Petrachi: "Il nostro segreto? L'unità d'intenti. Bando però ai facili entusiasmi"

20.12.2013 17:18 di  Marina Beccuti   vedi letture
Petrachi: "Il nostro segreto? L'unità d'intenti. Bando però ai facili entusiasmi"
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© foto di Federico De Luca

Gianluca Petrachi a sorpresa è venuto a presentare la partita di domenica contro il Chievo ma, ovviamente, non ha potuto esimersi dal trattare anche qualche voce di mercato, ad esempio la situazione di D’Ambrosio, anche se ha preferito sorvolare sulla questione: “Si è detto di tutto e di più, la conferenza di Cairo ha spiegato bene la faccenda, per questo preferisco parlare del momento attuale. Oggi credo interessi poco quello che succederà. Mi dispiace che si sia creata questa situazione. Umanamente deluso? Il giocatore l’ho scoperto in C2, ma nella vita capitano anche queste cose.Nel calcio ho imparato che la riconoscenza lascia il tempo che trova. Quando facevo il raccattapalle era ancora valido il discorso della maglia, ho vissuto con quei tipi di valori, oggi una notizia vola da un secondo all’altro. Non dobbiamo essere più romantici, il calcio è cambiato“.

Il Torino sta andando bene, sono cambiati gli obiettivi del Toro? “Sono qui da quattro anni e ho imparato che in questo ambiente è facile deprimersi così come esaltarsi per un niente, c’è già troppa euforia, invece bisogna pedalare. Da una squadra che è partita per conseguire la salvezza, ora stiamo facendo un buon campionato e abbiamo messo in mostra di poter superare i gap tecnici con le grandi squadre, grazie soprattutto all’unione d’intenti, lo spirito di sacrificio, remando tutti dalla stessa parte. Solo i ragazzi possono sapere quello che faranno. Adesso abbiamo uno zoccolo duro e chi è arrivato da poco sta facendo bene. Il campionato è difficilissimo, bisogna vivere alla giornata. L’esame di maturità dev’essere fatto da tutti, anche dai tifosi, bisogna capire che non è facile, che occorre avere pazienza“.

Guardando al presente c’è una partita difficile da affrontare prima di lasciarsi andare alle feste natalizie: “Il Chievo è un avversario ostico, c’è un allenatore molto motivato che è tornato a far giocare bene questa squadra. Non bisogna pensare al Natale“.

Tra pochi giorni Petrachi festeggerà il suo quarto anno come direttore sportivo del Torino, cos’è cambiato dal momento del suo insediamento? (Quel giorno ci fu una pesante contestazione da parte degli ultrà alla Sisport, ndr)? “Ho messo intanto sudore, sacrificio, passione e non mi sono abbattuto nei momenti difficili, ho portato avanti i miei concetti, ho ricevuto accuse pesanti, ho cercato di  tirare dritto, sono ambizioso e cerco sempre di migliorarmi, oggi è gratificante sentir parlare di una squadra che sta facendo bene e sta crescendo dei giovani. Quando sono arrivato il Torino era messo male nella classifica di B. E’ stato fatto tanto ma c’è ancora molto da fare“.

A proposito di giovani c’è un certo Maksimovic che domenica contro l’Udinese ha sorpreso: “Gli ho parlato ieri facendogli intendere che non deve sentirsi arrivato solo perché ha fatto bene una partita. Lui è un ragazzo di quelli che, in gergo calcistico, si dice che ha fame, spero che vada bene nella partita domenica, se giocherà, perché questo può far aumentare la sua autostima e crescere,  Bellomo? E’ giovane e sta incontrando alcune difficoltà, fino a che non si riesce a capire il credo di Ventura si fa fatica, l’ho vissuto io quando l'ho avuto come allenatore in passato. Bellomo non ha ancora fatto questo trapasso, di entrare nelle situazioni tattiche che deve intraprendere. E’ gratificante comprare alcuni giocatori che poi fanno bene e la gente li apprezza, ma non è facile cambiare, ci vuole tempo e pazienza, vedo ad esempio le difficoltà dell’Inter. Conosco bene Ventura e il nostro legame ci aiuta a prendere i giocatori giusti perché c’è simbiosi“.

Sul futuro, ovvero il mercato di gennaio, che è alle porte, può essere fatto qualcosa, ma solo per migliorare la situazione: “Stiamo facendo delle valutazioni con il mister e il presidente per intervenire nel mercato di gennaio, magari per aiutare Ventura a cambiare modulo a seconda delle squadre che incontriamo, questo potrebbe servire per mettere in difficoltà gli avversari. Birsa? Lo conosciamo, ha fatto bene da noi, non è stato riconfermato perché abbiamo cambiato il modulo e lui sarebbe stato penalizzato, se c’è bisogno del trequartista allora potrebbe tornare utile. Se poi arrivano giocatori che sono già stati con Ventura meglio ancora perché l’apprendimento sarebbe più veloce".