i parametri granata, ma con i flop che si sono registrati negli acquisti degli attaccanti nelle ultime stagioni i costi per i suoi emolumenti passano in secondo piano. Forse Giampaolo e la dirigenza dovrebbero convincersi che tenerlo e utilizzarlo potrebbe risultare una mossa lungimirante.