Mihajlovic: “Con il Chievo sarà più dura che con l’Inter. In mediana ci saranno Valdifiori e Rincon e uno fra Baselli e Obi”.

18.11.2017 15:44 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Mihajlovic: “Con il Chievo sarà più dura che con l’Inter. In mediana ci saranno Valdifiori e Rincon e uno fra Baselli e Obi”.
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L’allenatore del Torino, Sinisa Mihajlovic, in conferenza stampa ha presentato la partita con il Chievo. Ecco che cosa ha detto:

Il Chievo segna molto di testa e fa cross ben calibrati e ha fatto come il Torino otto punti in casa. Un suo giudizio sulla partita?

“La partita di domani è più importante e più complicata di quella con l’Inter ed è ancora più difficile confermarsi. Il segreto è mettere in campo lo stesso atteggiamento, lo stesso rispetto e la stessa concentrazione che abbiamo messo con l’Inter e se così sarà il resto lo farà il nostro maggior tasso tecnico. Dovremo fare come se Castro fosse Perisic, Radovanovic  fosse Borja Valero e Inglese come se fosse Icardi. Se penseremo di essere più forti allora non faremo nulla di buono. Il Chievo è una squadra fisica che ti fa giocare male, è pericolosa, e in più ha fermato il Napoli e ha un punto meno di noi. Sono pericolosi sui calci piazzati perché hanno Birsa che li calcia molto bene e tanti saltatori bravi come Inglese, Cacciatore e Dainelli e giocatori fisicamente grossi e bravi, quindi, dobbiamo farli crossare il meno possibile e stare attenti a non fare falli vicini all’area di rigore”.

Come ha visto Belotti dopo che è tornato dalla Nazionale e con la delusione per la mancata qualifica al Mondiale?

“Parto da più lontano, se anche il mio cuore batte per la Serbia mi spiace che l’Italia non vada ai Mondiali, sembra quasi una cosa irreale poiché è una Nazionale che ha fatto la storia del calcio. Mi spiace per il “Gallo” e spero che domani metta tutta la voglia e la rabbia che ha in campo. Mi Spiace anche per Buffon, Barzagli e De Rossi che avrebbero meritato di chiudere con la Nazionale in un modo differente”.

Come sta fisicamente Belotti?

“La sua struttura fisica non gli permette di entrare in forma subito dopo un periodo di stop poiché non è un brevilineo e ha una muscolatura importante, ma si allena tanto e può tornare in forma solo giocando. Nelle ultime gare ha avuto occasione che se fosse stato in forma avrebbe sfruttato meglio, ma la cosa che importa maggiormente è che stia con noi e poi i gol arriveranno”.

Qual è la sua opinione sul sistema calcio italiano?

“E’ ora di ripartire, ci sono tante cose da fare ma non è compito mio dirlo. Posso parlare della mia esperienza in Nazionale quando ho allenato la Serba. Allora prima di accettare ho voluto parlare con la Federazione perché volevo fare un cambio generazionale e ho accettato solo perché mi avevano dato carta bianca su come poter agire. C’erano molti giocatori a fine carriera e ne ho tenuti solo tre, tutti gli altri erano giovani. Alla fine non ci siamo qualificati, però, sette giocatori dopo hanno disputato L’Europa League e la Champions. Non essendomi qualificato mi sono dimesso, anche se avevo un contratto perché è questo che si fa quando si ama il proprio paese e non si guarda solo se stessi, l’ho fatto anche se sapevo che chi mi avrebbe sostituito avrebbe usufruito del mio lavoro. Mi hanno criticato per la mancata qualificazione, ma con il tempo alcuni si sono dovuti ricredere e dire che non ero così scemo.  Per fare quello che ho fatto ci volevano grandi attributi, ma sapevo che alla lunga una nuova Nazionale si sarebbe formata, infatti, oggi abbiamo un gruppo che riuscirà sempre a qualificarsi per le prossime grandi manifestazioni”.

Domani giocherà con la stessa formazione utilizzata contro l’Inter?

“Mah, sicuramente le gare dopo le soste sono sempre un’incognita e abbiamo nazionali che sono tornati giovedì e sono stanchi, ma per loro si tratta di stanchezza mentale, vedremo chi giocherà. E importante avere tutti a disposizione e vedremo di sbagliare le scelte il meno possibile, comunque saranno più o meno gli stessi di San Siro. Non posso cambiare sette o otto giocatori e allora faccio come i politici che dicono tutto per non dire nulla”.

Quanto fa piacere la concorrenza e quanto può essere un problema?

“Sono problemi dolci per ogni allenatore questi, è solo quando non si hanno giocatori che non si hanno dubbi. Ho tutti disponibili e sono tutti bravi, quindi, guardo gli allenamenti, lo stato fisico e mentale e l’avversario e cerco di sbagliare il meno possibile nel scegliere chi mandare in campo. Considero quasi tutti titolari, ma bisogna anche trovare un certo assetto, ma non sempre è possibile. Lyanco non sta ancora bene fisicamente, ma è fortissimo e domani potrebbe essere titolare. Potrebbe”.

Bonifazi?

“Lo avrei fatto giocare con il Cagliari, ma si è fatto male. Quando lo vedo in allenamento mi chiedo metterò in campo perché tutti stano bene e mi spiace non poterli far giocare tutti”.

Si aspettava le dimissioni di Ventura?

“Non mi piace parlare dei colleghi soprattutto se sono stati allenatori del Torino,  non voglio partecipare al processo e gli è stato già detto tutto. Lui sa che è stata una disfatta e che è un problema grosso e non c’è bisogno che glielo ricordi io. Se in due gare non si segna l’eliminazione ci sta, ma i problemi arrivano da lontano, infatti, l’Italia era stata travolta dalla Spagna, ed era andata in difficoltà con Israele e la Macedonia. Mi spiace per lui dal punto di vista umano”.

Lei che posizione ha rispetto all’Associazione allenatori italiani dopo che Ulivieri ha sostenuto Tavecchio, molti allenatori sarebbero pronti a dimettersi.

“Non so nulla, ho problemi miei e non ho tempo di pensarci. Io la scuola allenatori l’ho fatta in Serbia ed è lì che ho preso il patentino e ho la fortuna di allenare in Italia”.

Come ha ritrovato Ljajic dopo la Nazionale?

“E’ tornato stanco perché ha giocato due gare e segnato due gol, ma speriamo che qualcuno se lo sia tenuto anche per noi visto che ultimamente non ha segnato. L’ho fatto riposare non so se giocherà tutta la partita, ma se non c’è lui ci sarà un altro, ma ha personalità e carattere. E’ carico”.

Chi utilizzerà in mediana? Dopo la gara con il Cagliari aveva detto che Valdifiori con le squadre meno forti è il giocatore con le caratteristiche giuste, anche se non l’ideale se giocano con il trequartista.

“Metto Valdifiori e Rincon così si scambiano e non ci sono dubbi, un po’ va uno e un po’ va l’altro e poi sceglierò uno fra Beselli e Obi (domani si saprà se il mister ha fatto pretattica oppure se ha svelato parte della formazione, ndr)”.

Come pensa di recuperare Niang?

“Anche lui è tornato giovedì, ha preso una botta al ginocchio e non si è allenato, oggi lavorerà e se sta bene sarà convocato altrimenti no. Con l’Inter è entrato con la testa giusta e ha difeso tornando fino ai nostri sedici metri ed è questo l’atteggiamento che voglio da lui. Ogni tanto ha qualche botta che lo frema, ma soprattutto è una questione di testa la sua. Può fare ciò che deve perché nell’ultimo periodo si è allenato e peno che abbia capito. Avevo dubbi su lui e Ljajic, ma non essendosi allenato il dubbio si è sciolto e se sarà convocato potrebbe entrare a partita in corso”.

Con 4-3-3 i numeri dicono che ci sono meno contrasti e più tiri in porta, sono questi i benefici?

“Con questo modulo la squadra si sente più serena e protetta, ma l’importante è l’atteggiamento con il quale si va in campo. Se giochiamo concentrati, con grinta e per vincere senza mai accontentarci allora un modulo vale l’altro”.

Ancelotti sarebbe il Commissario Tecnico giusto per l’Italia?

“Ancelotti è un grande allenatore, ha vinto tutto e ha allenato grandi squadre, anche se è diverse allenare un club o una Nazionale. Sarebbe un nome giusto, ma va convinto e non so se ci riusciranno”.

Forse il Chievo è la partita più abbordabile delle prossime sette?

“Ogni partita in Italia è difficile, non ci sono squadre facili. Va portato rispetto a tutti e in campo ci vuole continuità ed è quello che noi inseguiamo. Non basta una bella partita a Milano con l’Inter anche se abbiamo dimostrato di poterla fare con una squadra forte. Dipende, però, da noi riuscirci sempre in tutte le partite. Non dipende dall’avversario se lottiamo su ogni pallone, se si sacrificano tutti, se la squadra gioca sempre per vincere senza accontentarsi. Dobbiamo da adesso a fine campionato andare in campo sempre con l’atteggiamento che abbiamo avuto con l’Inter se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi e se non lo faremo significa che c’è qualche cosa che non va. Sono convinto che i ragazzi faranno una grande partita domani e poi penseremo alle prossime gare. Dovremo fare una grande partita perché il Chievo è una buonissima squadra”.