Quanto Baroni potrà contare sui giovani emergenti del Torino tenuto conto delle parole di Cairo?

Il Torino ha nella sua rosa Gineitis e Casadei da considerarsi nel giro dei titolari, ma anche Dembélé, Njie, Ilkhan, più altri giovani che nell’arco della stagione sono stati più volte convocati e che hanno anche esordito in Serie A come Perciun, Cacciamani e Gabellini o chi invece pur convocato qualche volta non ha mai giocato restando in panchina come Dalla Vecchia e Yesin. E poi torneranno dai prestiti: Sazonov e Pellegri, entrambi all’Empoli retrocesso in Serie B; Dellavalle che ha trascorso un anno in Serie B al Modena; Seck dal Catanzaro, arrivato fino alle semifinali playoff di Serie B; Ciammaglichella che nella seconda parte del campionato da poco finito è stato in Serie C alla Ternana; Rauti dal Vicenza, arrivato fino alle semifinali playoff di Serie C, che potrebbe riscattarlo però il Torino ha la possibilità di contro-riscattarlo; Bianay Balcot dalla Triestina, che ha vinto i playout ed è rimasta in Serie C; Bayeye dal Fudbalski Klub Radnički che milita nella Super Liga in Serbia; N’Guessan dal Nogometni Klub Bravo in Slovenia; Popa dal Cluj nella Super Liga in Romania.
Trattasi di ben 20 calciatori che il nuovo allenatore Baroni potrebbe sfruttare oppure no, questo evidentemente dipenderà dalle valutazioni che farà di loro. Alcuni li porterà in ritiro per osservarli quotidianamente e altri saranno comunque a disposizione perché anche quest’estate la Primavera seguirà la prima squadra a Prato allo Stelvio. Ovviamente non tutti resteranno al Torino, ma comunque si tratta di un numero elevato di elementi ed è evidente che fra tutti questi c'è e ci sarà sicuramente chi potrebbe andare a rimpolpare le fila della rosa della prossima stagione.
L’ex allenatore Vanoli i giovani li aveva tenuti in considerazione però più volte aveva detto che ovviamente giocavano se lo meritavano e che voleva tutelarli e, soprattutto nel finale di campionato, non utilizzarli perché altri non rendevano per quanto potevano. Il presidente Cairo, che con i giovani ha realizzato tante corpose plusvalenze negli anni, invece non è stato contento dell’utilizzo fatto dall’ex mister dei giovani nelle ultime gare del campionato. “Sì, sono contento dell’utilizzo, ma il giovane devi farlo giocare in una partita in cui, come con l’Udinese quando ha esordito Perciun, si vince. Altrimenti far giocare i giovani per dire li ho fatti giocare è relativo. Quello che conta è arrivare a un obiettivo: vincere la partita, pareggiarla, fare bene. E poi ci metti anche il giovane che gioca mezzora, un quarto d’ora e fa cose buone. Il giovane non va fatto giocare tanto per farlo, ma deve essere funzionale ad ottenere un risultato. Altrimenti se basta far giocare i giovani ne abbiamo tanti e allora facciamoli giocare”. Indubbiamente quelle del presidente sono parole dettate dalla delusione per le ultime otto partite nelle quali la squadra ha vinto solo una volta (Udinese) e pareggiato in due occasioni (Verona e Venezia), mentre ha perso le restanti cinque gare (Como, Napoli, Inter, Lecce e Roma) riuscendo a segnare solo quattro gol e subendone dieci. Però sono anche un’indicazione precisa.
Viene quindi da chiedersi il Torino quanto crede davvero nei giovani? E Baroni quanto potrà contare sui giovani emergenti?. Taibi che da direttore sportivo scelse Baroni per la panchina della Reggina nel 2020-21 in un’intervista rilasciata a Tuttosport ha detto: “Dopo aver deciso di cambiare allenatore, avevamo incontrato tre tecnici, uno di questi era appunto Baroni. Mi aveva colpito perché mi aveva parlato di alcuni giovani che avevamo e che fino a quel momento non avevano mai giocato. Lui li conosceva già”. Una cosa è certa se i giovani sono immessi in una squadra che gira bene possono crescere e rendere al massimo, ma se si trovano in un contesto mediocre rischiano davvero solo di bruciarsi.
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