Questo Torino è più o meno forte di quello dello scorso campionato?
Alla fine del mercato la domanda più ricorrente sulla bocca di tutti è: la squadra si è rinforzata o indebolita? La risposta definitiva la dà, ovviamente, il campo, ma provare a capirlo è naturale. Per dare giudizi non affrettati bisogna attendere almeno che siano trascorse sei giornate, meglio otto-dieci perché così si è avuto il tempo di capire anche il valore delle altre squadre e, nella casualità del calendario, si è visto all’opera il gruppo sia con formazioni più deboli sia più forti e in gare dove gli avversari si chiudono in difesa ergendo un muro e in altre dove lasciano giocare di più. Fatta questa premessa, anche appena concluso il calciomercato si possono provare a fare delle prime valutazioni sapendo che potranno variare quando il quadro sarà più delineato grazie all’assestamento che sarà dato dagli allenatori che hanno finalmente gli organici definitivi, almeno fino a gennaio.
Per dare una valutazione sul Torino si deve partire da due fattori fondamentali: il nuovo modulo, 4-2-3-1, e l’essere passati a marcare a zona. Il 4-2-3-1, varato da Mihajlovic già alla fine dello scorso campionato, ha messo Ljajic alle spalle di Belotti con la possibilità di muoversi liberamente fra le linee aumentando il potenziale offensivo della squadra e complicando la fase difensiva degli avversari poiché il Torino così risulta più imprevedibile, anche se sbilanciato ancor più in avanti. Puntare sul marcare a zona, anche se con la possibilità di variare questo aspetto, è la soluzione che il mister ha pensato per sopperire alle troppe reti, sessantasei, subite nello scorso campionato. Come aveva spiegato Mihajlovic nella conferenza stampa prima della partita con il Bologna “Quest’anno abbiamo iniziato a marcare a zona e in tutte le partite che abbiamo disputato non abbiamo sofferto, anche se abbiamo preso gol, ma ci sta perché ci stiamo ancora lavorando. Nell’arco del campionato cambieremo il modo di marcare: a zona, a uomo e misto e cambieremo a seconda degli avversari e di ciò che sarà meglio per noi, anche per sorprendere. Quando marchi a zona non ci sono schemi, a uomo sì. Marcare a zona ha i suoi pregi e difetti, i ragazzi si stanno trovando bene, quindi, continueremo così e poi vedremo durante l’arco del campionato quando dovremo cambiare modo di marcare, ma la cosa importante è sapere sempre che cosa fare”.
Passando a formulare il primo giudizio è troppo facile dire che l’acquisto più importante è stata la permanenza di Belotti, ma non si tratta di un fattore marginale perché il “Gallo” è fondamentale per il Torino. Alla voce portieri il potenziale è su per giù equivalente a quello dello sorso anno e se Sirigu tornerà a livelli simili a quelli dei primi anni del Paris Saint Germain non farà rimpiangere Hart. In difesa la cessione di Zappacosta ha un peso compensato in parte dall’arrivo di Ansaldi, che dovrà sgomitare con De Silvestri per avere una maglia. Al centro il N’Koulou visto nelle prime uscite sembra essere tornato quello dei tempi del Marsiglia, se così sarà, aggiunto all’esperienza di Burdisso e Moretti, aumenterà la tenuta davanti a Sirigu. Lyanco e Bonifazi completano con la loro voglia di emergere le possibilità di scelta di Mihajlovic. Molinaro e Barreca danno al lato sinistro un’affidabilità che aumenterà con la crescita di Barreca. A centrocampo Rincon potenzia sicuramente il tasso muscolare e grintoso del reparto e le sue caratteristiche sono più idonee alla concezione del gioco del mister rispetto a quelle di Benassi, che per questo è stato ceduto. Per il resto la mediana non ha cambiato interpreti a parte Lukic che è stato mandato a farsi le ossa altrove. Baselli, Acquah, Obi, Valdifiori e Gustafson dovranno rendere al meglio in modo che la squadra abbia equilibrio e facci al meglio sia la fase difensiva sia quella offensiva. L’attacco è stato potenziato con l’arrivo di Niang, fortemente voluto da Mihajlovic. Se Ljajic sarà continuo e saprà ispirare le giocate con Falque, Belotti e appunto Niang il quartetto è potenzialmente fra i migliori della serie A. Per Edera, Berenguer, Boyé e Sadiq ci sarà la possibilità di crescere se avranno la capacità e la forza di ritagliarsi degli spazi provando a rubare il posto agli altri quattro. Il potenziale offensivo del Torino è stato accresciuto se lo sarà anche quello difensivo allora puntare all’Europa League non sarà solo un’intenzione, ma potrebbe diventare una realtà.