Puntare solo a vincere: non è il momento di valorizzare i giovani
La botte piena e la moglie ubriaca insieme non si possono avere, quindi l’esigenza di fare punti per arrivare al sesto posto deve prevalere su tutto, tento più che il Torino nelle ultime due giornate di campionato ha gettato via cinque punti, pareggio con il Palermo e sconfitta con l’Empoli, e non ha sfruttato i tanti passi falsi commessi dalle dirette concorrenti per un posto nell’Europa League della prossima stagione, la Fiorentina che ha perso con la Juventus, la Sampdoria che non è andata oltre il pareggio con il Verona, la Sampdoria e il Genoa che hanno perso rispettivamente con Juventus e Roma e l’Inter che ha pareggiato con il Chievo. L’esigenza di valorizzare i giovani che possono significare plusvalenze in queste ultime quattro partite deve essere accantonata. Questo non significa assolutamente che questi ragazzi che hanno contribuito anche loro, chi più chi meno, ad arrivare a un passo dal sesto posto e agli ottavi d’Europa League, debbano essere relegati in panchina, ma se c’è qualche altro giocatore che è più esperto e non giovanissimo, quindi non nella condizione di assicurare grandi plusvalenze, va utilizzato fin dal primo minuto di gioco, poi nell’arco della partita, se fosse stanco o non in giornata, ben venga l’apporto dei giovani che hanno l’esigenza di mettersi in mostra.
Oggi il Torino poteva essere al sesto posto e invece si ritrova al nono, non è più l’assoluto padrone del suo destino perché l’eventuale raggiungimento del sesto posto dipenderà e non poco da scivoloni che possono accadere a Inter, Genoa, Sampdoria e Fiorentina, ma il fatto che possano accadere non è detto che si verifichi. Dodici punti ancora in palio sono tanti per questo il Torino, se vuole davvero l’Europa, deve conquistarne il più possibile provando a vincere tutte e quattro le restanti partite, non facile è chiaro, ma neppure impossibile perché Genoa, Chievo, Milan e Cesena non sono più forti dei granata. Il Torino può contare sul fatto che in caso di arrivo alla pari con la Sampdoria conquisterebbe un posto in Europa per gli scontri diretti a lui favorevoli, però due posizioni vanno comunque superate.
Il Torino lunedì sera proprio contro il Genoa disputerà la sua cinquantesima partita ufficiale stagionale, sono tante, però sono la norma per le squadre che disputano anche tornei internazionali, alcuni calciatori poi hanno risposto anche alle convocazioni delle rispettive nazionali e quindi hanno nelle gambe ancora più partite, ma anche questo è del tutto normale per chi ha ambizioni di un certo livello. I molti impegni che comportava questa stagione erano ben noti già prima che iniziasse e tutto andava programmato tenendone conto: il mercato e la preparazione. Ora arrivano i primi caldi che incidono sul rendimento, ma è condizione comune anche per le altre squadre, non riguarda solo il Torino, di conseguenza non è un fattore determinante e non può essere utilizzato come scusa. Il mercato, seppur con qualche lacuna, comunque ha fornito una rosa che è stata competitiva su due fronti, campionato finora e Europa League, mentre la Coppa Italia non può essere considerata poiché il Torino è stato eliminato alla prima partita giocata. La preparazione sicuramente è stata calibrata in modo da arrivare non in riserva di energie alle ultime battute e la riprova sono le parole dei giocatori che tutte le volte che si sentono fare la domanda se sono stanchi per i tanti impegni rispondono che la squadra fisicamente non sta male, quindi se ne deve dedurre che hanno le energie per affrontare il finale di campionato.
Come si spiega allora che nelle ultime due giornate il Torino ha gettato alle ortiche ben cinque punti preziosissimi? Mancanza di motivazioni? Assolutamente e categoricamente impossibile, se non è una motivazione arrivare sesti e giocare in Europa c’è da chiedersi che significato diverso da quello comune ha la parola motivazione per i tesserati del Torino. Deconcentrazione? No, non può essere sono tutti professionisti. Appagamento? Anche in questo caso è impossibile, non hanno ancora raggiunto l’obiettivo, tra l’altro ribadito dal presidente Cairo davanti alla lapide dei caduti a Superga. Allora rimboccarsi le maniche e dare il tutto per tutto. Ventura prepari alla perfezione le partite e pensi solo a schierare la formazione migliore senza tener conto delle plusvalenze, i giovani hanno avuto a disposizione dieci mesi per mettersi in mostra se non ci sono riusciti appieno non sarà l’ultimo mese a fare la differenza. Tutti i giocatori diano il cento per cento in campo. In fin dei conti se centrano l’obiettivo l’allenatore potrà pretendere una rosa migliore per la prossima stagione, i giocatori avranno più potere contrattuale sia nel caso restino, ritocco dell’ingaggio e/o prolungamento del contratto, sia in quello di approdo ad altro club e la società avrà un patrimonio calciatori valorizzato e un peso a livello nazionale e internazionale aumentato. Nell’interesse di tutti il sesto posto va conquistato.