Questo Toro sempre più "Juricizzato" può credere nell’arrivare in Europa e persino permettersi di fare a meno di alcuni titolari
Non è ancora un Toro perfetto come lo vorrebbe Juric, ma quello che si è visto con Bologna e Lecce, dopo la batosta subita dalla Juventus, è di certo una squadra che ha assorbito i dettami del suo allenatore e che sta diventando anche il giusto cinica. Nelle ultime due partite non ha subito nessun gol e ne ha fatti tre sfruttando bene le occasioni create. Sanabria finalmente ha ricordato che per un attaccante segnare è il compito principale. Karamoh, prima che si infortunasse, si è rivelato una piacevole sorpresa. Singo è più continuo e meno impreciso. Ilic sta ritrovando la forma migliore e la porta in dote alla squadra. Miranchuk sfruttando le sue doti illumina la manovra offensiva. Radonjic pare abbia compreso che non deve dilapidare ciò che Madre Natura gli ha concesso e che se segue le indicazioni di Juric può essere un giocatore importante e non un’eterna promessa. Linetty sa alternare clava e fioretto. Gravillon può essere più di un rincalzo. Rodriguez mette a disposizione la sua esperienza sia in fase offensiva sia in quella difensiva gestendosi sulla fascia. Schuurs sta affinando le sue qualità e studia con profitto da difensore moderno. Milinkovic-Savic con il lavoro sta migliorando nelle uscite soprattutto quelle nell’area piccola. Ricci ha messo alle spalle l’infortunio e così può essere il metronomo del centrocampo. Aina, pur sempre un po’ altalenante tra buone giocate e altre meno, ha maggiore determinazione. Djidji, come dice Juric, va negli spazi aperti contro qualsiasi attaccante. Vojvoda sta provando a tornare ad essere il giocatore dello scorso campionato Buongiorno ha il Toro nel cuore e nell’anima, pensa e la stragrande maggioranza delle volte agisce di conseguenza e nonostante i suoi 23 anni pare un veterano e appena smetterà di fare qualche fallo di troppo incarnerà la figura del Difensore, proprio con la D maiuscola, anche per la Nazionale. Con una squadra così i ragazzi più giovani, Adopo, Gineitis, Bayeye e Seck e dei Primavera N’Guessan e Ciammaglichella, possono crescere con davanti agli occhi esempi da seguire. E il peso delle assenze degli infortunati, Zima, Vieira, e soprattutto Lazaro e Vlasic, si fa sentire meno. E quando Pellegri avrà ritrovato la condizione atletica potrà dare il suo contributo anche lui, visto che le qualità da centravanti non gli mancano proprio.
Questo Toro sempre più Juricizzato e consapevole dei propri mezzi può giocarsi davvero le carte per un posto in Conference League, anche se raggiungere questo traguardo non sarà facile e dipenderà pure da cosa faranno le altre concorrenti. Dodici partite, quelle che rimangono prima della fine del campionato, non sono poche. Ci sono ancora da affrontare avversari decisamente meglio attrezzati a iniziare dal Napoli per chiudere con l’Inter e in mezzo ci saranno Roma, Lazio e Atalanta, ma anche squadre come la Fiorentina che non è di certo inferiore o ambiziose come il Monza e anche il Sassuolo. Senza dimenticare quelle che hanno bisogno di punti per garantirsi la permanenza in Serie A, Salernitana e Spezia, o chi tenterà fino all’ultimo di provare a non retrocedere o comunque di onorare il campionato, Sampdoria e Verona. Juric ha saputo sdoganare le ambizioni, fino a poco tempo fa sembrava che averne fosse quasi un peccato mortale, e sta tirando fuori il meglio che c’è in ogni giocatore, il suo lavoro e quello del suo staff si sta rivelando molto prezioso e utile per tutti, calciatori e non meno per la società. Ora anche i più scettici e chi dopo anni di costrizioni ad accontentarsi deve crederci fino in fondo che riportare il Toro in Europa non è un sogno irrealizzabile.