Parole d’ordine: determinazione e cattiveria agonistica per 90’

Il Torino deve bandire amnesie che portano errori evitabili e manovrare coralmente in modo che il possessore di palla sia sempre supportato da almeno un compagno. Segnare e tornare a vincere.
06.12.2014 13:15 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Parole d’ordine: determinazione e cattiveria agonistica per 90’
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© foto di Federico Gaetano

Gol presi nei finali delle partite, palle perse ingenuamente, movimenti senza palla non sempre effettuati, non creare abbastanza occasioni da gol e anche quando ciò avviene non sfruttarle a dovere perché non viene inquadrato con precisione lo specchio della porta avversaria, non osare la giocata. Il repertorio di azioni e pensieri che la squadra granata deve perfezionare é abbastanza ampio per riuscire ad invertire la rotta in queste ultime quattro partite, Palermo, Copenhagen, Empoli e Genoa, prima della sosta natalizia. Già dalla gara di questa sera con i siciliani la squadra di Ventura ha l’obbligo di tornare a conquistare punti perché il mese di novembre si é concluso con la miseria di un solo punto in campionato in quattro partite disputate (Atalanta, Roma, Sassuolo, Juventus). A queste vanno aggiunte le due gare in Europa League, quella pareggiata zero a zero in casa con il Club Brugge e l’ignobile partita persa con l’Helsinki in Finlandia che ha fatto perdere il primo posto nel girone e ha complicato, per fortuna senza compromettere, il passaggio del turno, a patto che il Torino vinca l’ultima gara con il Copenhagen, già fuori dai giochi, o che almeno pareggi sperando che l’Helsinki non batta il Club Brugge. Quindi anche in Europa un solo punto conquistato a novembre.

 

I buonisti, che spesso finiscono per fare danni non indifferenti, potrebbero evidenziate che nelle quattro partite di campionato i granata hanno incontrato anche le prime della classe, Juventus e Roma, e con i bianconeri fino a una manciata di secondi dalla fine il risultato era in parità. Tutto vero, però le altre due gare sono state con Atalanta, che in classifica aveva tre punti in meno, e in casa il Torino non é andato oltre il pareggio senza segnare, e l’altra é stata con il Sassuolo, che aveva gli identici dodici punti dei granata e che è alla seconda stagione della sua storia in serie A, e sempre in casa il Torino non é riuscito neppure a pareggiare. E per quel che riguarda il derby prima il Torino ha regalato il rigore alla Juventus perché El Kaddouri in barriera all’interno dell’area é saltato tenendo alto il gomito, dopo che l’arbitro aveva appena detto che non avrebbe tollerato un tale gesto anche se fatto per proteggersi il volto e il risultato era sullo zero a zero, poi alla fine con il punteggio sull’uno a uno Benassi in particolare, ma con il concorso di colpa di tutti i compagni, non ha allontanato la palla e l’è fatta anche soffiare così i bianconeri, per di più in dieci (per l’espulsione di Lichtsteiner al 78’), sono riusciti a segnare il gol della vittoria. Di che cosa si sta parlando allora? È sensato cercare alibi e scuse? È utile provare a nascondersi dietro un fuscello di paglia?  

 

Guardando quindi la realtà e tenendo conto della classifica anche solo un pareggio con il Palermo sarebbe un po’ poco e potrebbe non bastare per evitare di essere superati da chi sta dietro e tallona la squadra di Ventura. Il Chievo che è terz’ultimo ha solo due punti in meno e giocherà in Sardegna con il Cagliari che è a una sola lunghezza dai granata, mentre l’Atalanta anch’essa a un solo punto dal Torino affronterà a Bergamo il Cesena che è penultimo a quattro punti di distanza. In più il Torino sarà in campo questa sera e quindi le inseguitrici avranno il vantaggio di sapere il risultato dei granata. E’ evidente quindi che solo la vittoria darebbe un segnale positivo sia dentro sia fuori e soprattutto vorrebbe dire che c’è stata continuità di prestazione con il derby, attenuandone in piccola parte la sconfitta. Creare azioni offensive con la partecipazione non solo degli attaccanti, ma anche dei centrocampisti e degli esterni, segnare, sfruttare anche le più piccole occasioni concesse dal Palermo, evitare errori nei passaggi che comportano le ripartenze degli avversari, non commettere falli inutili in particolare nella propria area di rigore o nei pressi, mantenere desta l’attenzione fino al triplice fischio finale, non dimenticare di marcare i giocatori rosanero in occasione di calci d’angolo e punizioni a sfavore. Quelle elencate sono tutte accortezze che devono essere messe in atto e pretese perché si gioca in serie A e tutti i calciatori del Torino sono dei professionisti, di conseguenza è del tutto normale che si comportino come tali e se non hanno le capacità o il carattere per sopportare delle richieste basilari cambino lavoro.