Passare dalle parole ai fatti in campo: solo questo conta davvero per il Torino
Molto bene l’assunzione di responsabilità collettiva fatta dai giocatori a Mazzarri dopo la pessima prestazione con il Napoli riportata ai microfoni del canale ufficiale della società dallo stesso allenatore ieri alla vigilia della gara con l’Atalanta. Il primo passo è stato fatto, ma non basta assolutamente perché serve che la squadra granata cambi atteggiamento in campo. Quanto serva lo si è evinto dalle parole di Mazzarri quando ha spiegato che tipo di avversario è l’Atalanta: “E’ una squadra che gioca a memoria e che ha fatto bene addirittura in Europa (l’anno scorso arrivò ai sedicesimi di finale dell’Europa League, ndr), quindi, ha una forte esperienza e ha giocatori di grande livello, cito gli attaccanti ma potrei citarne tanti altri, come Zapata e Gomez che possono fare la differenza in qualsiasi momento. E’ un collettivo ben collaudato da Gasperini ed è una squadra forte fisicamente che se ci ruba palla può farci male sempre e se la lasciamo giocare può avere delle trame di gioco interessanti e valide”. Chiarissimo al di là di ogni possibile dubbio che questa sera il Torino dovrà evitare errori che permettano ai bergamaschi di sfruttarli e avere il pallino del gioco non concedendo nulla, o almeno il meno possibile, all’avversario.
I giocatori del Torino saranno capaci di essere padroni della situazione? Lo dirà il campo. De Silvestri è tornato a disposizione e in infermeria restano Lyanco, Ansaldi e Falque, mancano, quindi, due giocatori importanti come l’argentino e lo spagnolo, ma almeno Mazzarri ha una soluzione in più per le fasce. In attacco Belotti dovrebbe essere di fatto l’unica punta con Soriano che agirà alla sue spalle facendo da raccordo tra il centrocampo e lui. Questo comporta, quasi certamente, che Zaza inizialmente si accomodi in panchina per poi subentrare nel corso della ripresa. La sensazione è che De Silvestri, anche se appena recuperato, possa essere titolare sulla fascia destra e che Aina si occupi dell’altra con in mezzo al campo Meïté, Rincon e Baselli. In difesa non dovrebbero esserci novità poiché la partita è delicata e pensare che Bremer o Djidji possano togliere il posto a qualcuno tra Izzo, N’Koulou o Moretti è quasi fantascienza anche perché Mazzarri ha chiaramente detto parlando dei giovani che: “Soprattutto per quel che riguarda i difensori hanno un ruolo particolare e magari fanno delle grandi gare, come si è visto anche nelle ultime nostre partite, ma se si commette un minimo errore lo si paga, se è il momento di pagare tutto, e, quindi, andiamo un pochino con i piedi di piombo a far giocare chi è arrivato tardi ed è straniero e non conosce ancora totalmente l’organizzazione della squadra”. Chiosando ha poi dato qualche piccola speranza in generale ai giovani della rosa di poter scendere in campo per qualche spezzone di gara, ma è praticamente da escludere che possano aggiudicarsi una maglia da titolare: “E’ un processo un po’ lungo quello per farli adattare, ma mi sembra che questi ragazzi abbiano imparato in fretta e almeno qualcuno lo vedremo in queste due partite”.
Belotti, se com’è molto probabile, sarà l’unica punta ha da una parte il compito di farsi carico di segnare, però, dall’altra non correrà neppure il rischio di vedere ridotto lo spazio in area per agire. Quest’ultima condizione lo dovrebbe agevolare tanto più che dovrebbe anche avere minori incombenze in fase di copertura e potrà di conseguenza essere più lucido sotto porta. Anche lui come quasi tutti i compagni devono riscattare la pessima prestazione fornita con il Napoli. Al momento, dopo appena cinque giornate disputate, fare discorsi relativi alla classifica ha ben poco senso, ma non si può non tenere in conto che ogni punto perso o guadagnato a fine stagione può essere quello decisivo. Fra il terzo posto e il terzultimo in soli sei punti ci sono ben sedici squadre, basta pochissimo per scalare posizioni purché non si sfoderino prestazioni pessime che portano solo a sconfitte o pareggi che di fatto sono delle zavorre che aumentano il divario con chi è davanti.