Mihajlovic: “Facciamo sforzi troppo grandi per segnare, bisogna essere più concreti e cattivi sotto porta”

19.11.2017 21:03 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Mihajlovic: “Facciamo sforzi troppo grandi per segnare, bisogna essere più concreti e cattivi sotto porta”
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L’allenatore del Torino, Sinisa Mihajlovic, ha commentato il pareggio con il Chievo Verona. Ecco che cosa ha detto:

Il Torino ha impiegato quasi mezz’ora per entrare in partita e anche all’inizio della ripresa la squadra non è stata brillante come alla fine del primo tempo. Ha segnato il Chievo e avete pareggiato e nel corso della partita ci sono state per voi tante occasioni da gol, ma ne ha avute anche il Chievo. Vi è mancato solo il gol o ci sono state anche delle altre problematiche?

“Sono dispiaciuto e anche molto arrabbiato perché partite così vanno vinte. Sono partite sporche difficili ma quando si crea si crea tanto bisogna portare a casa il risultato, facciamo sforzi troppo grandi per fare gol. Bisogna essere più cattivi sotto porta. E vero che il Chievo è partito meglio di noi sia all'inizio della partita sia in avvio di secondo tempo, ma la partita l'abbiamo fatta sempre noi,infatti, abbiamo avuto sei o sette occasioni da gol, abbiamo colpito la traversa è sbagliato un rigore. Alla fine quando non si riesce a segnare ci si può abbattere e con la stanchezza tutto diventa più difficile. Sicuramente non abbiamo fatto la partita come volevamo, ma l'avversario era difficile e fa giocare male, è sempre stato così con il Chievo perché è una squadra fisica che lotta e non fa giocare bene, però, nonostante tutto abbiamo creato occasioni solo ci è mancato il gol. Sicuramente si può fare meglio, ma non è detto che si debba fare una gara perfetta per vincere perché si può e si deve vincere anche così”.

Dopo tanti mesi nei quali Belotti trascinava la squadra forse questo è il momento in cui è la squadra a dover trascinare lui fuori dalla crisi in cui è finito?

“Belotti deve stare tranquillo e non cercare il gol con troppa foga, stando tranquillo e sereno e lavorando per la squadra poi il gol arriverà. Invece più ci penso e meno arriverà, capisco che questo momento per lui non è uno dei migliori anche per quello che gli è successo in Nazionale. Quando è tornato l'ho visto abbattuto e triste, poi, piano piano più si avvicinava la partita e più prendeva entusiasmo. Magari se avesse fatto oggi sarebbe ripartito e per lui sarebbe stato più facile, invece, così diventa ancora più difficile (si riferisce al rigore sbagliato, ndr). Nello spogliatoio ha chiesto scusa, questo per dire quanto è bravo il ragazzo, ma su questo non vi sono dubbi e deve stare sereno e tranquillo e lavorare per la squadra e poi il gol arriverà. Non gli stiamo sempre vicino e questo si sa”.

Il rigore è stato deciso dal Var, ma non è sembrato molto chiaro l'episodio. Lei dalla panchina che cosa ha visto?

“Magari per una volta c'è andata bene, poi, ci siamo fatti male da soli. Comunque il rigore c'era perché ha preso il piede in pieno. Non vi preoccupate che se ci fosse stato un minimo dubbio non ci avrebbero dato il rigore (ride, ndr)”.

Al momento del rigore Ljajic è venuto a parlarle, voleva calciare lui? Che cosa vi siete detti?

“Poiché lo avevo messo a centrocampo doveva fare Il centrocampista e il modulo rimaneva il 4-3-3, quindi, non doveva andare in giro per il campo, ma mantenere la posizione.                          Il rigorista è Belotti e resta lui”.

È più preoccupato del fatto che il toro costruisce azioni da gol ma non segna oppure che la squadra non riesca a fare il salto di qualità per restare agganciata al treno per l'Europa?

“Non siamo stati messi sotto da nessuno sotto il punto di vista tecnico e tattico e i ragazzi quasi sempre hanno fatto bene. In ogni partita creiamo occasioni da gol, ma è difficile quando si creano, appunto, tante occasioni da gol e non si vincono le partite. Per questo mi dispiace e per questo mi sono arrabbiato, sono errori individuali, ma ognuno di loro avrebbe voluto segnare, però, succede che non si segni. L'importante è continuare a crederci e giocare continuando a fare le nostre cose come abbiamo sempre fatto”.

Guardando le statistiche si nota che Ansaldi è il giocatore che tocca più palloni, è una strategia di gioco voluta?

“E' voluto perché il Chievo giocando con il 4-3-1-2 sono tutti nella zona centrale e di conseguenza i registi difensivi diventano i terzini. È una cosa voluta anche per il modo di giocare degli avversari”.

A fine partita i tifosi vi hanno fischiato ed era per la gara nel suo complesso. Rispetto alla partita con l'Inter il Torino ha fatto un passo indietro?

“È colpa del modulo?”

No sicuramente no, non è una questione di modulo.

“Altrimenti lo cambiamo di nuovo”.

Ma il gioco è stato prevedibile.

“Fino a quando abbiamo giocato il pubblico ci ha sempre sostenuto, poi, quando è finita la partita sei stato contento applaude altrimenti ci fischia, è normale ed è giusto che sia così. Tutti noi siamo dispiaciuti per non aver vinto oggi, sicuramente non andiamo a casa contenti oppure facciamo finta di niente, anzi. Il pubblico viene allo stadio per incitarci e vedere la squadra vincere e se capita di non vincere può succedere che fischi, l'importante è che non ci siano fischi durante la gara, ma che si supporti la squadra come i tifosi hanno sempre fatto. Per quel che riguarda la partita, come ho già detto, ogni gara fa storia a sé. Non poteva essere la stessa partita quella di Milano e quella di oggi perché gli avversari hanno caratteristiche diverse e in campo ci sono differenti giocatori.Noi sapevamo che questa sarebbe stata una partita "sporca" e difficile perché il Chievo è una squadra che ti fa giocare male e lo avevo detto anche ieri in conferenza stampa. Il Chievo è una squadra fisica che lotta sulle seconde palle e che "sporca" tutte le palle, ma è anche vero che noi per merito loro non siamo riusciti a fare la partita che volevamo, però, nonostante tutto questo abbiamo creato occasioni. Se si analizza la partita ci sono state cose che non sono andate bene come la partenza nel primo e nel secondo tempo. Il piglio iniziale non è stato quello giusto nonostante in settimana ci fossimo allenati molto bene e nonostante tutti fossero convinti, poi, la partita è andata sui binari che sappiamo, ma la gara l'abbiamo fatta noi e se avessimo vinto due a uno magari nessuno avrebbe avuto da ridire nulla. Comunque la mia analisi non sarebbe cambiata anche se avessimo vinto perché ci sono state cose che non sono andate bene, però, ce ne sono state anche altre positive”.

Com'è possibile che non si riesca a partire con il piglio giusto?

“C'è stato un problema tattico, loro giocavano con il 4-3-1-2 e noi dovevamo andare nella loro metà campo a pressare alto con Rincon su Radovanovic per salire con i quattro difensori e schiacciare Birsa, ma noi eravamo un pochino più bassi e c'era troppo spazio tra Rincon e Radovanovic e quando Rincon si alzava su Radovanovic la difesa stava più bassa e aveva più spazio Birsa, mentre quando Rincon stava su Birsa era libero Radovanovic. Ci sarebbe servito avere più coraggio per stare più alti così come avevamo preparato in settimana, però, nel secondo tempo abbiamo fatto meglio. Il problema è stato questo, dovevamo restare più alti come avevamo preparato”.

Che cosa è successo nel momento dell'espulsione di Radovanovic?

“Non ho visto nulla, c'è stato un po' di parapiglia, c'è stato un miscuglio di gente, ma non so che cosa sia successo”.

L'uscita di Castro ha penalizzato un po' il Chievo? La squadra di Maran può ambire a qualcosa in più della salvezza?

“Sicuramente il Chievo è una buona squadra che gioca bene e sta bene e ha giocatori che possono mettere in difficoltà, davanti Meggiorini e Inglese sono bravi di testa, Birsa è un buon trequartista, sono pericolosi sulle palle inattive. Castro ed Hetemaj sono due "cagnacci" e Radovanovic dietro fa gioco, Cacciatore è offensivo, ma ha qualità e i due difensori centrali hanno fisico, magari sono un po' lenti, però, sono forti. Il Chievo è un'ottima squadra, ma non so dove posso arrivare, è una domanda che dovete fare a Maran”.

Il Toro se fa il Toro può giocare alla pari con tutti, però, dopo la partita con il Chievo dovrà vedersela con squadre più attrezzate …

“Perché con il Chievo era facile?”

No, però, questo pareggio non la preoccupa un po' di più?

“Sicuramente sarebbe stato meglio vincere piuttosto che pareggiare, o pareggiare piuttosto che perdere, ma ogni partita è una storia a sé. Affronteremo il Milan a San Siro e andremo là a giocarcela, chi ha detto che andiamo là e perdiamo? Ogni partita è difficile e in ogni gara bisogna fare tutto al massimo per vincere bisogna essere anche un po' fortunati, ma soprattutto devi credere in quello che fai. Non ci sono partite facili in Italia  perché tutte le squadre sono preparate tatticamente ed è sempre difficile vincere. Si affronta partita per partita preparandola con serenità, con tranquillità, con fiducia, con intensità e si va avanti, poi vedremo che cosa succederà”.

I dati della partita sono tutti positivi per il Torino, però, il gol subito è arrivato su cross e di testa e alla fine la squadra sciupa troppo e i gol stentano ad arrivare. Come mai si ripete sempre questa storia?

“Che cosa dobbiamo fare?

Lo si chiede a lei.

“Quando si arriva alla conclusione bisogna avere la cattiveria, la freddezza giusta per segnare. Ma questo non è solo un problema di oggi, anche l'anno scorso accadeva. Facciamo sforzi troppo grandi per segnare, bisogna essere più concreti e più cattivi sotto porta. Più che arrivare a creare occasioni bisogna buttarla dentro”.

A fine gara ha avuto modo di confrontarsi con Cairo e Petrachi sulla partita?

“Ci siamo parlati, ma non ci siamo detti niente di particolare. Siamo tutti dispiaciuti per il pareggio e le occasioni sciupate, ma nulla di che”.