Riccardo Badia: "In Ghana e in Egitto ci sono giocatori di valore"

31.03.2013 16:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per Tuttomercatoweb.com
Riccardo Badia: "In Ghana e in Egitto ci sono giocatori di valore"
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Abbiamo intervistato in esclusiva Riccardo Badia, agente di calciatori, e lui ci ha parlato del calcio africano, ghanese ed egiziano in particolare.

Le società italiane vanno a cercare i giocatori soprattutto in Sud America, ma ci sono altre realtà dove ci sono calciatori validi?
“Sì, in Ghana ci sono giocatori forti e tecnicamente i calciatori africani sono migliorati molto, infatti, le società francesi li stanno tesserando”.

Perché allora la maggior parte dei club italiani non fanno come quelli francesi e preferiscono sempre i sudamericani, precludendosi un bacino d’utenza importante come è quello africano?
“Il primo motivo è quello del passaporto, spesso i calciatori argentini e brasiliani sono in possesso anche di un passaporto comunitario o portoghese o spagnolo o italiano, mentre per quel che riguarda gli africani sono tutti extracomunitari, quindi o i calciatori vengono trasferiti in età giovanile, come primo tesseramento, oppure possono essere ingaggiati solo da società di serie A, perché in serie B e in Lega Pro non sono tesserabili. I club di serie A prima di occupare un posto da extracomunitario ci pensano su molte volte, di conseguenza la prima discriminante che c’è fra Sud America e Africa è proprio questa. A livello fisico il giocatore africano è molto più sviluppato di quello sud americano e fino ai novantacinque gli africani sono superiori”.

Quindi è soprattutto una questione di burocrazia il fatto che i calciatori africani vadano in Francia e non in Italia?
“Sì, è più che altro una questione burocratica. Le ex colonie francesi danno la possibilità ai loro calciatori di andare in Francia e di prendere in tempi brevi il passaporto francese e ci sono leggi in Francia che non impediscono, come avviene in Italia, allo straniero di accedere al paese per lavorare”.

C’è anche un fattore di affinità maggiori fra l’Italia e il Sud America rispetto all’Africa?
“La moda di prendere giocatori sud americani ormai nel nostro paese c’è da tanto tempo, solo nell’ultimo periodo le società italiane stanno scoprendo i giocatori africani, ad esempio, Asamoah della Juventus, Badu dell’Udinese, Boakye del Sassuolo e tanti altri. In Italia c’è un po’ la fissazione che il calcio debba essere più che altro estro, tecnica e fantasia quindi si vanno a cercare i calciatori argentini e brasiliani che hanno queste caratteristiche”.

Invece i mercati emergenti ad esempio della Cina e del medio oriente non sono ancora di un livello qualitativo sufficiente per esportare i loro calciatori in Italia?
“Queste realtà adesso stanno importando tanto come hanno fatto con giocatori del tipo di Anelka, Drogba, Elkeson, ma il livello dei giocatori asiatici o mediorientali non è ancora sufficiente per portarli in Europa, se non qualche rara eccezione. C’è un netto miglioramento dal punto di vista qualitativo dell’Egitto che ieri ha vinto la Coppa d’Africa Under 20, aveva concluso il girone a punteggio pieno poi in semifinale ha battuto la Nigeria e in finale il Ghana”.

Quindi qualche ragazzo interessante da seguire c’è?
“Sì, Saleh Gomaa, del Enppi un centrocampista offensivo trequartista diciannovenne, e Ramy Rabia, del Al-Ahly anche lui un centrocampista centrale con doti difensive un classico mediano, ad esempio, piacciono a club inglesi di Premier Ligue e di Championship. Il calcio egiziano mi ha sorpreso perché è migliorato molto sotto l’aspetto tattico e tecnico e i due ragazzi di cui ho parlato, che giocano in squadre del Cairo, sono due calciatori di grande valore da tenere sott’occhio”.